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Maria Santissima Addolorata

Tempio a croce latina, con facciata in stile neoclassico con quattro lesene di ordine toscano in pietra locale e portale in pietra. Secondo la Visita Pastorale del 19 maggio 1877 la chiesa fu edificata in un luogo assai remoto sull’abitato della popolazione denominato Filetto divenuto per la vetustà e per l’eccessivo umidi che vi pentrava indecente all’esercizio del divin culto ed immeritevole di qualunque provvisorio rifacimento. Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vescovo Francesco Maria Barzellotti, cui stava a cuore la maggior gloria di Dio, dell’Immacolata Maria Santissima ed il vantaggio spirituale della popolazione mediante le indefesse sue cure e i sussidi pecuniosi colla magnificenza dell’auguato sovrano Leopoldo II ed elargizioni dei fedeli ottenne di poter edificare una chiesa canonica nel luogo detto il Cerreto , posizione centrale e salubre, ove per credenza dicesi essere avvenuta nel 1853 l’apparizione di Maria Santissima alla pastorella Veronica Nucci. Questa chiesa che il prelodato ora defunto vescovo sperava doversi attuare all’esercizio parrocchiale del 1859, per gli avvenimenti politici sconvolgimenti fu aperta e benedetta dal vicario canonico capitolare, Monsignor Girolamo Bruscalupi il dì 8 settembre 1864 e dal curato Celli vi si appese una memoria in marmo notando in essa essare stata edificata colle limosine dei fedeli senza nominarvi i vari promotori e benefattori che più elargivano, Leopoldo II e Monsignor Barzellotti.Descrizione: Dipinto del XIX secolo (post 1853) rappresentante l’apparizione. E’ l’elemento più significativo del piccolo santuario e riporta l’evento: la Vergine parla alla fanciulla e questa la ascolta fissandola in volto. Ambedue hanno le mani tese in atteggiamento di supplica, la Vergine per chiedere preghiere e penitenze riparatrici, la fanciulla, di nome Veronica, per chiedere aiuto e protezione. Entrata in uso: nell’anno 1853 Epifania: Vergine Maria. La Madonna apparve ad una pastorella di nome Veronica Nucci . Cfr. Leggenda di fondazione. Immagine: Dipinto Descrizione: Oltre all’immagine della Vergine si venerano le spoglie mortali della fanciulla alla quale la Vergine apparve, Veronica Nucci, e la terra aulla quale si dice che siano rimaste impresse le orme della Vergine. La statua in gesso rappresentante la Vergine Maria Addolorata è oggetto di particolare devozione soprattutto il venerdi santo e il 15 settembre. Quanto a Veronica Maria Umile Nucci, nacque il 26 novembre del 1841. Nell’ottobre del 1854, interrogata dall’ordinario diocesano e dai prelati che esaminavano l’apparizione, la madre di Veronica, cioè Maria Stella Nucci, avrebbe esposto un sogno premonitore su Veronica. La donna disse: Ero incinta di sei, sette mesi, quando una notte in sogno vidi una ragazza che col fazzoletto asciugava il sangue che scendeva da un Crocifisso. Accanto a me c’era un’altra donna; non capii che fosse, però sempre in sogno le chiesi: chi è quella che sta asciugando il Crocifisso col fazzoletto? E sentii rispondermi: Veronica. Allora, sempre in sogno, io aggiunsi: se la creatura che porto in seno è una femmina, la chiamerò Veronica. La mattina dopo raccontai il sogno a mia suocera e le dissi pure che avevo deciso di chiamare Veronica la bambina che sarebbe nata da me. Mia suocera approvò la decisione, ed essendo per l’appunto nata una femmina, le fu imposto il nome di Veronica, ed è grazie a Dio quella alla quale si dice essere apparsa Maria Santissima nel maggio dell’anno scorso, e che ora si trova nel convento delle monache di Ischia. Nel 1854 infatti Veronica era entrata nel monastero delle clarisse di Ischia, dove trascorse una santa vita, dove ebbe ripetute apparizioni della Vergine e del Cristo e dove morì il giorno 9 novembre 1862. Una recente agiografia di Veronica Nucci è stata pubblicata da Alfredo Scanzani, La Signora del Cerreto. La straordinaria apparizione a una pastorella della Maremma, Firenze, Publied 2000, da cui, a p. 13, è tratta la citazione relativa al sogno premonitore della madre di Veronica Nucci. Entrata in uso: tra l’anno 1853 e l’anno 1862 Immagine: Statua Reliquia: Ossa, Altra
Ubicazione originaria del Santuario: Appesi intorno all’immagine della Vergine. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria Conservazione attuale: Per motivi di sicurezza non si forniscono gli estremi per l’identificazione del luogo in cui vengono conservati gli ex voto.

