Madonna di Castelvecchio

La Chiesa della Madonna di Loreto, edificata su una antica e venerata maest, che dal 1581 ospitava un’immagine della "Madonna con il Bambino" del pittore tuderte Pietro Paolo Sensini, sorge al crocevia di Castelvecchio, tra le attuali strade provinciali di Collazzone e di Duesanti, un tempo importante nodo stradale. Si tratta di un ampio impianto ad aula unica, coperto con volta a botte sorretta da sottarchi, con presbiterio rialzato, privo di catino absidale e coronato da un padiglione incompleto, in cotto murato di coltello a facciavista. L’ambiente liturgico, con modanature doriche, si presenta intonacato e caratterizzato dalla presenza di sei nicchie laterali decorate, quattro delle quali ospitanti altari in muratura; l’originario altare maggiore, in stile barocco, anch’esso in muratura stuccata e decorata, ospita l’affresco con l’immagine miracolosa dipinta dal Sensini. Il prospetto frontale, simmetrico e lineare, anch’esso con fondo intonacato, racchiude sotto la stessa linea di copertura a due spioventi le residenze che si sviluppano nelle ali laterali del volume, oltre le arcate presenti agli spigoli del piano terra.Oltre alla chiesa, alla sacrestia, all’abitazione del parroco e del contadino il complesso edilizio venne dotato di stanze per accogliere i pellegrini. Attualmente il complesso si presenta con la chiesa inglobata in un edificio pi ampio che la curia ha adattato a piccoli alloggi per studenti ed extra comunitari.Descrizione: Immagine a fresco rappresentante la Madonna di Loreto col Bambino originariamente collocata al centro di un’edicola probabilmente esistente e venerata da secoli. L’attuale dipinto fu commissionato assieme alla ristrutturazione dell’edicola nel 1581, ed attribuito a Pietro Paolo Sensini. Entrata in uso: nell’anno 1581 Immagine: Dipinto
Note sulla raccolta: Numerosissimi sono stati gli ex voto: prima ancora che il santuario fosse terminato è documentato che l’altare maggiore, costruito intorno al venerato dipinto, ne era ricoperto.
Il 29 luglio 1621 il vescovo Ludovico Cenci ordinò che fosse compilato un apposito libro (disperso), nel quale dovevano essere registrate le offerte dei pellegrini insieme alle grazie ricevute dai fedeli per intercessione di Maria.
1602&nbsp;&nbsp;(devozione carattere generale)<br><br>Il giorno 11 maggio 1602 un tal Simone Graziani transitava per Castelvecchio, diretto al santuario della Santa Casa di Loreto, per invocare la guarigione del figlio indemoniato, che lo accompagnava; un violento acquazzone costrinse i due pellegrini a rifugiarsi all’interno della cappella dedicata alla Madonna, esistente e venerata da lungo tempo, e risistemata nel 1581. Quello stesso giorno il figlio Giacomo guar prodigiosamente ed il padre vide esaudito il suo desiderio per intercessione di quella sacra immagine della Madonna di Castelvecchio.I lavori di costruzione del santuario iniziarono nell’ottobre del 1604 per inglobare la maest di Castelvecchio in seguito alla miracolosa guarigione del figlio indemoniato di un pellegrino avvenuta giorno 11 maggio 1604. La notizia di quell’evento si diffuse rapidamente e nei giorni e nei mesi seguenti, una grande moltitudine di fedeli si rec a rendere omaggio e a chiedere grazie all’immagine; ciascun pellegrino lasciava, a testimonianza concreta della sua devozione, offerte in denaro e in beni di vario genere. Le autorit ecclesiastiche, a cominciare dal vescovo Angelo Cesi, si resero conto che era necessario costruire un santuario pi grande ed adeguato ad accogliere il crescente concorso di popolo. Il progetto venne affidato a Valentino Martelli, uno dei pi importanti architetti umbri che in quegli anni avevano operato a Todi, l’opera fu ultimata nelle sue strutture essenziali nel 1609 ed oltre alla chiesa, alla sacrestia, all’abitazione del parroco e del contadino il complesso edilizio venne dotato di stanze per accogliere i pellegrini.Dalle relazioni delle visite pastorali, oltre alle parole di ammirazione per la bellezza di questo luogo e agli elogi verso i rettori per l’impegno che mettono nel custodire il tempio, si trova documentato che per tutto il Seicento e poi ancora durante il Settecento il santuario fu meta continua di processioni e di pellegrinaggi: folle di devoti si rivolgevano