Amore Misericordioso

Lo stile architettonico dell’intero complesso cultuale si può definire ardito e assolutamente moderno, ma fondamentalmente è rivelazione e partecipazione del sacro attuata attraverso un’ampia simbologia. Un carattere formale che si ripete e si ritrova in continuazione è la rotondità delle linee che si propagano per ogni dove queste sono pensate come le onde generate da un sasso sulla superficie dell’acqua, a simbolo della parola e della luce di Cristo che si propaga nel mondo e tutto penetra. Il Santuario dell’Amore Misericordioso ha un’entrata a tempietto, con intrecci nelle vetrate. I rilievi a sghembo legano l’edificio in un ritmo unitario. L’interno a navata unica, prende luce dalle vetrate il cui disegno ripete il ritmo dell’edificio. Nell’abside è collocato il grande crocefisso oggetto del culto. Il campanile ha una pianta a croce risultante da rotonde di cemento e mattoni contrapposte. L’inconsueta forma del campanile è stata progettata con un preciso scopo tecnico: quando un montanaro vuole mandare lontano un suo richiamo porta automaticamente una mano alla bocca come per guidare il percorso iniziale del suono (l’espressione esatta è fare delle mani un tonavoce ) e l’architetto ha voluto riprodurre questo principio facendo corrispondere ad ogni campana un tonavoce facendo una quinta di muratura in aggetto laterale, affinché il suono sia rinforzato e riecheggi più lontano. Perciò anche il castello di campane è stato abolito, e le cerniere direttamente fissate all’opera muraria, gli assi di rotazione traslati in fuori e le campane poste a filo esterno. La Basilica ha di fronte una grande scalinata a catino. Gli scalini si allineano con accenni di convergenza verso l’ingresso e si accordano, al di là di un piccolo patio verde, al Santuario, dietro la torre campanaria. L’entrata è costituita da un portone centrale e due ingressi laterali, le porte si aprono sotto al pronao, basse, corazzate di rame, martellate di chiodi in cerchi e linee come in un forziere antico. All’interno sono in dogato di faggio massiccio con ferramenta pesante. Nei due ingressi, laterali al portone centrale, sotto un cono di luce sono sistemate le due pile per acqua santa costituite da un piedistallo in pietra grezza e un bacino di levigato marmo Pario, simboli rispettivamente dell’anima prima del battesimo senza Grazia e dopo il battesimo purificata e in Grazia di Dio. L’interno è a navata unica costituita dallo spazio creato da due file di semplici cilindri leggermente distanziati gli uni dagli altri, che in modo da lasciare penetrare la luce e coperti da una grande lastra in cemento armato che dà unità a tutto l’insieme. Questi cilindri portanti, tagliati verso l’interno per tutta la loro altezza, formano le cappelle. Il pavimento disegna cerchi concentrici che partono dall’altare. L’altare, gli amboni, la cattedra e il tabernacolo sono in marmo bianco. Questi sono sotto ad un baldacchino costituito da corona di rame grande quanto l’intero altare sospesa sopra di esso attaccata a 24 sottili fili di acciaio, questa corona sta a ricordare la regalità della passione di Gesù ed accentua il carattere sacro del luogo. L’abside è con disposizione concava verso l’esterno e convessa verso l’altare maggiore, tutto al contrario cioè della disposizione tradizionale, con l’intento di sottolineare che il sacro è qualcosa che va comunicato a tutti. Piccole finestrelle quadrate aprono grandi sguardi all’infinito di luce bianca, e riverberano iridescenze mutevoli sul tabernacolo. All’interno delle cappelle laterali c’è l’altare dedicato al mistero della nascita di Gesù, è costituito da un blocco monolitico di marmo Prodo, sopra di esso c’è una croce costituita da formelle lignee su ognuna delle quali sono dipinti episodi della vita di