Si tratta di un santuario sorto nel 1853 a seguito di un’apparizione mariana ad una pastorella di nome Veronica Nucci. La leggenda di fondazione è pubblicata in I. Corridori, Veronica Nucci e il Santuario del Cerreto, Pitigliano, Atla, 1978, pp. 18-20: Ecco come si svolse il fatto. Nel pomeriggio di quel giorno Veronica, figlia di Antonio Nucci e Maria Stella Franci, modesti agricoltori residenti al Cerreto di Sorano, stava pascolando le pecore in compagnia del fratello Giovanni Battista. A poco a poco il cielo si oscurò. Lampi e tuoni crearono un’atmosfera di paura. Prevedendo un forte temporale i due fratelli si diedero a spingere il gregge verso una capanna ove anch’essi pensavano di rifugiarsi. Stando alle parole di Veronica: Nel dispormi ad andare alla capanna vidi innanzi a me una donna genuflessa, senza sapere di dove fosse venuta, di una statura un poco più bassa della mia, dalle ginocchia in su, essendo quella genuflessa ed io in piedi, trovandoci po ambedue genuflesse, la sommità del mio capo le giungeva fino alla parte del cuore … Vestiva essa un abito di fondo bianco, asperso di fiorellini rossi , della grandezza poco meno di un pollice, cingeva una fascia di color nero luccicante e di due dita circa di larghezza, aveva in testa un manto di color celeste, il quale discendeva sotto le reni fino alla piegatura delle ginocchis, dalla parte di avanti restavale scoperta la fronte, e piccola parte della guancia; le scendeva poi sulle braccia e copriva le mani, le quali aveva distese in direzione obliqua, presentando le palme come suol farsi dalle donne in atto supplichevole. Erano nel manto macchie di colore rosso, di forma circolare ed aveva sopra la testa una luccicante corona di colore come l’oro, ed in mezzo una croce alta circa otto dite … Come mi vide mi chiamò dicendomi: Veronica, vieni qua a costo a me, che non ti ammollerai, mettiti qua in ginocchioni, accennando con la mano il luogo dove dovevo situarmi, e siccome era essa rivolta verso la Chiesa parrocchiale della Madonna Santissima dell’Aquila, così mi volsi anche io verso quella parte: di poi soggiunse a me: Diciamo cinque Credo al mio figliuolo, ed insieme recitammo il Credo; quindi riprese: Diciamo la Protesta ed insieme la recitammo … Continuò la donna a dire :Aiutami a piangere ed in verità io vedevo che all’occhio destro scorrevano le lacrime, allora la interrogai: Che avete da piangere?. Piango rispose per tanti peccatori. Vedete quanto piove? Sono più i peccati che le gocce dell’acqua che cadono. Il mio figlio ha confitte le mani ed i piedi, e tiene cinque piaghe aperte; se non si rabboniscono i peccatori, il mio figlio vuola mandare la fine del mondo. E tu ti contenti di campare tre o quattro mesi di più o di ridurti alla fine del mondo? Risposi: Io voglio mori’. La donna senza replicare alla richiesta di Veronica di voler morire proseguì in tal modo: Di’ ogni giorno sette Pater Noster, Ave Maria e Gloria al Sangue sparso, cinque Pater Noster, Ave Maria e Gloria alle Cinque Piaghe e Sette Ave, Pater e Gloria a me che mi chiamo Maria Addolorata. Ora vattene alla capanna, sennò ti ammolli. Ti rammenti quel che ti ho detto? Va’ a casa, dillo a tua madre e dille che lo dica con tutti con chi si trova che mi chiamo Maria Addolorata. Rientrando in casa Veronica corse dalla madre per raccontarle quanto era accaduto, ma la madre giaceva nel letto colta da improvviso malore. Così che la fanciulla giudicò