Madonna del Pozzo

In questi anni avvenne la costruzione dell’oratorio ad unica aula.Descrizione: L’oggetto venerato è un affresco policromo raffigurante su di uno sfondo geometrico la Madonna, a mezzo busto, che tiene nella mano destra un piccolo libro nero e con la sinistra sorregge il Bambino. L’affresco originario (1584-1586) fu restaurato nel 1637 da M. Rosselli, che dipinse lo sfondo geometrico ed inquadrò l’immagine tra san Carlo Borromeo e san Martino. Entrata in uso: nell’anno 1585 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: In origine gli ex voto circondavano l’edicola della Vergine e le facciate delle case vicine al santuario. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Oggetti vari

Il pievano Ghisi, nei suoi Ricordi, riporta la leggenda di fondazione, dando inizio alla devozione nel giorno dell’Assunta del 1584: due cappuccini si fermarono presso un pozzo di proprietà dei Paoli per attingervi dell’acqua; improvvisamente la corona di fiori, che circondava un’edicoletta di una Madonna posta poco distante dal pozzo, rifiorì emanando un profumo soave. I frati chiamarono gli abitanti del luogo per mostrare loro l’accaduto e in pochi giorni la notizia del miracolo si diffuse e tra i primi ad accorrere furono alcuni malati che furono subito guariti. La tradizione orale sembra rifarsi alla leggenda di fondazione della Madonna del Pozzo di Empoli con l’analoga narrazione di un fortuito ritrovamento di un’immagine della Vergine da parte di alcuni ragazzi che, giocando con delle pietre, ne mandarono una inavvertitamente dentro il pozzo, udendo un grido di dolore: affacciatisi, vi trovarono l’affresco lievemente rovinato sulla guancia. La devozione della Madonna del Pozzo fu particolarmente sentita nel 1622, anno della moria dei bambini, e nel 1631, anno dell’epidemia di peste che nel brozzese ebbe tale violenza che molti che sono morti nel nostro popolo non sono scritti in questo libro perché non si sono sotterrati nella nostra chiesa ma ne’ campi santi che si fecero nel piviere l’uno a Quaracchi e l’altro a San Donnino, molti se ne andavano al lazzeretto e quivi si sotterravano. Questa scheda è stata compilata da Anna Ajello. la leggenda di fondazione ritiene che la primitiva e miracolosa immagine fosse dipinta su una parete della casa dei Paoli.

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