Gesù. L’altare dedicato alle anime del purgatorio è ricavato da due blocchi di pepirino rosa di Viterbo, sovrapposti in forma di croce. Nicchie scavate nella pietra viva porgono riflessi catacombali. La croce ricorda al credente la speranza in Cristo Risorto che vince la morte, e l’attesa della Resurrezione. L’altare dedicato ali santi Pietro e Paolo è costituito da una mensa in travertino romano sostenuta da una colonna di selcio nero rupestre e da un pilastro di acciaio con riferimento ai due apostoli. Sopra di esso l’artista spagnolo Vaquero Turcios ha rappresentato in un arazzo San Pietro e San Paolo le cui figure fanno pensare a colonne di granito. L’altare dedicato alla Madonna del Pilar, venerata in Spagna, ricorda l’apparizione della Vergine a San Giacomo, scoraggiato nella sua opera di evangelizzazione. La Madonna lo confortò e l’apostolo riprese la sua attività. Le due colonne che sostengono la mesa dell’altare ripetono il motivo della colonna (pilar) su cui poggia la Madonna. La raggiera è ricavata in peperino di Viterbo. Una scala elicoidale dalle pareti tessute in mattoni come se fosse una gerla, collega il tempio al santuario e alla cripta. A Collevalenza non si hanno due chiese una superiore e una inferiore, perché nell’unità composita architettonica esse sono in realtà un tutt’uno. Si hanno già esempi di questo genere, ma la novità qui è nella comunicazione fra gli spazi sovrapposti che non è solo un fatto geometrico, acustico oppure ottico, ma è un fatto di luce; in quanto la cripta prende luce interamente dalla chiesa sovrastante sia attraverso i coni lanterna collineari al periplo del Tempio e di questo parte integrante, sia ancora ed in grado maggiore attraverso il diretto riverbero delle grandi vetrate laterali, che al mattino si accendono di azzurro, sotto al sole nascente e al meriggio si vestono di rosso, fino al tramonto. Questa luce, volutamente irraggiata nella chiesa da quella superiore, si accorda con la dedica del santuario che accosta il pellegrino a Gesù Amore Misericordioso e, nel contempo, gli ricorda nella cripta la Vergine, Maria Mediatrice, che assume luce e significato dal Figlio. Gli stessi cilindri portanti di tutto l’edificio si prolungano al di sotto del piano del tempio dando luogo alla cripta parzialmente interrata. L’altare della cripta è consacrato a Maria Mediatrice. Sopra l’altare a mosaico opera del professor Mariano Villalta, raffigura la Madonna riunita con gli apostoli nel cenacolo. Dietro l’altare della cripta si trova il sepolcro di Madre Speranza la cui salma è stata tumulata il 13 febbraio 1983. Sulla sinistra della basilica vi è un pozzo la sua acqua, ritenuta miracolosa, alimenta le piscine per i malati. Questo pozzo fu scavato per espressa volontà di Dio, attraverso Madre Speranza che ne indicò il luogo preciso. Le piscine sono all’interno di una costruzione sobria e lineare, divisa in due padiglioni, uno per gli uomini e uno per le donne, all’interno vi sono i mosaici di Mariano Villalta e del pittore Igino Cupelloni raffiguranti Gesù che fa dei miracoli servendosi dell’acqua, e in ognuna delle 10 vasche è scritto un Comandamento, a ricordare il patto che Dio fece con l’uomo. Inoltre è stata costruita la casa del giovane e la casa del pellegrino. Edifici moderni che accolgono coloro che qui giungono per un soggiorno di riflessione nella pace e nella serenità. Sono modernamente attrezzati con sale di soggiorno, di lettura, di riunioni adatte sia per assemblee che per lavori di gruppo, con impianti multipli di diffusione per più sale contemporaneamente. Tutte le camere sono fornite di servizi indipendenti. A valle del santuario un viale di circa 800 metri forma la Via Crucis. I primi tre gruppi di statue sono opera dello scultore Antonio Ranocchia, mentre i restanti