Madonnina

La necessità di un edificio più capiente si fece pressante alla fine del Settecento, ma i lavori, sebbene iniziati, non procedettero per molti motivi e ripresero soltanto alcuni decenni dopo, a partire dal 1834; proseguirono, con interruzioni, fino al 1851, quando la chiesa fu consacrata da mons. Moreno, vescovo d’Ivrea e si conclusero definitivamente nel 1861, anno in cui venne collocato il grande portone d’ingresso, costruito a spese dell’allora parroco don Viora. Attualmente l’edificio liturgico è caratterizzato da una vasta aula sovrastata da un’imponente cupola a pianta circolare. Altra cupola circolare, più piccola, sovrasta il presbiterio; la volta dell’abside è impostata su trabeazioni curve. La facciata presenta una trabeazione di gusto neoclassico sorretta da quattro colonne. Alle due estremità del colmo della trabeazione, due snelli campanili neoclassici. Il lungo viale di accesso, recentemente ripristinato e abbellito, inizia dal paese, segue in parallelo la strada statale in direzione Casale e conduce al piazzale antistante il santuario. Qui, all’interno di due curatissime aiuole, anch’esse da poco restaurate, si snodano le stazioni della Via Crucis e i misteri del rosario, illustrati su tavole bronzee scolpite e sorrette da eleganti supporti di pietre verdi di Courtil.Descrizione: L’affresco è ubicato sul pilone originario che ancora oggi è conservato all’interno del santuario, addossato all’altare maggiore. È composto da una struttura muraria in mattoni intonacati e sul lato esposto ai fedeli presenta l’immagine della Madonna d’Oropa, attorniata dai santi Carlo Borromeo e Antonio da Padova, inginocchiati ai piedi della Vergine. Si tratta di un affresco dall’inflessione popolare, probabilmente risalente alla seconda metà del XVII secolo. Entrata in uso: nell’anno 1690 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Nel santuario Note sulla raccolta: Ex voto databili tra il 1690 e il 1998. Un esame degli ex voto ha permesso di rilevare tre elementi fondamentali: 1)la tipologia delle grazie ricevute 2)la qualità di esecuzione dei dipinti 3)gli offerenti. In merito al primo punto, occupano grande spazio gli incidenti sul lavoro, gli incidenti stradali, le disgrazie e le malattie; in misura minore, troviamo invece pericoli scampati su campi di battaglia o dall’arrivo di fulmini all’interno delle case; non mancano rappresentazioni di gruppi oranti e immagini sacre. Gli ex voto più recenti sono costituiti da semplici fotografie che ritraggono automobili distrutte, certamente a causa di incidenti. Circa il secondo punto, esistono quadretti dipinti da pittori locali (peraltro quasi tutti anonimi), o, nel caso in cui i graziati siano bambini, prodotti dai bambini stessi. Un ristretto numero di quadri è di pregevole e raffinata esecuzione e denota la mano esperta e collaudata del pittore. Infine, i donatori sono essenzialmente verolenghesi, tuttavia non mancano personaggi forestieri, a testimonianza della rinomanza del santuario anche fuori dall’ambito locale. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Oggetti vari, Fotografie Conservazione attuale: Gli ex voto sono custoditi nell’abside e nella sacrestia del santuario
Raccolte di miracoli e grazie furono compiuti dalla prima metà del XVIII secolo dal primo economo del santuario, don Carlo Candelo, e in seguito dai parroci di Verolengo; queste fonti documentarie sono oggi conservate nell’archivio parrocchiale di Verolengo.
Il santuario trae origine da un evento, ritenuto prodigioso, occorso nel 1690 al sacerdote don Giovanni Bracco; questi, di passaggio per Verolengo, fu gettato a terra dal suo cavallo imbizzarrito e rimase impigliato con un piede a una staffa. Il cavallo si fermò improvvisamente davanti a un pilone votivo con l’immagine della Madonna d’Oropa e i santi Carlo Borromeo e Antonio di Padova. Il fatto fu interpretato da don Bracco, rimasto illeso, come miracoloso: fece edificare una cappella attorno al pilone, dando inizio alla devozione locale e al primitivo santuario. La fondazione è documentata dal manoscritto del sacerdote don Carlo Candelo, risalente al 1776 circa. Il santuario gode delle indulgenze del vescovo di Ivrea come santuario diocesano. In passato la Santa Sede concesse le seguenti indulgenze:papa Innocenzo XIII con breve del 17 marzo 1723 concede per cento giorni d’indulgenza a chi reciterà le litanie lauretane nel santuario. Benedetto XIV con breve del 15 maggio 1741 concede per un settennio l’indulgenza plenaria a chi, confessato, visiterà il santuario dai primi vespri al tramonto della domenica successiva alla festa della Natività di Maria Vergine; Clemente XIII con breve del 13 luglio 1768 rinnova l’indulgenza precedente, alle stesse condizioni; Pio IX con breve del 15 marzo 1870 concede indulgenze parziali ai pellegrini in visita al santuario.

Piazza del Santuario, 10038 Verolengo TO, Italy
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