Il Santuario è a pianta rettangolare, senza abside, con tetto a capriate e doppio spiovente.Descrizione: L’affresco raffigura la Madonna in trono che tiene sulle ginocchia il Bambino. Questi è in posizione eretta, in atto di benedire con la mano destra, mentre con la sinistra sostiene il globo terrestre.L’originale è di scuola bizantina, forse opera del XIV secolo degli allievi del pittore Conxolus, attivo nella seconda metà del XIII secolo nel Sacro Speco di Subiaco e in altri luoghi della valle dell’Aniene. Nel 1966 è stato staccato dalla nicchia del Santuario, restaurato e collocato nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta nel 1985. Nella collocazione originaria c’è una copia opera del pittore Agostino Tomei.L’immagine è stata denominata Madonna del Passo perché prossima ad un ponte sull’Aniene ed alla strada sublacense dove era praticamente obbligo per i viandanti passare.Nella parrocchiale viene venerata anche una statua lignea con lo stesso titolo dell’affresco. La scultura, risalente all’inizio del XVIII secolo, viene conservata nella nicchia sopra l’altare della navata destra e solennemente portata in processione. La Madonna è in posizione eretta nell’atteggiamento di chi è in procinto di camminare. Da qui, secondo alcuni, il titolo di Madonna del passo. Con il braccio sinistro sorregge il Bambino il quale, a sua volta, benedice con la destra e tiene il globo nella sinistra. Entrambi sono vestiti preziosamente nei giorni della festa. Immagine: Dipinto
Al posto dell’attuale chiesa esisteva una piccola cappella chiamata Madonna degli angeli, che nel 1615 era diroccata e coperta di rovi. Il Santuario venne costruito su quei ruderi l’8 maggio 1615. E’ stato restaurato nel 1791 e modificato nel 1932, quando fu rialzato di m 1,50 ed il vecchio altare restò così sepolto sotto il pavimento.
Il 9 marzo 1615 l’immagine della Madonna che si trovava all’interno della chiesa compì il miracolo di liberare l’ossessa Elisabetta d’Andrea, di Agosta. Il fatto è stato tramandato da Pierantonio da Trevi e tramandato dal card. Ugo P. Spinola in una visita del 1840. Nel gennaio 1615 la D’Andrea fu condotta a Trevi nel Lazio per farla esorcizzare da don Domenico Cera. Per un mese furono eseguiti riti esorcistici senza alcun successo; ad un certo punto il demonio, per bocca della donna, gridò che sarebbe uscito da quel corpo solo davanti alla Madonna del Passo dell’Agosta. Il 3 marzo don Cera andò all’Agosta e per diversi giorni fece esorcismi sulla donna. Il 9 marzo il diavolo uscì gridando: Questa Madonna è il nostro flagello. Nei mesi successivi altre sei donne di S. Vito Romano e due di Marano Equo furono miracolate e liberate dal demonio.
Un’altra tradizione tramandata oralmente riguarda la statua lignea che si trova nella chiesa. All’inizio del secolo XVIII una carovana di madonnari propose al parroco l’acquisto di una statua lignea. A causa del prezzo troppo alto non si arrivò ad un accordo e i madonnari ripartirono alla volta di Subiaco ma, verso il torrente Tostini, furono investiti da un nubifragio. Tornarono indietro e contrattarono di nuovo ma inutilmente. Ripartirono e furono ancora fermati da un nubifragio. Riconosciuto questo come un segno divino tornarono dal parroco e gli cedettero la statua per pochi scudi.
00020 Agosta RM, Italy
Madonna del Passo
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