Beata Vergine delle Grazie (in San Domenico)

Il culto ufficiale ha inizio quando l’immagine è traslata in un apposito altare della chiesa di Sant’Andrea in vineis (ora S. Domenico) la domenica 12 maggio 1420. Resta da stabilire l’esatta ubicazione dell’affresco e dell’altare all’interno della chiesa di S. Andrea. Le poche e imprecise testimonianze sono concordi nel localizzarlo sub pontili sopra il muro contiguo al primo chiostro, dalla parte destra. Eliminando l’ipotesi che si trattasse di un vero e proprio pontile quale elemento architettonico che definisce la presenza di una cripta, si deve presumerlo un portico con colonne avente funzione di sostegno, con tutta probabilità della cantoria, sotto la quale, per mezzo di una porta si accedeva al chiostro. Il 15 dicembre 1509 i padri Domenicani decisero di abbattere il pontile che impediva il naturale proseguimento delle cappelle sul lato della chiesa attiguo al chiostro, e di edificarne uno più piccolo sopra il muro del coro; in tale modo sarebbe stato possibile recuperare lo spazio per due altari. Nel 1510 si avviavano i lavori per l’edificazione della nuova cappella per riporvi l’immagine della Beata Vergine delle Grazie. Col patrocinio del patrizio faentino Nicolò Barbavari, la decorazione della nuova cappella venne affidata allo scultore Pietro Barilotto, allora associato a Giovanni di Antonio da Stradella. Forse fu in questa occasione della distruzione del pontile e del rifacimento ex novo della cappella, che l’affresco fu mutilato lateralmente delle braccia della Vergine e, nella parte inferiore, del corpo e di una probabile figura orante della quale forse non è azzardato supporre l’esistenza. Permane però il dubbio sull’ancona che doveva ornare l’affresco come una cornice, e sull’autore delle storie con i miracoli della Vergine in essa dipinte; purtroppo non sono stati ancora rinvenuti dei documenti in proposito. Un cambiamento radicale dell’aspetto della Cappella risale all’ultimo quarto del XVI secolo: la vecchia ancona viene portata nel dormitorio del convento e viene sostituita da una nuova in legno scolpita e indorata, con sportelli di legno muniti di apposita serratura che nascondono la vista dell’immagine, instaurando d’ora in avanti la consuetudine dello scoprimento solo il giorno della festa; contemporaneamente la cappella viene arricchita di marmi d’Istria scolpiti e indorati. La data esatta dei lavori va collocata con una certa approssimazione verso il 1590, poiché documenti del 1631-1633 fanno risalire questa ancora a quarant’anni prima. Nel maggio del 1634 poi, a soli tre anni di distanza dalla celebre e fastosa cerimonia dell’incoronazione della Vergine vennero compiuti ulteriori ritocchi dai responsabili della confraternita. La cappella della Vergine aveva assunto con i diversi interventi un aspetto particolarmente fastoso e nel 1635 viene ricordata ricca anche di addobbi e di arredi. Nel 1689 nuovamente la cappella subiva delle modifiche sostanziali: essendo morto il confratello Francesco Tampieri della Compagnia delle Grazie, per adempiere alle sue volontà, fu ordinato a Venezia presso Sante Trogni un altare di marmo finissimo; ed i Barbavari, che godevano dell’antico giuspatronato, dovettero cedere davanti alla volontà delle autorità religiose, del priore del convento, e dei confratelli oramai padroni in tutto e per tutto della cappella, rassegnandosi ad una messa in opera che non condividevano. Nuovi stucchi, nuove statue lignee (sei angeli), nuova decorazione pittorica della volta. Col rifacimento della chiesa domenicana iniziato nel 1759 l’affresco è staccato dalla cappella e nel 1760 trasferito nella cattedrale.Descrizione: Affresco di carattere gotico-continentale-veneto tuttora esistente, benché frammentario, nel Duomo, dove pervenne nel sec. XVIII, staccato dalla chiesa dei Domenicani. Il culto ufficiale ha inizio quando l’immagine è traslata in un apposito altare della chiesa di Sant’Andrea in vineis (ora San Domenico) la domenica 12 maggio 1420. Resta da stabilire l’esatta ubicazione dell’affresco e dell’altare all’interno della chiesa di Sant’Andrea. Entrata in uso: tra l’anno 1412 e l’anno 1420 Immagine: Dipinto
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

