Cella della Beata Colomba

Nel 1488 era una piccola stanza senza finestre, oscura, a tetto, dove visse Colomba i primi sette anni, definita dal suo confessore-biografo “horrido carcere”. Quando il primo monastero fu in fase di ricostruzione la cameretta venne ampliata e situata nel solaio del dormitorioDescrizione: Piccola cella, tutta in legno, ricostruita nell’attuale monastero. Qui sono state ricomposte tutte le suppellettili e le reliquie dell’originaria celletta: il letto di tavole, un dipinto in tela di lino grezza raffigurante un Cristo “portacroce” appartenuto a Colomba di autore non ben identificato, una tavola a tempera con l’immagine della beata, opera di un pittore umbro dei primi ‘500, alle pareti molti ex voto, un Monte Calvario in cartapesta (lino, lanugine e colla) confezionato appositamente per lei dal confessore padre Sebastiano Angeli, indumenti e strumenti vari di penitenza come un tovagliolo, un asciugamano, una camicia di lana grezza, il velo del capo, un mantello, due cilici di crine di cavallo, una cintura di ferro con cui si cingeva le reni e catenelle di ferro che portava al collo, un grande reliquiario contenente la parte superiore delle ossa del cranio della beata posto sopra un piccolo altare. Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia Luogo: Altro
Ubicazione originaria del Santuario: Nella cappella di Santa Caterina da Siena nella chiesa di San Domenico, dove Colomba era solita pregare in vita; la cappella, dopo la sua morte, ha cambiato dedicazione in Cappella della beata Colomba. Note sulla raccolta: Molti di questi ex-voto sono descritti nella biografia di padre Sebastiano Angeli Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Oggetti di oreficeria, Protesi vere o rappresentate Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Raffaele Argenziano, Iconografia della beata Colomba a Perugia, in Una santa, una città. Atti del Convegno storico nel V centenario della venuta a Perugia di Colomba da Rieti (Perugia, 10-11-12 novembre 1989), a cura di Giovanna Casagrande ed Enrico Menestò, Regione dell’Umbria-«La Nuova Italia» Editrice, Perugia-Firenze, pp. 253-289, in particolare pp. 280-289.
I miracoli sono registrati nella Legenda Latina e Volgare del suo confessore-biografo padre Sebastiano Angeli e, successivamente riportati nelle molte biografie a lei dedicate.
Le date dell’attestazione più antica si riferiscono al soggiorno perugino di Colomba da Rieti. Quando Colomba da Rieti arrivò a Perugia il 17 settembre 1488 fu accolta in una “comune casa” di suore della Penitenza situata nei pressi della chiesa di San Domenico, in Porta S. Pietro dove abitavano solo due suore. In pochi anni la sua fama di santità legata a profezie, miracoli e messaggi di pace favorì nuove vocazioni tanto che alla sua morte le suore erano circa cinquanta. Dalla fine del 1489 sono documentate somme elargite dalle magistrature comunali e da semplici devoti dapprima per l’ampliamento della casa delle terziarie poi nel 1493 si pose la prima pietra per la “fabbrica” di un monastero vero e proprio che fu intitolato dalla stessa Colomba a Santa Caterina da Siena. Questo monastero, in cui esisteva la celletta dove la suora domenicana dormiva e pregava, nel corso del Settecento fu più volte ampliato e ristrutturato finché nel 1864, per la soppressione degli ordini religiosi dopo l’Unità d’Italia, fu confiscato e in gran parte ricostruito per altra destinazione: fu infatti adattato a caserma (attuale sede dei Vigili del fuoco). Le suore furono ospitate in una ristretta abitazione di via Antica (oggi via Imbriani) rimanendovi fino al 1940 quando il vescovo perugino Giovan Battista Rosa le riunì con un’altra comunità femminile domenicana perugina, quella di San Tommaso, e ambedue si fusero nell’attuale monastero della “Beata Colomba” in porta S. Angelo.

Via Monteripido, 06123 Perugia, Italy
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