Beata Vergine del Carmine

Descrizione: L’originaria immagine della Beata Vergine del Carmine (9 x 13 cm), che si venerava nel santuario fino al 1974, è una stampa dipinta, attualmente protetta da una cornice a sbalzi in argento, custodita nella canonica di San Giovanni. Entrata in uso: nell’anno 1641 Immagine: Dipinto Descrizione: L’immagine originaria venne sostituita nel 1974 con una nuova immagine dipinta ad olio su tela (25 x 39 cm.) eseguita da Emilio Giusti di Spilamberto. Entrata in uso: nell’anno 1974 Immagine: Dipinto
Raccolta di ex voto: No

La fondazione della prima cappella avvenne a seguito di un evento miracoloso accaduto a tal Martino Pedroni, violentemente aggredito nei pressi dell’immagine sacra appesa alla quercia e miracolosamente sopravvissuto, nonostante le gravissime ferite riportate. Ulteriori e successivi eventi miracolosi accrebbero la devozione attorno all’immagine sacra determinando in seguito la costruzione della prima cappella. Il luogo sacro è risalente al XVII secolo, a seguito della vicenda miracolosa segnalata. La chiesa attuale, edificata successivamente alla primitiva cappella e consacrata il 2 agosto 1647 dal prevosto Nicolò Vanni, fu fortemente voluta dalla comunità di Spilamberto. Negli annali dell’oratorio rimane il nome di tal Silvestro Piazza, che si fece interprete di tale volontà. La fondazione della prima cappella avvenne a seguito di un evento miracoloso accaduto a tal Martino Pedroni, violentemente aggredito nei pressi dell’immagine sacra appesa alla quercia e miracolosamente sopravvissuto, nonostante le gravissime ferite riportate. Ulteriori e successivi eventi miracolosi accrebbero la devozione attorno all’immagine sacra determinando in seguito la costruzione della prima cappella. La data indicata per l’entrata in vigore della prima parrocchia è quella relativa al documento più antico in essa conservato. BIBLIOGRAFIA – I seguenti testi, già inseriti nel repertorio bibliografico in collegamento a santuari della diocesi di Modena, presentano riferimenti e bibliografia utili per la ricerca in corso: LIBRO – BALDELLI FRANCA, Gli archivi parrocchiali della provincia di Modena, 1994. (Il lavoro prende in esame tutte le parrocchie della diocesi Modena-Nonantola ricostruendone brevemente la storia e il patrimonio documentario. In particolare: Oratorio della Beata Vergine del Carmine: p. 163) – LIBRO – MONTANARI GIANCARLO, Itinerari mariani, Modena 1991, (L’ autore prende in esame alcuni fra i principali oratori e santuari dedicati alla Vergine della diocesi di Modena-Nonantola fornendo notizie sulla storia, l’ arte, la devozione: Oratorio della Beata Vergine del Carmine: I, 120-127) – LIBRO – / – L’ Emilia Romagna paese per paese, Firenze 1987-1989, voll. VI (Breve descrizione del contenuto; è una pubblicazione che, procedendo in ordine alfabetico, descrive dal punto di vista geografico, economico, istituzionale, storico e artistico i comuni emiliano romagnoli. Parlando del patrimonio artistico e delle tradizioni legate ad ogni singolo paese si sofferma anche sui luoghi di culto. Diocesi di Modena: Oratorio della Beata Vergine del Carmine: V, 221) – LIBRO – LONGAGNANI, MANICARDI, SCHIFANI CORFINI , Le Case le Pietre le Storie. Itinerari nei comuni della provincia di Modena, Modena 1980 (Breve descrizione del contenuto: è una guida, a cura della Provincia di Modena, che prende in rassegna tutti i luoghi da visitare nei singoli comuni. All’ inizio sono proposti anche alcuni itinerari tematici, uno dei quali è proprio dedicato ai santuari. Oratorio della Beata Vergine del Carmine: p. 340. Dal 1839 l’amministrazione dei beni oratoriali fu delegata al parroco di Spilamberto dal popolo spilambertese. (Sembra dunque trattarsi di due gestioni separate, la giurisdizione del santuario era stata fino ad allora affidata al parroco, mentre quella dei beni ad un generico popolo spilambertese, poi le due gestioni nel 1839 si concentrano su un’unica figura). Il 26 gennaio 1894 si concluse un’annosa vicenda per cui il Regio Demanio, dopo quasi un secolo (una prima lettera era stata del Demanio di Milano nel 1806 e diceva che tutte le sostanze degli oratori e delle chiese erano avocate alla Nazione) si impossessò dei beni dell’oratorio della Beata Vergine del Carmine (leggi 7.7.1866 e 11.8.1870) e per il buon funzionamento e mantenimento del luogo di culto restò solo un meschinissimo assegno come dice nella sua storia il canonico Giuseppe Quatrini (sic). Ancora oggi esiste una Confraternita del Carmine che si occupa del mantenimento dell’oratorio e dell’organizzazione delle celebrazioni. Il 26 gennaio 1894 si concluse un’annosa vicenda per cui il Regio Demanio, dopo quasi un secolo (una prima lettera era stata del Demanio di Milano nel 1806 e diceva che tutte le sostanze degli oratori e delle chiese erano avocate alla Nazione) si impossessò dei beni dell’oratorio della Beata Vergine del Carmine (leggi 7.7.1866 e 11.8.1870) e per il buon funzionamento e mantenimento del luogo di culto restò solo un meschinissimo assegno come dice nella sua storia il canonico Giuseppe Quatrini (sic). Non è chiaro se questo sia da intendersi come patronato. La Famiglia Rangoni si pone all’origine di questa fondazione donando prima il terreno per l’oratorio poi il terreno per la costruzione dell’attuale chiesa. A testimonianza della profonda devozione si ricorda che il marchese Guido testamento espresse la volontà che il suo cuore, racchiuso in una scatola di piombo, fosse deposto nella tomba di famiglia, all’interno della chiesa. Il trasporto avvenne il 16 giugno 1693.

41057 Spilamberto MO, Italy
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