L’immagine della Vergine delle Grazie ha origine come ex voto in seguito alla peste del 1412. Viene dipinta da mano ignota in un punto imprecisato della chiesa di Sant’Andrea in Vineis (ora San Domenico) e rappresenta la vergine in atto di proteggere i fedeli raccolti sotto il suo manto. La devozione popolare è favorita dai padri Domenicani che per questa Vergine dispensatrice di grazie ritengono di dovere un altare al fine di istituzionalizzarne il culto. Il culto ufficiale ha inizio quando l’immagine è traslata in un apposito altare la domenica 12 maggio 1420. Alla cerimonia partecipa anche il futuro papa Eugenio IV (card. Gabriele Condulmaro). Nell’occasione è proclamata Santa Maria delle Grazie e quel giorno verrà considerato la sua festa. Il culto si consolida durante la peste del 1630 quando Faenza è totalmente risparmiata dall’epidemia. Col rifacimento della chiesa domenicana iniziato nel 1759 l’affresco è staccato dalla cappella e nel 1760 trasferito nella cattedrale. (Pezzoli, Repertorio). Per le vicende successive la traslazione si veda la scheda Beata Vergine delle Grazie (in Duomo). Nel 1412, in seguito alla presunta apparizione ad una matrona di nome Giovanna venne dipinto l’affresco nella chiesa di S. Andrea in Vineis come ex voto per la cessazione della peste. Il culto ufficiale ebbe inizio quando l’immagine fu traslata in un apposito altare della chiesa di S. Andrea in vineis (ora S. Domenico) la domenica 12 maggio 1420. Nel 1531 il padre Vincenzo da Faenza redasse dalla vecchia leggenda una storia dell’origine dell’immagine su una pergamena poi inchiodata su un asse di abete lungo tre piedi e largo uno e mezzo con l’immagine della Madonna; la tavoletta venne appesa a fianco dell’altare, affinchè col passare del tempo non si perdesse il ricordo degli eventi miracolosi all’origine del culto. BIBLIOGRAFIA – Oltre ai testi specificamente dedicati a questo luogo di culto si rinvia ad alcuni repertori significativi che presentano sezioni relative al santuario. – ARTICOLO IN MISCELLANEA – Pezzoli Stefano, ‘Repertorio generale dei Santuari in Emilia Romagna’, in Arte e Santuari in Emilia Romagna 1987, pp. 179 – 239. (Per la diocesi di Faenza-Modigliana sono descritti i seguenti santuari: Beata Vergine delle Grazie di Faenza). 1420: indulgenza di 40 giorni, cominciando dai primi vespri del giorno anniversario, a coloro che avessero visitato l’altare. L’affresco rimase nella chiesa dei Domenicani fino al 1760. La confraternita sorgeva contemporaneamente alla consacrazione dell’altare. La confraternita il 24 luglio 1421 riceveva una significativa concessione da parte del padre generale dei Domenicani Leonardo da Firenze, e nel 1422 fissava i suoi primi statuti. Nel 1529 il priore del convento fra Tommaso da Ferrara, fra Tommaso Barbavari e fra Innocenzo de’ Gandolfi da Faenza, concedono la cura della cappella e dell’altare della Madonna delle Grazie alla Compagnia delle Grazie altrimenti chiamata di San Pietro in Vincoli. Nel corso del XVII secolo i confratelli diventano padroni in tutto e per tutto della cappella.

48018 Faenza, Province of Ravenna, Italy
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