undici gruppi dell’architetto Alcide Ticò.Descrizione: Si trata di un crocefisso in legno policromo fatto dallo scultore Cullot Valera, collocato nella cappella dell’Amore Misericordioso. Nel santuario insieme al Crocefisso, si venera la Madonna col titolo di Maria Mediatrice a Lei è consacrato l’altare della cripta. La devozione popolare ha fatto si che dopo la sua morte anche la tomba di Madre Speranza divenisse luogo di pellegrinaggio e di culto. Entrata in uso: nell’anno 1955 Immagine: Statua Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Note sulla raccolta: La gratitudine dei pellegrini graziati è testimoniata da ex voto che inizialmente erano collocati nella Cappella del Crocefisso, ai lati della Croce, ed appartenevano alla tipologia classica: oggetti di oreficeria, cuori d’argento, etc., oggi si usano solo mattonelle in terracotta con incisi i nomi dei graziati e la data dell’evento, catalogate secondo un numero progressivo, collocate nelle pareti del Santuario, mentre in archivio viene conservata la documentazione relativa costituita da certificati medici, e da dichiarazioni che giustificano l’ex voto. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria
Esiste una raccolta di miracoli custodita nell’Archivio della Congregazione dell’Amore Misericordioso (ACAM).
Il 18 agosto 1951, nel paese di Collevalenza, venne a stabilirsi Madre Speranza Alhama di Gesù con le Suore e con i primi Figli dell’Amore Misericordioso, per insegnare e propagandare la devozione a Gesù Amore Misericordioso e con l’intento di fondare un grandioso santuario.Madre Speranza nasce il 30 settembre 1893 a Santomera di Murcia, un paese che si trova nel sud della Spagna, proveniva da una famiglia poverissima di braccianti agricoli ed era la primogenita di nove figli. Nel 1914 a ventun anni, lascia il paese natale di Santomera e si trasferice a Villena entrando tra le suore Figlie del Calvario, un istituto in seguito aggregato all’Istituto delle Missionarie Clarettiane. Distintasi per l’intensità della sua fede, che si era rafforzata attraverso innumerevoli sofferenze e malattie, ebbe varie esperienze mistiche tra cui quella della croce (dal periodo che va dall’agosto del 1926 al dicembre del 1927 la suora fu percossa dal demonio e sudò sangue, il 24 febbraio 1928 nel primo venerdì di quaresima ricevette le stimmate, che conservò per tutta la vita eccettuati gli ultimi sei o sette anni).Ben presto si sentì chiamata dal Signore a fondare una nuova famiglia religiosa. La realizzazione di questo progetto fu molto difficile per l’opposizione e la forte resistenza che ella trovò da parte dei superiori, i quali erano più orientati verso una riforma piuttosto che verso qualcosa di totalmente nuovo.Madre Speranza, però, fedele alla sua vocazione, in obbedienza alla volontà di Dio, nel 1930 esce dalla congregazione delle Figlie del Calvario e fonda in Madrid le Suore Ancelle dell’Amore Misericordioso, la cui testimonianza fondamentale è che Dio non vuole essere considerato un padre offeso e disgustato per i peccati dei suoi figli, ma come un padre misericordioso che li ama, li perdona ed è sempre disposto ad accoglierli.Nel 1935 il vescovo di Vitoria erige la nuova fondazione in Congregazione di diritto diocesano. Nell’aprile del 1936 si sentì chiamata in Italia a fondare un collegio per bambine povere in Roma, dove, durante la seconda guerra mondiale si dedicò a soccorrere i feriti aiutare i perseguitati politici e sfamare ogni giorno centinaia di persone bisognose.Nel 1951 Madre Speranza fonda la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, il cui fine principale è promuovere l’unione fraterna con i sacerdoti e ad essi apre le sue case per offrire aiuto e sostegno, permettendo loro di entrare a far parte della Famiglia religiosa con tutti