Note sulla raccolta: Sono attestati numerosi ex voto (lino-filati) già presso l’immagine sacra tra il 1707 e il 1711 (prima della edificazione del santuario vero e proprio). Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: Nella cripta
Si tramandano in particolare due miracoli, cui si lega la fondazione del santuario. Il primo risale al 1709: una povera donna, da tanto tempo ammalata, dopo aver speso molte delle sue esigue sostanze in medici e medicine, si mise a frequentare ogni giorno l’immagine della Madonna e a elevarle preghiere per la guarigione. La Madonna non tardò a ridonarle la piena salute. / Gli abitanti di Codogno, in seguito al miracolo sopra narrato, fecero voto di tenere sempre accesa una lampada ad olio all’immagine della Madonna, andando a gara nel rifornire l’olio stesso. Una sera d’inverno, tra il 1710 e il 1711, alcuni giovani si trovavano a giocare a carte in una stalla, detta del lumicino, molto vicino alla cappella. Il lumino ad un certo punto si spense per mancanza d’olio. Uno di essi si alzò per andare a prendere il lume e si diresse alla cappella della Madonna. Prese la lampada accesa, che però appena fuori dal recinto si spense. La riportò e subito si riaccese; la riprese per portarla alla stalla e subito si spense. Allora preso da timore portò la lampada al suo posto, ed essa ancora una volta si riaccese.
Sul luogo ove ora sorge il santuario esisteva un’antica immagine della Vergine. Nel 1707 il simulacro, dipinto su un muretto al bivio tra le due strade, fu sostituito dall’effige della Madonna di Caravaggio, che divenne ben presto oggetto della devozione popolare. Si costruì quindi una piccola cappella per proteggere l’immagine e accogliere i fedeli. Nel 1711, in seguito ad una visita del vescovo Ortensio Visconti, si decise di costruire una chiesa al posto del piccolo sacello. E’ del 15 luglio 1936 il decreto vescovile che attribuiva l’autonomia della chiesa dalla parrocchia, erigendola a pieno titolo a santuario direttamente soggetto all’autorità dell’ordinario diocesano. Nonostante non sia possibile stabilire il tipo di patronato del santuario, tuttavia si segnala che il 6 agosto 1711 il vescovo emanò un decreto indirizzato al prevosto Rota, al cav. Giuseppe Maria Dragoni, Orazio Mola e Giuseppe Cremonesi, e ai sigg. Bassiano Ferrari, Bernardino Dragoni e Giovanni B. Dragoni. Dopo aver affermato che la raccolta delle offerte e la loro gestione richiedeva una commissione di persone di esemplare condotta cristiana e di specchiata onestà, nomina tutte le persone denominate deputati e conservatori, sia della sacra immagine, sia delle offerte che i fedeli verseranno per la costruzione della nuova chiesa. Esse dovranno render conto dell’amministrazione a lui e ai suoi successori.
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