alla venerata immagine della Madonna l custodita. Il 29 luglio 1621 il vescovo Ludovico Cenci ordin che fosse compilato un apposito libro (disperso), nel quale dovevano essere registrate le offerte dei pellegrini insieme alle grazie ricevute dai fedeli per intercessione di Maria. Ma verso la fine del XVIII secolo e i primi decenni del XIX i documenti testimoniano una decadenza generale e l’abbandono, da parte dei responsabili, dei saggi criteri di amministrazione fino ad allora dimostrati. Verso la met dell’Ottocento, in seguito ad un altro evento miracoloso, si verific una ripresa del pellegrinaggio e della devozione. Oggi la chiesa frequentata dai pochi abitanti rimasti nel borgo di Castelvecchio. Il giorno di sabato 11 maggio 1602 passava per Castelvecchio un tal Simone Graziani di Scuccurla di Campagna identificabile con l’odierna Sgurgola in provincia di Frosinone. Il Graziani aveva con se il figlio Giacomo di diciotto anni che era indemoniato (ab immundis spiritibus oppresso) e lo stava portando al santuario della Santa Casa di Loreto nelle Marche per impetrarne la guarigione dinanzi alla prodigiosa immagine della Madonna. Giunti in prossimit dell’incrocio un violento ed improvviso acquazzone costrinse i due pellegrini a cercare rifugio all’interno della cappella l esistente. In attesa che il temporale finisse Simone Graziani, con umilt e devozione, rivolse le sue preghiere alla Beata Vergine che vedeva dipinta nel muro davanti ai suoi occhi. Quello stesso giorno il figlio Giacomo guar del male che l’opprimeva e il padre, felice, vide esaudito il suo desiderio per intercessione della sacra immagine della Madonna di Castelvecchio. Rapidamente la notizia si diffuse e una gran moltitudine di fedeli si rec alla maest per chiedere grazie e lasciare elemosine. Le autorit ecclesiastiche per accogliere i pellegrini, per controllare il crescente concorso di popolo e per onorare con solennit quella modesta cappella decisero di costruirvi intorno un santuario pi grande. (Questa relazione contemporanea al fatto accaduto e fu scritta dal notaio della Curia Vescovile di Todi Luca Alberto Petti in un libro antiquo della chiesa di Castelvecchio. L’originale, come altri preziosi registri appartenenti alla chiesa stessa, andato perduto. Esiste per una copia autentica, trascritta fedelmente nel 1717 dal reverendo Benedetto Boncompagni, abate curato e vicario foraneo del Castello di Viepri, alla cui vicaria apparteneva allora la chiesa della Madonna di Castelvecchio.). Nel 1604, trovandosi la maest sul confine della giurisdizione parrocchiale di San Giorgio delle Torri la cura spirituale e religiosa di essa venne assunta momentaneamente dal rettore di quella parrocchia mentre l’amministrazione delle ricche elargizioni venne affidata ad un laico. Una volta costruito il santuario, la chiesa venne costituita in cappellania residenziale libera all’inizio da ogni giurisdizione e direttamente soggetta al vescovo di Todi al quale spettava la designazione dei rettori, di solito tre, per il governo della parte economica e materiale Per l’amministrazione spirituale e per i sacramenti e la celebrazione delle messe c’era un cappellano eletto dal vescovo, che aveva l’obbligo di risiedere presso il santuario nel 1653 il vescovo, costatando, nel corso di una visita pastorale, alcune negligenze, un la parrocchia a quella del castello delle Torri, affidando al parroco il controllo sull’operato del cappellano e dei rettori. In tale forma costitutiva il santuario fu retto fino alla prima met dell’Ottocento. Dopo l’unit d’Italia non compaiono pi le figure del cappellano residente e dei rettori laici perch, da almeno un decennio, la cura spirituale e l’amministrazione materiale del santuario erano stare concentrate nelle mani del parroco della Torri. Dal 1860 al 1889 fu don Giorgio Galli a tenere le sorti del sacro luogo quindi gli successe l’abate parroco di santa Maria di Viepri don Domenico Ranucci, sacerdote di Massa Martana ed da questo momento che il santuario della Madonna di Castelvecchio pass dalla giurisdizione della Torri a quella di Viepri, nella quale tuttora si trova sotto la guida dell’abate parroco don Bernardino Pagliochini.

SP421, 06056 Castelvecchio PG, Italy
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