Nostra Signora d`Itria

Nulla si conosce della struttura dell’edificio duecentesco dedicato a Santa Maria ‘de Sinnas’. L’edificio risalente alla prima metà del XVII secolo, dalle volumetrie molto semplici ed austere, presenta una pianta a tre navate; l’ultima campata, riservata al presbiterio, fu aggiunta nel secondo decennio del XX secolo. La facciata è divisa orizzontalmente in due ordini: l’ordine inferiore è partito in tre specchi da quattro semplici lesene, che partono da un alto basamento modanato. Nello specchio centrale c’è il grande portale d’ingresso, adattato alla fine del XIX sec. per permettere l’ingresso del cocchio che, per la sagra, trasporta il simulacro dalla parrocchia. Gli specchi laterali sono caratterizzati da due piccoli ingressi. L’ordine superiore è caratterizzato dal campanile a vela ad unica luce, di stampo classicheggiante, e da quattro mensole, separate da due linee ricurve, sulle quali poggiano quattro vasi a forma di coppa. Al centro campeggia l’insegna Mariana, scolpita su pietra. La chiesa è circondata da una recinzione; all’interno sono anche presenti una casa per il guardiano ed un loggiato, per quanti partecipano alla Sagra religiosa popolare ed ai festeggiamenti civili.Descrizione: La statua di Madonna con Bambino, in legno intagliato e policromato, è opera di uno scultore sardo con influenze iberiche ed è attribuita alla prima metà del XVII secolo; la sua veste è rossa e, durante la festa indossa doni/ex-voto offerti dai fedeli. L’altezza è di cm. 146 circa; la larghezza alla base è di cm. 42. E’ conservata nella prima cappella a destra della parrocchia di San Giovanni Battista, dedicata a San Priamo ma dal popolo conosciuta come Cappella di Nostra Signora d’Itria; una volta all’anno, nei giorni della festa, la statua è portata nella chiesa campestre a lei dedicata. Verosimilmente la chiesa in precedenza dedicata a Santa Maria de Sinnas, attestata nel 1206, conservava una statua o un dipinto dedicato alla Madonna. Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Durante i giorni della festa sono fatti indossare al simulacro. Note sulla raccolta: Gli ex voto sono solo gli addobbi ed i preziosi donati dai fedeli che hanno ricevuto grazie (corone, paramenti, anelli, orecchini, collane); appartengono a diverse epoche a partire dal XVII secolo. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Oggetti vari Conservazione attuale: Durante l’anno sono custoditi nella parrocchia.

La chiesa era in precedenza dedicata a Santa Maria de Sinnas (del confine), attestata per la prima volta in un documento del 1206 della cancelleria del Regno giudicale di Arborea.
Si racconta che il simulacro della Madonna d’Itria venne commissionato dai fedeli del vicino paese di Pauli Arbarei; durante il trasporto i buoi che trainavano il carro si fermarono davanti alla chiesa di Santa Maria ‘de Sinnas’ e nulla, neppure le più violente frustate, fecero proseguire gli animali. Questo episodio venne perciò interpretato come un segno divino e il simulacro venne portato nella chiesa di Santa Maria ‘de Sinnas’, che da allora cambiò intitolazione, divenendo Nostra Signora d’Itria. Questo episodio suscitò il malcontento del vicino paese di Pauli Arbarei che rivendicava il possesso del simulacro e del culto [A. Sanna, Villamar, San Gavino Monreale 1994].
La Confraternita Religiosa di Nostra Signora d’Itria, testimoniata dal 1738, è depositaria dell’antico rito della Sagra; spetta ad una terna di Priori, responsabili dell’organizzazione delle celebrazioni civili e religiose, utilizzare i lasciti di denaro, le donazioni di preziosi ed i redditi delle terre dell’Opera.


Via Arbus, 09044 Quartucciu CA, Italy


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