Madonna del Carmine

In origine l’edificio era ad una sola navata, pianta a croce latina con un portico sui tre lati. Assunse la fisionomia attuale, cioè tre navate a croce latina, nel 1928-1929, allorchè la chiesa fu completamente ristrutturata. L’unico altare è collocato in un’abside a pianta quadrata. La facciata ha un’unica porta agibile, mentre le altre due sono state tamponate; al primo ordine è suddivisa da sei paraste, due delle quali, in posizione centrale che inquadrano la porta, presentano capitelli ionici. Al secondo ordine le quattro paraste che sorreggono il timpano risultano meno elevate rispetto a quelle del primo ordine, mentre le due centrali presentano capitelli compositi. Tra il cornicione del primo ordine, più largo, e quello più stretto del secondo, ci sono alcuni elementi di raccordo curvilinei che alleggeriscono la facciata.Descrizione: La statua lignea, vista dal visitatore apostolico Castelli nel 1575, era stata allora definita in cattive condizioni. Si tratta di una Madonna con Bambino, policroma. Entrata in uso: tra l’anno 1575 e l’anno 1682 Immagine: Statua Descrizione: Tavola lignea, rappresentante la Vergine con il Bambino, datata al XV secolo e oggetto di grande devozione popolare. Attualmente la tavola non è più conservata nel santuario, bensì nella chiesa parrocchiale di San Donato e precisamente nella prima cappella a sinistra dell’ingresso della chiesa. Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Sulle pareti del santuario. Note sulla raccolta: Soprattutto oggetti di oreficeria. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche Conservazione attuale: Numerosi ex voto sono stati vendui nel corso dei secoli. Non diamo gli estremi della conservazione attuale per ragioni di sicurezza.

Intorno al 1629 il santuario era in costruzione sulle rovine di una chiesa di Santa Maria, già segnalata come suffraganea della pieve di San Giovanni di Paterno nelle Rationes Decimarum Tusciae del 1276-1277. (Serena Leonardi, Le chiese di Chianni attraverso gli scritti di un erudito del ‘700: Giovanni Mariti, in C. Agostini, C. Iannella, M. Tangheroni a cura di, La comunità di Chianni. Momenti di storia, Pisa, ETS 1994, pp. 147-164). Premettiamo una precisazione valida per tutti i santuari della diocesi di Volterra: a causa dell’indisponibilità degli archivisti dell’Archivio Diocesano di Volterra, i ricercatori Roberto Boldrini e Alessandro Furiesi che si sono occupati dei santuari di quella diocesi, non hanno potuto consultare la documentazione ad essi relativa, pertanto hanno compilato le loro schede su base bibliografica e attraverso la documentazione conservata nel fondo manoscritti della Biblioteca Guarnacci di Volterra ed in altri archivi minori. Ogni inesattezza, ogni eventuale errore e ogni lacuna presente nelle schede è quindi imputabile alla impossibilità di accedere alla documentazione di prima mano. Auspichiamo, comunque, che gli archivi capitolare e diocesano di Volterra possano essere aperti al pubblico degli studiosi indistintamente, perché allo stato attuale soltanto qualche fortunato ricercatore ha potuto avere accesso alle carte lì conservate. Coloro che hanno collaborato a questo censimento non fanno parte di tale categoria. Nella chiesa del Carmine aveva sede anche la compagnia di Sant’Antonio presso l’omonimo altare di patronato Taglini, soppressa nel 1785. Questa scheda è stata compilata da Roberto Boldrini. Il patronato sul santuario competeva anche ai Nove Conservatori del Dominio e della Giurisdizione fiorentina.

56034 Chianni PI, Italy
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