Madonna di Capalpiano

Scarse le notizie riguradanti l’edificio: fra il 1522 e il 1532 la compagnia di San Michele di Montemarciano, che aveva sede nella vicina chiesa parrocchiale, edificò un semplice oratorio a navata unica, a difesa dell’immagine sacra dispensatrice di grazie, che era conservata in un tabernacolo. Si tratta infatti di una piccola chiesa a navata unica con le mura interne intonacate di bianco. Nella facciata si apre un semplice occhio circolare. L’edificio ha un solo altare, ed è coperto con capriate lignee. Quanto alla datazione del loggiato -che come negli altri santuari mariani caratterizza la configurazione esterna dell’edificio- è stata genericamente posta nel XVII secolo. Cinque campate per lato, con andamento irregolare, circondano sui tre lati la chiesa: i loggiati hanno un ritmo del tipo ACCCC, mentre la facciata si articola in una teoria di cinque archi disuguali (ABBBA) con un andamento simile a quello della Madonna del Pozzo di Empoli e di Santa Maria della Pietà a Prato. La soluzione d’angolo presenta un pilastro su cui si addossano due semicolonne. Il pilastro si prolunga fino all’imposta del tetto, come nella chiesa pratese della Pietà e nella Madonna di Montevarchi. Il capitello è 2dorico caratterizzato da un collum piuttosto alto, mentre la base è quella antica vitruviana. La soluzione d’angolo, il lessico dei capitelli e delle basi delle colonne, nonché il ritmo del portico in facciata, creano delle oggettive assonanze con la chiesa pratese, consentendo di datare la costruzione del loggiato fra il 1610 e il 1615, rendendo plausibile un intervento di Gherardo Mechini. Come nella Madonna del Pozzo, un coro ottagonale si giustappone alla navata unica dell’edificio: schema quest’ultimo che ripropone -anche se ad una scala ed in tono decisamente minore- una soluzione adottata nei santuari mariani, a partire da S. Maria Maggiore di Lanciano , passando per Santa Maria del Fiore a Firenze e per Santa Maria della Pace a Roma di Bramante, solo per citare esempi illustri.Descrizione: L’affresco raffigura la Madonna in atto di allattare il Bambino ai cui lati sono San Michele Arcangelo e San Giovanni Battista. Il Bambino è nudo e con la mano sinistra tiene un uccellino, al collo porta una collana di corallo. L’unico altare della chiesa, sul quale è collocato l’affresco miracoloso, peraltro attribuito ad un seguace di Masaccio, viene racchiuso nel 1780 all’interno di una costruzione che lascia alla venerazione la sola Madonna col Bambino entro una nicchia coperta con tendine per maggior venerazione. Entrata in uso: tra l’anno 1522 e l’anno 1532 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Appesi alle pareti intorno all’immagine venerata. Nel 1583 il visitatore apostolico trova una bellissima chiesa con una immagine valde devota, dinanzi alla quale Dio ha operato miracoli, come risulta dalle immagini di uomini, donne, bambini che riempiono le pareti. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Altro

Nel 1532 la compagnia di San Michele di Montemarciano decide di costruire un santuario là dove sorgeva un tabernacolo. Scarse sono le notizie relative a questo edificio: lungo il vecchio tracciato della Setteponti, in località Piano di Confortona, esisteva anticamente un tabernacolo con l’immagine di Maria Vergine, oggetto di vasto culto da parte della popolazione. analogamente a quanto accaduto per la Madonna del Pozzo di Empoli, venne edificato tra il 1522 e il 1532 un semplice oratorio a navata unica, a difesa dell’immagine sacra, ad opera della Compagnia di San Michele di Montemarciano con sede nella vicina chiesa parrocchiale, responsabile almeno dal XIV secolo dell’ospedale che sorgeva al posto della chiesa, luogo di sosta per i numerosi pellegrini che transitavano per la Setteponti diretti a Roma. La scheda è stata compilata da Giulietta Cappelletti, Emanuela Ferretti e Stefano Meacci. In una visita apostolica del 1596 si ricorda che nella prima domenica di luglio e nella prima domenica di agosto si poteva ottenere indulgenza plenaria. Oggi nel santuario risiede perennemente un cappellano. Si tratta della confraternita di San Michele, che aveva in cura il primitivo ospedale, su cui sorse il santuario.

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