Ubicazione originaria del Santuario: Quattro locali adiacenti al santuario (nella zona retrostante), un tempo costituenti l’Ospizio realizzato nel 1850 ed affidato ai Padri Riformati Cappuccini, furono adibiti a deposito degli ex voto; oggi costituiscono l’abitazione del rettore del Santuario. Note sulla raccolta: Gran parte degli oggetti in oro è stata trafugata nel 1985, tranne quelli utilizzati per fondere le due corone innestate sul dipinto. Rimangono gli oggetti donati dal 1985 ad oggi. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Protesi vere o rappresentate Conservazione attuale: Il rettore del Santuario li conserva presso la sua abitazione
l’edificazione del santuario seicentesco fu preceduta dall’erezione nell’anno 1637, in luogo viciniore non precisabile, di una chiesetta per volontà dei marchesi Alberti di Pentidattilo. Secondo la tradizione popolare il quadro della Madonna sarebbe arrivato sulla spiaggia di Melito via mare dalla Turchia già in tempi remoti. Si narra, inoltre, di una ragazza di Melito rapita dai Turchi alla quale la Madonna, cui la giovane si rivolgeva costantemente con preghiere, consentì di effettuare il tragitto di ritorno nei luoghi natii su una piccola navicella, su cui si era imbarcata insieme ad un’effige di Maria Santissima. Nel luogo dello sbarco il popolo eresse un’edicola e qui, in seguito, sarebbe stato edificato il santuario. LACAVA 1983, pp. 6-7 (v. bibliografia). Un’altra leggenda narra che verso la fine del 1700 comparve, al largo del litorale di Melito, una piccola imbarcazione con sette corsari, intenti ad assaltare un bastimento carico di grano. Un tale Giacomo Evoli, dalla sua proprietà di Maiorana si accorse dell’evento e fatto fuoco sui pirati, li uccise. Tornati i pirati con sette galee per vendicare i compagni uccisi, per intervento della Madonna, che scatenò una tempesta, essi perirono tutti nel naufragio delle loro navi, tranne uno che ebbe modo di narrare e tramandare l’evento miracoloso. 1680 – Viene avviata la costruzione dal marchese Domenico Alberti. 1857 – Giungono i Frati Cappuccini per gestire il nuovo Ospizio. 1872 – Viene allargato l’ingresso del santuario per consentire alla vara di entrare con sicurezza nella chiesa 1908 – Il sisma che distrusse Reggio e Messina causa danni al santuario. 25 aprile 1930 – decreto di elevazione della chiesa a santuario diocesano 1954 – viene edificato il nuovo campanile. Tra il 1904 ed il 1930 il Santuario è stato aggregato alla nuova parrocchia di S. Giuseppe in Annà di Melito, pur godendo di amministrazione propria. Dal 25 aprile 1930 è sottoposto a giurisdizione arcivescovile. Dopo la costruzione dell’Ospizio, nel 1850, il Dittereo di Pentidattilo chiamò presso il Santuario una comunità di Frati Francescani Riformati, detti Cappuccini, che presero possesso del luogo nel gennaio del 1857 e servirono con zelo nel Santuario fino al 1915 circa. In precedenza, tra il 1680 ed il 1857, la cura spirituale del santuario era stata svolta dal clero secolare.
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