Beata Vergine delle Grazie

Edificio a pianta ottagonale, sulla facciata principale si apre la porta rettangolare con inquadratura lavorata e timpano a sezione mistilinea; sopra il timpano una finestra chiusa ellittica, mentre sui due lati dell’edificio si aprono due porte secondarie rettangolari. Nella supplica del 27 gennaio 1606 al Pontefice si fa riferimento all’erezione di due ospizi, uno per il ricovero dei poveri e uno per i nobili, e di cinque case per i Cappellani, quest’ultime in seguito verranno adibite a convento per i Padri Domenicani. Nel 1650 venne terminato il campanile a canna quadrata con cella a quattro bifore, tamburo ottagonale e cupolina.Descrizione: Dipinto ad affresco raffigurante la Madonna che allatta il Bambino di scuola di Andrea Bellunello posta nella nicchia sopra l’altare maggiore. La Vergine appare seduta su un trono, porta una corona sul capo scoperto e un manto fermato sul petto da una sorta di medaglione, sulla sinistra si scorge il viso del Bambino con lo sguardo rivolto verso lo spettatore. Entrata in uso: tra l’anno 1602 e l’anno 1602 Epifania: La Madonna che allatta il Bambino. Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Interno dell’aula. Note sulla raccolta: Olio su tela con i devoti miracolati inginocchiati davanti al nimbo con la Madonna e il Bambino, ex voto dei 250 bresciani liberati dalla peste (1630); pala dell’altare laterale sinistro con la Madonna del Rosario, ex voto per la liberazione dalla peste (XVIII sec.); olio su tela con una donna che prega per la fine della guerra; olio su tavola con una famiglia devota; secc. XVII e XX. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Altro Conservazione attuale: Per motivi di sicurezza omettiamo la collocazione attuale. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Lucchetta 1972, pp. 37-43.

Il santuario sorse sul luogo di un antico capitello, in cui si venerava l’immagine della Vergine col Bambino e i SS. Valentino e Rocco. Il 7 settembre 1592 una donna, mentre lavava i panni al torrente, fu testimone della manifestazione della Vergine che le chiese per tre volte che fosse costruita in quel luogo una chiesa. Dopo varie vicissitudini il santuario venne consacrato nel 1603. Zoff 1991, pp. ; Corner 1760, Nel 1592 una donna fu testimone della manifestazione della Vergine che le chiese che vi fosse costruita una chiesa. Il parroco di Cordovado riferì l’accaduto al vescovo Matteo Sanudo, che non vi credette. La donna, imprigionata, venne aiutata dalla Vergine ad uscire. Cfr. Altri eventi e dati cronologici rilevanti. Una lapide posta sopra l’ingresso settentrionale all’interno del santuario ricorda lavvenuta edificazione nel 1603: BEATI SS. VIRGINI DEI MATRI / MIRIFICAE MATTHAEUS SANUTO / EPS. CONCORDIEN. QUOTIDIANA / PII POPULI STIPE ET SUA INDUSTRIA / FUNDA-TUM EXTRUCTUMQUE / CONSECRAVIT / KAL. MAII ANNO / MDCIII. Il santuario sorse sul luogo di un antico capitello, dedicato alla Vergine col Bambino e i SS. Valentino e Rocco. Nel 1592 una donna fu testimone della manifestazione della Vergine che le chiese che vi fosse costruita una chiesa. Il parroco di Cordovado riferì l’accaduto al vescovo Matteo Sanudo, che non vi credette. La donna, imprigionata, venne aiutata dalla Vergine ad uscire. Considerando l’evento e le guarigioni attorno al capitello, ci fu un processo canonico (1599) ed il conseguente assenso per la costruzione. 1° maggio 1603: consacrazione. Nel 1668 il Luogotenente di Udine istituì un Consiglio di 12 laici (Congregazione della Pia Casa) che amministrava i beni e le rendite. Nel 1714 i Domenicani si sostituirono ai cappellani e vi rimasero fino al 1806. Il santuario venne chiuso, quindi, su richiesta della popolazione, fu riaperto nell’ottobre 1807. Lenta decadenza sino al 1877, quando venne restaurato grazie ad un lascito (fam. Redolfi di Cordovado). Attualmente la giurisdizione religiosa dipende dalla parrocchia di Sant’Andrea di Cordovado. Al momento della sopressione napoleonica degli ordini religiosi, la giurisdizione passò al Regio Demanio. Dal 1714 al 1797 i Padri Domenicani subentrarono nell’amministrazione della chiesa e del campanile, mentre, la gestione degli edifici a nord della chiesa, rimase alla Congregazione della Pia Casa. Nel 1668 subentrò, per volere del Luogotenente di Udine, un Consiglio di dodici laici che divenne in seguito la Congregazione della Pia Casa e si occupava dell’amministrazione dei beni e delle rendite del santuario. L’amministrazione della chiesa venne fin dal 1603 affidata al Vescovo, al Capitolo diocesano e all’Università di Cordovado. Attualmente officia il parroco di Sant’Andrea di Cordovado. La cura spirituale fu affidata ad un sacerdote stipendiato dal santuario. Nel 1714 subentrarono i Padri Domenicani Osservanti fino al 1806, data in cui fu chiuso il santuario per essere riaperto l’anno successivo su richiesta della popolazione. Fin dal 1603 cinque canonici dovevano svolgere le funzioni religiose ed occuparsi della cura animarum.

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