Madonna della Fonte

Fra XII e XIII secolo venne eretto l’edificio in stile romanico, con impianto longitudinale a tre navate divise da pilastri, absidi incluse, transetto poco sporgente e facciata a salienti divisa da paraste, esemplato sul modello icnografico della Basilica di S. Nicola di Bari. Probabilmente nel corso del XIV secolo vennero aperte le tribune sulle navate laterali e vennero realizzate le volte a crociera sulle navi laterali, in sostituzione di un originario soffitto ligneo.Descrizione: Il dipinto a tempera su tavola ricalca lo schema dell’Odegitria con contaminazioni del modello della Kikkotissa, co cui condivide la tipologia della tunica corta del Bambino. La Vergine indossa maphorion dipinto in azzurrite percorso da fitte pieghe e chiuso a collarino attorno al collo. Il Divin Infante siede sul braccio sinistro di Maria, regge il rotulo e benedice alla greca. I tratti dei volti sono particolarmente marcati e le ombre spesse. Il dipinto, simile nel modello iconografico, alla Madonna della Madia di Monopoli, è stato riferito dalla critica a maestranza locale del XIII secolo influenzata dai modi dell’opposta sponda adriatica (P. e. M. D’Elia). Calò Mariani ha proposto un accostamento con prodotti trecenteschi greci (Madonna Hodighitria del Museo Nazionale di Belgrado e quella in S. Nicolò Orphanos a Salonicco), sottolineando l’unicità dei caratteri formali dell’icona di Conversano e non escludendo una provenienza da un atelier d’Oltremare. Immagine: Icona Luogo: Altro
Raccolta di ex voto: No

Una delle prime attestazioni della devozione alla Madonna della Fonte risale al 1134, allorché Roberto di Bassavilla, conte di Conversano, fece imprimere l’effigie mariana sul suo sigillo. La leggenda scritta ricorda il primo vescovo di Conversano, Simplicio, che nel 487 (in alcune fonti nel 489) si recò missionario in Africa ove convertì il vandalo Bremo e la sua famiglia; ritornato a Conversano fondò una chiesetta intitolata a San Silvestro e quattro cappelle in onore della Vergine, poste nei quattro punti cardinali nel territorio conversanese (una presso il castello, un’altra presso la fonte in Palude, l’altra presso S. MArco ed un’altra in contrada Padula). Nella tradizione scritta, pertanto, non esiste una fonte antica relativa all’arrivo dell’icona a Conversano. Nella tradizione orale, le due versioni si fondono. Nella tradizione orale Simplicio trafugò di notte e di soppiatto una icona della Vergine per sottrarla al rogo delle immagini. Scoperto venne salvato da Breno che, fattolo imbarcare, gli donò tre sacchetti d’oro: uno sarebbe servito per il viaggio, un altro per edificare una cappella intitolata a S. Silvestro ed un altro ancora per i poveri. Un vento forte costrinse Simplicio a sbarcare sulla spiaggia di Cozze, donde poi un corteo di fedeli accompagnò l’icona il primo sabato di maggio del 487 a Conversano, ove venne posta nella cripta della cattedrale. Una lapide murata in facciata documenta un restauro, realizzato per iniziativa del vescovo Pietro D’Itri (1359-74), la cui entità è ancora da valutare e che probabilmente coinvolse le navate laterali e portò al completamento della decorazione (affresco nell’abside sinistra). Nel 1877-78 si avviarono i lavori di eliminazione delle sovrastrutture settecentesche, sotto la direzione dell’architetto conversanese Sante Simone. Nel 1911 la chiesa andò quasi totalmente distrutta in un incendio, a seguito del quale fu realizzato un radicale intervento di ripristino della facies romanica.

70014 Conversano BA, Italy
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