Ubicazione originaria del Santuario: Esistevano affreschi votivi in tutte le pareti interne ed esterne della chiesa, e vi erano ex voto intorno all’immagine della Vergine ritenuta miracolosa. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Altro Conservazione attuale: Sono rimasti solo gli affeschi votivi interni, anche se in cattive condizioni. Quelli esterni sono definitivamente scomparsi. Gli ex voto intorno all’immagine per motivi di sicurezza sono stati tolti, è stato lasciato solo qualche cuore d’argento.
Probabilmente la chiesa fu costruita intorno alla metà del XIV sec. dai fedeli che accorrevano a onorare l’immagine della Madonna (un pregiato dipinto trecentesco attribuito alla scuola di Pietro Lorenzetti), ad essa infatti erano attribuiti poteri miracolosi e i tanti affreschi votivi che ricoprono le pareti testimoniano questo culto; il primo documento che attesta la presenza di questo luogo è del 28 giugno 1400, (si tratta di un testamento in cui si chiede di realizzare uno degli affreschi votivi). Tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, la badessa del convento di monache cistercensi di Santa Giuliana ebbe una lunga controversia legale col guardiano dei frati del convento di San Francesco di Perugia, per il possesso del piccolo santuario, che grazie a lasciti e donazioni stava sempre più arricchendosi. Papa Bonifacio IX nel 1403 lo diede ai frati, ma le suore non si arresero, e nel 1413, papa Giovanni XII lo restituì alle monache, in seguito intervennero i magistrati di Perugia che nel 1466 confermarono la proprietà del santuario ai frati. Ma la disputa ebbe termine solo quando Foresio Vannucci di Cortona intorno al 1470 con delega del papa Paolo II pronunciò una sentenza definitiva a favore della badessa di Santa Giuliana. Nel Cinquecento il culto era ancora molto vivo, mentre nel Seicento inizia una lenta decadenza che si acuì nel Settecento e verso la fine di questo secolo il luogo, che risultava alquanto trascurato, fu ristrutturato e vennero ricoperti con calcina bianca tutti gli affreschi votivi. Non si conosce con esattezza il periodo in cui il santuario cadde in disuso. Nel 1859 la proprietà della chiesetta passò dalle monache di Santa Giuliana alla parrocchia di Sant’Egidio che ne affidò la cura alle suore del santissimo Sacramento del Rosario, che operava in paese. Nel 1913 durante nuovi lavori di restauro fu riportato alla luce quel che rimaneva degli affreschi votivi. Nel 1978 la chiesa venne riaperta la culto dopo altri lavori di restauro, nonostante questa riapertura i lavori di restauro degli affreschi non sono ancora stati ultimati, e le pregevoli pitture si stanno ulteriormente deteriorando. In questi ultimi anni il vescovo di Perugia conseguentemente alla sua collocazione geografica ha riconosciuto a questo luogo la speciale vocazione di santuario dei pellegrini. Tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, la badessa del convento di monache cistercensi di Santa Giuliana ebbe una lunga controversia legale col guardiano dei frati del convento di San Francesco di Porta Santa Susanna di Perugia, per il possesso del piccolo santuario, che grazie a lasciti e donazioni stava sempre più arricchendosi. Papa Bonifacio IX nel 1403 lo diede ai frati, ma le suore non si arresero, e nel 1413, papa Giovanni XII lo restituì alle monache, in seguito intervennero i magistrati di Perugia che nel 1466 confermarono la proprietà del santuario ai frati. Ma la disputa ebbe termine solo quando Foresio Vannucci di Cortona intorno al 1470 con delega del papa Paolo II pronunciò una sentenza definitiva a favore della badessa di Santa Giuliana. Nel 1859 la proprietà della chiesetta passò dalle monache di Santa Giuliana alla parrocchia di Sant’Egidio che ne affidò la cura alle suore del Santissimo Sacramento del Rosario, che operava in paese.
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