opportuno tacere. La sera dopo Veronica, rincasando, trovò la madre ristabilita e le fece notare il fatto. Dalla madre la notizia passò alla famiglia e da questa ai parenti e ai vicini. Il giorno 21 maggio un gruppo di uomini e donne si erò sul luogo indicato da Veronica come il punto preciso dell’apparizione e con grande stupore tutti furono in grado di osservare sulle zolle bagnate le impronte delle ginocchia lasciate da una persona genuflessa. Qualche giorno dopo, mentre Veronica stava pegando su quel luogo, sentì una voce che le disse: Veronica, va dalla tua mamma, fatti condurre dal vescovo e digli che qui faccia una cappelletta. Quadro raffigurante l’apparizione della Vergine a Veronica Nucci. Il culto alla Vergine Addolorata era presente nella zona già prima dell’apparizione a Veronica Nucci. In una visita pastorale del 1835 si legge: nella collegiata di Sorano esiste una cappella dedicata alla Madonna dell’Addolorata . Tale cappella, una volta appartenente alla famiglia del sig. Vincenzo Salvi di Sorano, oggi è mantenuta dalla pietà dei fedeli affidata alla premura della donna Maria Mari. Vi è nella nicchia la statua dell’Addolorata , quale si espone a pubblica venerazione e si porta in processione la terza domenica di settembre. Il vescovo Francesco Maria Barzellotti, dopo l’apparizione, ascoltò e interrogò Veronica Nucci e il 20 luglio del 1853 scrisse al papa Pio IX, esponendogli l’accaduto. Il papa rispose il 13 agosto scrivendo, tra l’altro : Lodiamo il pensiero , Fratello venerando, di edificare una Cappella dove la Vergine Addolorata si narra essere apparsa alla fanciulla Veronica Nucci, A te, codesto Gregge e alla Chiesa Universale sia di perpetuo presidio la Santissima Vergine Maria, per la quale Iddio dona tanti favori e aiuti. Veronica Nucci, tredicenne all’epoca della apparizione mariana, l’anno successivo ad essa lasciò il Cerreto ed entrò nel monastero dei Santi Filippo e Giacomo a Ischia di Castro, prendendo il velo come clarissa. Lì morì in odore di santità il nove novembre del 1862, all’età di venti anni. L’otto maggio 1857 il Vescovo Barzellotti pose la prima pietra del santuario e la benedì. La chiesa venne aperta al culto l’otto settembre del 1864. Sull’epigrafe che ricorda l’avvenimento miracoloso dell’apparizione leggiamo: Questo tempio eretto con le offerte spontanee del devoto popolo di Santa Maria dell’Aquila e di altri oblatori, sul luogo della prodigiosa apparizione di Maria Santissima addolorata, avvenuta nel 1853, fu con solenne pompa benedetto nel dì 8 dicembre 1864 da Monsignor Girolamo Bruscalupi, Vicario Generale capitolare della diocesi, essendo rettore il canonico curato Don Vincenzo Galli. Questa scheda è stata compilata da Paola Bartolacci e da Beatrice Sordini. Indulgenza di quaranta giorni concessa in occasione della Visita Pastorale del 19 maggio 1877, in occasione della Festa del Santissimo Sacramento e dell’anniversario dell’apparizione della Vergine alla pastorella Nucci. La chiesa del Cerreto divenne sede parrocchiale sostituendosi all’antica Pieve aldobrandesca di Santa Maria dell’Aquila subito dopo l’8 settembre 1864, allorché la chiesa fu aperta al culto. Inizialmente vi officiava il clero delle Pieve di Santa Maria dell’Aquila, poi quello dell’arcipretura di Sorano. Attualmente nel complesso del Cerreto si sono insediate le suore carmelitane della comunità Ianua Coeli.

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