Eremo di San Pancrazio

L’attuale chiesetta, risalente all’epoca moderna, è di dimensioni piuttosto ridotte, ad unica navata e molto spoglia.Descrizione: L’osso del Santo è racchiuso nel reliquiario seicentesco: un braccio d’argento. La processione non è però incentrata sulla venerazione della reliquia: lo stendardo rosso raffigurante il giovane martire cavaliere, simbolo della libretà cittadina, rimane il fulcro del rituale e il principale oggetto processionale. Reliquia: Ossa Luogo: Vetta
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

San Pancrazio, martire cristiano originario della Frigia, visse nei primi anni del IV sec. e venne decapitato sotto Diocleziano; il suo corpo fu sepolto nelle catacombe della via Aurelia. Secondo la tradizione Pancrazio portò il cristianesimo a Calvi. Le reliquie del santo furono donate a Calvi solo nel seicento, ma il suo culto risale con certezza almeno all’epoca medievale: gli statuti trecenteschi di Calvi lo nominano come testimone dei giuramenti e difensore dei cittadini. Il complesso rituale inscenato durante la sua festività allo scopo di ribadire i confini fra Calvi e i centri limitrofi affonda le sue radici in un complesso cerimoniale di origine medievale, come confermato anche dalla nomenclatura dei personaggi che vi prendono parte. La devozione dei calvesi verso il proprio patrono non si è mai spenta. La leggenda narra che tre fratelli Oreste, Pancrazio ed Erasmo decisero di rinunciare ai beni e alle agiatezze della propria casa e ritirarsi lontani l’uno dall’altro e in solitaria penitenza su tre montagne distinte ma tali che fossero l’una in vista dell’altra. Ogni sera al vespro, al momento in cui nelle sottostanti valli si recitava l’Ave Maria, i tre fratelli affacciatisi all’esterno dei loro modesti romitori avrebbero recitato contemporaneamente le preghiere apprese nell’infanzia vissuta in comune. I tre giovani entrarono presto in fama di grande santità e alla loro morte le popolazioni di quelle montagne, ammirate del loro esempio, avrebbero edificato sul luogo del loro ritiro un santuario alla memoria di ciascuno di loro e avrebbero intitolato le cime dei monti al nome di quei santi anacoreti: il Soratte diventò il Monte Sant’Oreste, il Rosaro (sopra Calvi) il Monte San Pancrazio e Torre Maggiore, monte sopra il Castello di Cesi, divenne Monte Sant’Erasmo.

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