Ubicazione originaria del Santuario: Gli ex-voto furono posti presso la grotta. Note sulla raccolta: La provenienza delle offerte votive è prevalentemente italiana, ma non mancano ex-voto di devoti stranieri. La maggiorparte risale al primo quindidecennio di vita del santuario. Nel 1966 Paolo VI autorizza l’alienazione degli ex-voto per aiutare le popolazione alluvionate. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Protesi vere o rappresentate, Fotografie, Altro Conservazione attuale: Sono ora riposti in un ambulacro costruito dietro la grotta.
Fin dal 1947 si iniziarono a registrare grazie e miracoli avvenuti nei pressi della grotta dell’apparizione. Venne costituita la Commissione Medica sull’esempio del Boureau des Constations di Lourdes. Il Presidente fu Alberto Alliney, già medico a Lourdes, che nel 1952 pubblicò un volume dal titolo La grotta delle Tre Fontane. Gli avvenimenti del 12 aprile 1947 all’esame della critica scientifica. Studio medico del miracolo. Cenni su alcune guarigioni, Città di Castello, Tipografia Unione arti graffiche, 1952. Nella terza parte del suo libro il dott. Alliney elenca una selezione di quattordici miracoli, considerati inspiegabili dalla scienza (guarigioni prodigiose), ai quali aggiunge altri brevi racconti di guarigioni miracolose o grazie. Accanto al volume di Alliney, possono considerarsi delle vere e proprie raccolte di miracoli, le varie riviste sorte ad opera dei devoti del santuario. In particolare va segnalato il periodico mensile La Voce delle Tre Fontane attivo dal 1947 diretto da Enrico Contardi.
Il santuario nasce a seguito di una apparizione miracolosa della Vergine avvenuta il 12 aprile 1947: Bruno Cornacchiola, dipendente dell’Ente Tranviario e membro della chiesa Avventista, e i suoi tre figli avrebbero visto in una grotta presso un bosco di eucalipti, proprietà dell’Ente E.U.R., la Vergine vestita con un manto verde e una veste bianca con in mano un libro e al lato una croce spezzata in quattro parti. La Vergine sarebbe apparsa al Cornacchiola altre tre volte (il 27 aprile, il 23 maggio e il 30 maggio), confidandogli alcuni messaggi, tra i quali uno segreto da riferirsi unicamente al pontefice Pio XII. Il pellegrinaggio al santuario iniziò già dal maggio di quell’anno e fu particolarmente attivo nel primo decennio nonostante la prudenza manifestata dalla curia romana. Si iniziò subito a fare dei lavori intorno alla grotta, seppur abusivi: infatti l’Ente Eur non volle concedere il terreno ai frati trappisti che intendevano costruirvi un santuario in quanto accettava come unico interlocutore il Vicariato. Solo nel 1956, divenuto Vicario Generale il card. Micara, si pervenne ad un accordo: il Vicariato avrebbe affittato il terreno con il minimo canone di affitto, con la possibilità di elevare un recinto e modeste costruzioni. Il santuario accoglie ancora migliaia di pellegrini ogni anno.Al momento dell’apparizione Bruno Cornacchiola, che desiderava uccidere il papa Pio XII con un pugnale che in seguito gli donò, stava preparando un intervento contro il dogma dell’Immacolata Concezione. I suoi tre figli stavano giocando, quando la palla finì in una delle grotte che si trovavano nei pressi. Bruno cercava di recuperarla quando, entrando nella grotta trovò il figlio in ginocchio con le mani giunte. Chiamò gli altri due figli che caddero anch’essi in preghiera di fronte alla bella Signora che pian piano prese consistenza e si rivelò anche a Bruno. ICCD – MNATP, Mariotti. Il racconto delle apparizioni fatto dal Cornacchiola furono registrati nel 1947 in tre opuscoli: 1) Enrico Contardi, Le ‘Apparizioni’alla Grotta delle Tre Fontane. Primo documentario sulla Vergine della Rivelazione, Ed. Cosmos, Roma 1947. 2) Giulio Loccatelli, La Madonna è apparsa ed ha parlato nella Grotta delle Tre Fontane, Ed. Unitas, Roma 1947. 3) Arduino Valente, L’apparizione della Vergine della Rivelazione, Roma 1948. Per quattro anni il santuario fu privo di giurisdizione ecclesiastica e rimase in mano a comitati spontanei di laici. Tra questi il cosiddetto Uomo della grotta, ovvero Pasquale Perfetti, sedicente miracolato di Lourdes, che si era autonominato custode perpetuo volontario, ma che subì un processo per essersi impossessato di parte delle elemosine. A partire dal 1952 il terreno dove sorgeva il santuario fu, come si è detto, preso in affitto dal Vicariato. Il Cardinale Vicario Micara chiese ai frati minori conventuali (che si erano stabiliti con la Cittadella dell’Immacolata nelle vicinanze) di custodire la grotta. La cura spirituale fu gestita in origine soprattutto da comitati laici. Lo stesso Pasquale Prefetti faceva parte di un Comitato laico per la custodia della Grotta della Rivelazione il cui presidente era Enrico Contardi. Il Comitato si sciolse nel 1948. Si ebbero altri due tentativi di dar vita a gruppi di laici organizzati: la Pia Unione Dame della Grotta (di sole donne) e l’Associazione zelatori della Vergine della Rivelazione che nacque agli inizi degli anni ’50 e si estinse nel 1970 con la morte del suo presidente Giovanni Battista Perasti. All’inizio il culto fu con prudenza appoggiato dai monaci trappisti della vicina abazia, che fecero pressioni a livello politico (interpellando Luigi Sturzo e, tramite questi Giulio Andreotti) perché si costruisse un santuario intorno alla grotta.
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