Beata Vergine della Mercede

Essendo ormai irrecuperabile il vecchio edificio (più volte oggetto di restauri e di ristrutturazioni, ma sempre precario perché costruito su terreno franoso) il vescovo di Bobbio, mons. Pellegrino, decise di costruire una nuova chiesa su terreno più stabile. Il 29 settembre 1929, lo stesso vescovo Pellegrino poneva solennemente la prima pietra del nuovo tempio su progetto dell’architetto Eugenio Ballatore. I lavori proseguirono fino all’aprile del 1930 ed il santuario fu consacrato l’8 maggio 1942 dal vescovo di Bobbio, mons. Bernardo Bertoglio. L’edificio, esternamente rivestito in pietra a vista, ha la facciata a capanna, con il corpo centrale rialzato, al centro del quale si apre un rosone; nella parte inferiore si trovano le tre porte corrispondenti alle tre navate. L’interno, sobrio e lineare, è a croce latina, a tre navate illuminate da grandi finestre laterali, mentre la navata centrale, più alta, prende luce da piccole finestre rotonde. Sull’altare si trova l’affresco della Beata Vergine della Mercede, più volte rimaneggiato e restaurato.Descrizione: L’affresco – che si trova sull’altare maggiore – è ancora quello staccato dal primitivo santuario: risale al XV secolo e rappresenta la Beata Vergine che allatta il Bambino; la Madonna è seduta e rivestita di un manto rosso, al quale il Bambino si aggrappa con la mano sinistra, con un atteggiamento spontaneo ed infantile. Entrata in uso: tra l’anno 1400 e l’anno 1500 Epifania: Apparizione della Beata Vergine ad una pastorella sordomuta, che riacquistò prodigiosamente la parola. Immagine: Dipinto
Note sulla raccolta: Tavolette votive; Stampelle; Oggetti Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti vari, Fotografie Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: B.Boccaccia, Santuari Mariani, Castelsangiovanni 1997.

Nel 774 l’imperatore Carlo Magno dona Montelungo con la sua chiesa al monastero di Bobbio. Dalla metà del XIII secolo al 1576 mancano notizie relative al Santuario, ma sembra che non fosse stato abbandonato totalmente, perché proprio nel 1576 vengono previste le spese per riparare il tetto della chiesa che era pericolante. Nelle relazioni delle visite pastorali, fino al 1630 si hanno riferimenti di solleciti per i restauri ed i lavori urgenti da predisporre per la sicurezza dell’edificio sacro e dei fedeli che vi si recavano. Solo nel 1734 il Santuario fu finalmente ristrutturato e, dopo un periodo quasi di oblio, fu di nuovo meta di rinnovata venerazione e devoti pellegrinaggi, suscitati anche da prodigiose apparizioni della Beata Vergine e di fatti miracolosi verificatisi in quei tempi. All’origine della devozione mariana di questo santuario si trova il miracolo che la tradizione popolare attribuisce all’apparizione di una Signora che, accarezzando e toccando una giovane pastorella sordomuta, le restituì la parola. BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. BIBLIOGRAFIA- LIBRO – Boccaccia Bruna, ‘Santuari mariani della Diocesi di Piacenza – Bobbio’, Castelsangiovanni 1997 (Presentazione e storia dei seguenti santuari della diocesi piacentina: Beata Vergine della Mercede: pp. 51-58) – LIBRO – Fiorentini Ersilio Fausto, Piacenza cristiana, Piacenza 1998 (Descrizione delle chiese di Piacenza. Il testo presenta riferimenti ai seguenti santuari della diocesi piacentina: Beata Vergine della Mercede: pp. 160-162).

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