Madonna di Passavia di Pragatto

Costruzione elegante, a croce greca con cupola, progettata dall’architetto Angelo Venturoli, e realizzata tra il 1814 e il 1837.Descrizione: Immagine su carta miniata. Copia su carta miniata della Madonna che si venera a Passau in Baviera (Maria Hilf). Databile attorno all’anno 1655 e comunque entro il 1660. Entrata in uso: tra l’anno 1655 e l’anno 1660 Immagine: Dipinto


Nella seconda domenica di luglio dell’anno 1670 l’immagine fu trasferita dalla quercia, sulla quale era stata inizialmente posta, al nuovo santuario. Si propone qui il riferimento ad alcuni testi che si occupano del santuario corrente all’interno di una catalogazione di più luoghi di culto dell’area bolognese o emiliana. I testi sono inseriti nella bibliografia generale Libro Cassoli, mons. Ivaldo, Santuari della Provincia di Bologna, Bologna 1972 (Il volume si occupa di varii santuari della provincia di Bologna. In particolare si segnalano: Madonna di Passavia di Pragatto, p. 35) Libro Facchini Orfeo – Bentivogli Imelde, Andar per santuari. 50 santuari mariani bolognesi, Bologna 1995, (In particolare si segnalano: Madonna di Passavia di Pragatto, pp. 210-217) Libro Bortolotti Luigi, I Comuni della Provincia di Bologna, nella storia e nell’arte, Bologna 1964 (In particolare si segnalano: Madonna di Passavia di Pragatto, p. 165) Libro anonimo, Le Chiese Parrocchiali della Diocesi di Bologna ritratte e ridescritte, Bologna 1997 (ripr. facs. dell’ed. 1844) (Si trova nel testo il riferimento ai seguenti santuari: Madonna di Passavia di Pragatto, tomo I, p. 86) Libro Lodi Enzo (a cura di), I santi della Chiesa Bolognese nella liturgia e pietà popolare, Bologna 1987 (Si trova nel testo il riferimento ai seguenti santuari: Madonna di Passavia di Pragatto, p. 302) Articolo in una Miscellanea PEZZOLI S., Repertorio generale dei santuari in Emilia Romagna, in Arte e Santuari in Emilia Romagna, Bologna 1987 (Per quanto riguarda la parte pianeggiante della diocesi di Bologna, esclusa la città, si vedano: Madonna di Passavia di Pragatto, pp. 34-35).

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