Nostra Signora d`Itria

Edificio a pianta rettangolare. La chiesetta, nostante abbia subìto vari rimaneggiamenti, ha mantenuto la struttura primitiva provvista di loggiato e di due stanze denominate de is oberajus.Descrizione: Il simulacro di N. Signora d’Itria, custodito nella parrocchia di San Sebastiano Martire di Arbus e risalente al XIX secolo, rappresenta l’immagine della Madonna di tipo orientale: carnagione scura e rotondità del volto. Entrata in uso: nell’anno 1800 Immagine: Statua
Raccolta di ex voto: No

La più antica attestazione dell’esistenza della chiesetta di N. Signora d’Itria in Arbus è del XVII secolo. Essa appare nell’elenco di un registro di conti relativo al 1650. Molto probabilmente, però, la chiesa risale ad un periodo antecedente in quanto si ipotizza che la Madonna d’Itria venisse invocata dagli abitanti di Arbus durante le incursioni barbaresche. Alla fondazione della chiesetta campestre è legata un’antica leggenda secondo cui alcuni contadini, impegnati nel lavoro dei campi adiacenti alla marina di Arbus, intravidero in lontananza una cassa che galleggiava nelle acque cristalline di Piscinas. Essi, credendo che la cassa contenesse oggetti preziosi, decisero, con l’ausilio di alcuni pescatori, di portarla a riva. All’interno del baule, invece, con grande sorpresa, trovarono l’immagine di N. Signora con il Bambin Gesù. Divulgata la notizia, sul posto accorsero gli arburesi accompagnati dal sindaco e dal parroco i quali decisero di porre la cassa contenente la statua della Madonna sopra un carro privo di conducente. Il cocchio fu lasciato all’arbitrio dei buoi i quali, dopo un lungo tragitto, si fermarono in un punto non lontano dal paese dove, successivamente, fu innalzata la chiesa dedicata alla Madonna Ogihitria. I presenti, al fine di fondare il tempietto dentro Arbus, cercarono invano di far avanzare i buoi. La leggenda è pubblicata nel libro Leggende e tradizioni di Sardegna di Gino Bottiglioni. Da un’altra leggenda apprendiamo che, durante una delle frequenti incursioni barbaresche nella zona di Arbus, alcuni contadini furono fatti prigionieri e resi schiavi mentre lavoravano nei campi vicini al mare. Uno di essi, durnate il periodo di servitù, fece sapere al proprio padrone che mancaano tre mesi ai festeggiamenti di N. Signora d’Itria. Con ciò esprimeva il desiderio di potervi partecipare. Non ci fu risposta. Giunse il giorno della vigilia e si ripetè il medesimo episodio: il padrone, però, stavolta promise al contadino che gli avrebbe concesso il permesso di andare alla sagra solo se il gallo, che cuoceva nella pentola, avesse rincominciato a cantare. Non appena pronunciò tali parole, il volatile saltò fuori dal tegame. Il padrone, sia perchè accecato dalla rabbia, sia perchè spaventato dallo strano fenomeno, rinserrò il contadino in una cassa e, dopo esservi salito sopra, durante la notte, si mise in mare. Il giorno dopo, giunti nelle acque di Piscinas, furono portati a riva da alcuni abitanti del luogo, i quali, aperta la cassa, trovarono il contadino che, finalmente, poté far ritorno a casa e partecipare ai festeggiamenti. La leggenda è stata pubblicata da Gino Bottiglioni nel libro Leggende e tradizioni di Sardegna. La chiesetta di N. Signora d’Itria appartiene alla parrocchia di S.Sebastiano Martire. I primi atti amministrativi relativi alla chiesa parrocchiale sono datata a partire dalla fine del XVI secolo. La chiesa di N. Signora d’Itria fu posta sotto il patronato dell’omonima confraternita, fondata nel 1608 presso il convento dei Padri agostiniani di Cagliari. Durante la prima metà del XVII secolo tale associazione fu istituita anche ad Arbus. La confraternita, poteva essere costituita, secondo quanto stabilito nel regolamento, da non oltre settantadue membri. I confratelli avevano il compito di provvedere alla mautenzione e alla tutela della chiesa campestre. La confraternita, a tale scopo, oltre a dotazioni e questue, possedeva beni immobili e bestiame che venivano ceduti in affitto. Gli introiti erano utilizzati per la cura della chiesetta e della cappella eretta nella chiesa parrocchiale di S. Sebastiano e, tuttora, intitolata alla Madonna d’Itria. La confraternita da alcuni decenni non svolge più il proprio operato.

Via Arbus, 09044 Quartucciu CA, Italy
  • contatto telefonico:
  • ubicazione:Link Google maps