Madonna della Cittadella

La costruzione fu commisionata da Jacopo III d’Appiano ed è in stile tipicamente rinascimentale. La struttura faceva corona alla dimora fortificata del principe sulla collina di Santa Maria e si trovava al centro della piazza. La copertura originaria in legno fu celata, in epoca napoleonica, dall’attuale controsoffittatura a volta, mentre l’altar maggiore con pala marmorea fu smontato e fu sostituito da un altro, in stiloe barocco, prelevato dalla chiesa lucchese dell’Angelo e ancora ivi colocato (1811 circa). L’abside fu murata, fu ricostruito il presbiterio con dimensioni maggiori, per ospitare l’enorme altare.Descrizione: La statua raffigura una Madonna con Bambino, è in terracotta policroma di stampo robbiano. La Madonna ha un’espressione di amorevole indulgenza verso il bambino, lo sostiene con il braccio sinistro, mentre con il destro tiene una manina del piccolo che fa un segno benedicente. Entrata in uso: tra l’anno 1375 e l’anno 1400 Immagine: Statua
Raccolta di ex voto: No Ubicazione originaria del Santuario: Nel 1777 la sacra immagine, dotata di preziosi ornamenti era posta sull’altare principale. Note sulla raccolta: Numerosi erano i gioielli donati alla Vergine, come appare dall’ Inventario del regio Oratorio di Cittadella, redatto nel 1858 dalla Direzione Generale delle Acque, Strade e Fabbriche Civili dello Stato. Secondo l’inventario erano numerosissimi i voti donati e tra essi erano particolarmente numerosi i gioielli. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Oggetti vari Conservazione attuale: Dispersi.

Il 1465 è l’anno della commissione della Chiesa da parte del signore di Piombino Jacopo III di Appiano. Precedentemente a quella data, l’immagine miracolosa, ovvero una terracotta policroma robbiana, era conservata nella Pieve di San Lorenzo a Piombino. A causa delle pessime condizioni nelle quali versava l’edificio, Jacopo da Appiano fece collocare l’icona nella cappella del suo palazzo, da poco costruita e lì è rimasta. Come recitano alcune memorie manoscritte della città di Piombino la Madonna con il Bambino, a causa degli immensi portenti, grazie e favori che in ogni tempo si è degnata continuamente profondere, e si acclama e si venera da Piombinesi per Protettrice. Per avanti collocata nella Pieve di S. Lorenzo, il qual tempio minacciando rovina, si può credere che ne seguisse la traslazione nella nuova Cappella eretta da Jacopo. In numerosi Libri del Consiglio di Piombino la menzione della Madonna di San Lorenzo ritorna molto spesso e sappiamo che i piombinesi erano soliti ricorrere alla sua intercessione durante circostanze avverse, nonché che erano soliti destinare, sia privatamente che pubblicamente, congrue elemosina per onorarla. Durante congiunture particolarmente gravi la statua della Vergine veniva condotta processionalmente per le strade di Piombino. Ancora l’estensore delle Memorie manoscritte che si è già citato scrive che nel 1631 grazie alla pia pratica la peste cessò: E certamente ammirossi ad evidenza il miracolo, avvegnaché in una processione, ov’era il concorso di tutta le gente che necessariamente com’è solito, dovendo andare così strettamente l’uno con l’altro non potevano far di meno di avere contatto, nessuno fu contaminato dal morbo. Dal 1819 al 1822 circa il santuario, sotto la tutela della Direzione Generale delle Acque, delle Strade e delle Fabbriche Civili dello Stato, rimase chiuso ai fedeli, furono sequestrati gli arredi e le dotazioni del santuario ma in seguito, il Comandante di Piombino, che eseguì tali operazioni, si impegnò affinchè il luogo di culto fosse riaperto ai fedeli. In una lettera al Governatore di Piombino, infatti, egli sottolineava la grande importanza della devozione dei piombinesi verso tale immagine: Posso assicurare E.V. che, allorquando dovetti eseguire un tale Sovrano Comando, lo fece perché tale era il mio dovere: ma conoscendo la devozione di questo popolo, verso la Madonna della Cittadella, che è la Protettrice di questa città, procurai di imbarcare i detti generi rinchiusi in casse di notte per timore che non dovesse nascere di qualche inconveniente, non perché i piombinesi siano cattivi, ma perché l’opporsi ad una devozione generale e spogliare un santuario gradito ad un popolo, è cosa sempre pericolosa […]. Leggenda pubblicata in E. Niccolini, La Madonnina della Cittadella nella storia e nella leggenda, Piombino, Ind. Tip. La Perseveranza, s.d., pp. 4-14. In sintesi: Dice la storia che questa immagine di Andrea Della Robbia fosse stata rapita dai livornesi e poi riportata misteriosamente per miracolo. E quando Jacopo III degli Appiani vedendo che il tempio di San Lorenzo, dove pare fosse custodita la Madonnina robbiana, minacciava rovina, fece costruire vicino alla sua abitazione di Cittadella una bellissima cappella […]. Si disse ancora che la Vergine fosse miracolosamente trovata nella nuova dimora senza che alcuno ne avesse fatta la traslazione. Nel 1913-1926 l’oratorio della Cittadella si trova al centro di una controversia tra la Parrocchia di Sant’Antimo e quella dell’Immacolata, cui dal 1901 perteneva il santuario. Il parroco dell’Immacolata voleva ottenere da quello di Sant’Antimo le chiavi del santuario. Questa scheda è stata compilata da Beatrice Sordini. Nel 1846 il vescovo Giuseppe Maria Traversi in rigraziamento a S.D.M. per la liberazione del flagello del terremoto, concesse l’indulgenza ai devoti visitatori; inoltre nel 1928 il vescovo Giovanni Piccioni annetteva, in occasione di una processione per il ritrovamento del’Immagine della Madonna che era stata rubata nel 1914, l’indulgenza di rito. Nel 1822 il Maggiore Comandante di stanza a Piombino, Adriano Nugnes, scriveva al vescovo per ottenere che fosse nuovamente officiata la Cappella della Cittadella e perché fosse nominato un nuovo cappellano militare. Il 22 marzo del 1858 il Granduca di Toscana, per evitare qualsiasi motivo di attrito tra l’Arciprete e l’Ingegnere distrettuale locale in merito al santuario, stabilì che il patronato passasse al Vescovo. A tale sovrana disposizione il 23 aprile del 1858, la Direzione Generale della acque, delle Strade e delle Fabbriche Civili, compilava un Inventario del Regio Oratorio della Cittadella, mediante il quale avvenne la consegna delle suppellettili nelle mani di don Giuseppe Montauti da parte dell’ingegner Aristodemo Ficalbi. Il patronato è attestato da una lettera del 1823 come già in vigore. Entro il 1814 il patronato passò alla Direzione delle Acque, Strade e Fabbriche Civili dello Stato. Di fatto un simile passaggio annullò il santuario medesimo, che venne chiuso e riaperto al culto solo nel 1822. I Principi Baciocchi dominarono su Piombino in epoca napoleonica. I principi d’Appiano avevano edificato la cappella all’interno della cittadella: il ruolo di committenti e, successivamente di patroni, era ricordato al visitatore dai numerosi plutei marmorei presenti all’interno del santuario e decorati con le armi di famiglia.

57025 Piombino, Province of Livorno, Italy
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