i diritti e doveri senza per questo dover lasciare il presbiterio nel quale sono inseriti ed operano. Un progetto arduo e innovatore che la Madre ha offerto alla Chiesa e dalla quale ancora attende il riconoscimento. Nello stesso anno si trasferisce con alcuni figli e figlie a Collevalenza dove intende fondare un santuario per tenere fede alla chiamata divina ricevuta nel 1949. Ecco le parole che le disse Gesù annotate da Madre Speranza nel suo diario: …tu aiutata da Me, tra alcuni anni, con maggiori angustie, fatiche, sofferenze e sacrifici, organizzerai l’ultimo e magnifico laboratorio che servirà di grande aiuto materiale e morale per le figlie e per le giovani che avranno la fortuna di esservi ammesse. Vicino a questo laboratorio ci sarà la più grande magnifica organizzazione di un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso, Casa per ammalati e pellegrini, Casa per il Clero, il Noviziato delle mie Ancelle, il seminario dei miei Figli dell’Amore Misericordioso; e allora, senza più il forte aiuto della Casa di Roma, nella quale rimarrà sempre il Governo Generale, vivranno tutti e tutte aiutandosi scambievolmente, le Ancelle con il loro lavoro materiale e i Figli sempre con il lavoro spirituale, diffondendo intorno a se il profumo soave del buon esempio, attraendo a Me tutti coloro che visiteranno questo unico Santuario del mio Amore Misericordioso. Nell’aprile 1953 iniziò la costruzione della casa dei Padri inaugurata il 18 dicembre dello stesso anno. Nel 1954 fu costruito il seminario per gli apostolini. Il 2 luglio 1955 fu consacrata la cappella dell’Amore Misericordioso dedicata a Gesù, che quattro anni dopo, il 30 settembre 1959, venne eretta a santuario dall’allora Vescovo di Todi Monsignor Alfonso Maria de Sanctis. (Notizie riassunte dal volume di: GIALLETTI PADRE MARIO, “Madre Speranza”, Edizioni L’Amore Misericordioso, Collevalenza Perugia 1997). Nel 1951 suor Speranza si trasferisce con alcuni figli e figlie a Collevalenza dove intende fondare un santuario per tenere fede alla chiamata divina ricevuta nel 1949. Queste sono le parole che le disse Gesù annotate da Madre Speranza nel suo diario: …tu aiutata da Me, tra alcuni anni, con maggiori angustie, fatiche, sofferenze e sacrifici, organizzerai l’ultimo e magnifico laboratorio che servirà di grande aiuto materiale e morale per le figlie e per le giovani che avranno la fortuna di esservi ammesse. Vicino a questo laboratorio ci sarà la più grande magnifica organizzazione di un Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso, Casa per ammalati e pellegrini, Casa per il Clero, il Noviziato delle mie Ancelle, il seminario dei miei Figli dell’Amore Misericordioso; e allora, senza più il forte aiuto della Casa di Roma, nella quale rimarrà sempre il Governo Generale, vivranno tutti e tutte aiutandosi scambievolmente, le Ancelle con il loro lavoro materiale e i Figli sempre con il lavoro spirituale, diffondendo intorno a se il profumo soave del buon esempio, attraendo a Me tutti coloro che visiteranno questo unico Santuario del mio Amore Misericordioso. Pellegrinaggio di papa Giovanni Paolo II avvenuto il 22 novembre 1981. Apertura del processo diocesano di canonizzazione di Madre Speranza avvenuta il 24 aprile 1988. Chiusura del processo diocesano sulla vita e le virtù della Madre avvenuta l’11 febbraio 1990. Nel 1992 la congregazione per le cause dei santi ha concesso il decreto di volontà giuridica degli atti e un anno dopo è stata ultimata e consegnata alla medesima congregazione la Positio per ottenere il decreto sulla eroicità delle virtù della Madre. L’8 aprile 1965: indulgenza plenaria. Il 14 aprile 1982: il santuario è stato insignito del titolo di Basilica minore da papa Giovanni Paolo II.

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