Chiesa S. Antonio Abate

Attualmente l’edificio, realizzato in pietra arenaria (la Valle è invece calcarea) è a pianta rettangolare. Ha un’unica navata con abside semicircolare all’interno e rettangolare all’esterno. La facciata, che era preceduta da un portico (costruito negli anni ’50 e distrutto nell’incendio doloso del ’79), presenta un semplice portale, fiancheggiato da due finestrelle rettangolari riquadrate in pietra bianca. Fotografie precedenti al restauro del ’55 documentano l’esistenza di un foro circolare (rosone?) centrale sulla facciata, ora scomparso. All’interno, secondo testimonianze orali, erano visibili i resti di un palco per il coro, sopra la porta d’ingresso. L’architrave presenta la data 1647 e le iniziali di Gesù e Maria (16 IHS MRA 47). Sulla sommità della facciata c’è la cella campanaria a vela, con bifora, realizzata in pietra calcarea. Ambedue i lati dell’edificio presentano due finestrelle rettangolari riquadrate in pietra calcarea.Descrizione: Dipinto della madre con bambino su lastra metallica in cornice barocca. Sul retro dell’immagine si legge che fu benedetta nel 1913 dal parroco di San Antonio in Bosco (Borst), per sostituirla ad una precedente immagine che era stata rubata. L’immagine veniva portata in processione dalla chiesa di Bagnoli / Boljunec alla cappella il lunedì di Pasqua. Rimaneva nel santuario fino alla prima domenica di ottobre (Santa Maria del Rosario) quando veniva ricondotta nella chiesa parrocchiale. Attualmente è conservata in modo stabile nel santuario, appesa al muro alla destra dell’altare. Entrata in uso: tra l’anno 1913 e l’anno 1913 Epifania: Madonna col Bambino. Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Appesi alle pareti del santuario. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: I pochi esemplari sfuggiti agli atti di vandalismo sono consevati in un luogo che omettiamo per ragioni di sicurezza.

Secondo alcuni indizi la sua edificazione potrebbe risalire al IX secolo, anche se la prima documentazione disponibile risale al XIII secolo, quando si costituì a Trieste la Confraternita dei Battuti o del Santissimo Sacramento, che forse contribuì – almeno in parte – all’edificazione del santuario. In uno statuto della Confraternita datato 1367 è espressamente citata Santa Maria in Siaris (accanto a Santa Maria di Grignano) come luogo dove i confratelli dovevano recarsi in penitenza, scalzi, nel caso di bestemmia o parole disoneste. Fin dal ‘300 si testimoniano inoltre pellegrinaggi da Trieste il 3 maggio (Calendimaggio-mese mariano). È probabile che la vita della chiesa sia connessa a quella dell’utilizzo della Via della Rosandra per gli scambi commerciali e dunque che la sua importanza a livello extra regionale si affievolisse via via nel corso del ‘700. Testimonianze orali attestano un saltuario uso processionale fino ai primi anni ’70 del ‘900. Il paese aveva iniziato ad erigere una chiesa in un punto della Val Rosandra (secondo alcuni, dove ora si trovano i resti di una costruzione ritenuta essere in antico una cappella). Il giorno successivo trovarono che le pietre erano state spostate. Si decise perciò di costruire il santuario nel punto indicato (tradizione orale). Il parroco di Bagnoli riferisce che secondo alcuni la chiesa fu costruita per volere di Carlo Magno. Nel ‘600 la pieve di San Dorligo era sotto la giurisdizione di San Servolo, sottoposta alla decima al Vescovado e facente parte della Provincia del Cragno. Probabilmente fu sottoposta alla cura della Confraternita del Santissimo Sacramento, istituita il 9 giugno 1635 presso la parrocchiale di San Ulderico (San Dorligo / Dolina), ma mancano dati certi al riguardo. Così come rimane nella pura ipotesi l’esistenza di un vicino convento, dalla tradizione detto dei frati bianchi, che avrebbe potuto aver parte nella cura del santuario. Attualmente la cura spirituale è affidata alla parrocchia, aiutata da gruppi di volontariato. Nei Prospectus beneficiorum ecclesiasticorum (almeno dal 1870) si parla di Imperial Regio patronato; nel corso almeno degli ultimi due secoli la gestione dei beni della chiesa a Bagnoli / Boljunec era affidata ad un comitato di 4 membri (due proposti dal parroco e due votati dalla srenja, vicinìa, comunità locale rappresentata dai capifamiglia) che controllava e teneva i conti, decideva lo stipendio di prete e campanaro e stabiliva le quote che ciascun paesano doveva versare per il culto. Le quote per il parroco sono state raccolte per l’ultima volta nel 1968.

Localita` S. Antonio In Bosco, 93, 34018 San Dorligo della Valle TS, Italy
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