Beata Giovanna da Bagno (in Santa Maria Assunta)

Interventi quattro-cinquecenteschi.Descrizione: Corpo della Beata Giovanna da Bagno. Entrata in uso: nell’anno 1287 Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: No

Creditur e narrant: entro lo spazio di questi verbi si colloca la vicenda della beata, spesso associata alla beata Agnese. La Historia Camaldulensis (1579) di A. Fortunio, gli Annales Camaldulenses (1785) di J. B. Mittarelli e A. Costadoni, lo Spicilegium Benedictinum (1896) e la Bibliotheca Sanctorum (VI, 1965) tutto sommato concordano nell’ammettere la pochezza dei dati storici e la forte evanescenza di questa beata, di cui non possediamo documentazione coeva o attendibile. Negli Annales Camaldulenses, all’anno 1105, sono descritti la morte e i tratti straordinari della vita di Giovanna, monaca dell’ordine di S. Benedetto, nell’asceterio di S. Lucia, nel sobborgo di Bagno. Quando i Camaldolesi presero definitivamente possesso della pieve di S. Maria di Bagno (1299), trovarono una devozione locale viva attorno al culto per le reliquie di Giovanna, i cui resti riposarono sino al 1287 nel diruto monastero di Santa Lucia. Nel maggio di questo anno le reliquie della beata furono portate e custodite nel nuovo altare costruito appositamente nella pieve di S. Maria. Sul finire del sec. XV Benedetto Tenaci, abate di S. Maria di Bagno, imprime un forte vigore al culto e alle tradizioni agiografiche locali (anche percé le si attribuisce un intervento nella peste del 1478). Nel 1508 la comunità di Bagno procede ad una nuova traslazione in un’arca di pietra e al rifacimento dell’altare della beata; il 10 settembre 1684 accresciuti nuovi ordinamenti alla di lei cappella ed altare, viene trasferito il suo santo corpo in un nuovo deposito [forse nell’altare maggiore] con festa e processione solenne. Nel 1905 le viene eretto un monumento marmoreo nella piazza di fianco alla chiesa; nel 1957 si procede ad una nuova ricognizione; il 12 settembre 1965, ancora in piazza, le si dedica una statua bronzea, opera dello scultore milanese Costantino Affer. Indulgenza concessa dal vescovo di Città di Castello il 22 aprile 1287 in occasione della consacrazione dell’altare nuovo nella chiesa di Bagno. Indulgenza concessa dal priore di Camaldoli il 25 aprile 1287.

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