Panfilo

Il santuario era situato all’interno di un cubicolo doppio al piano inferiore della catacomba (negli Itinerari del VII secolo si ricorda il numero di scalini che occorreva scendere per arrivare alla tomba del martire, circa 70). Con l’arrivo delle reliquie (poste nell’arcosolio di fondo), l’ambiente venne scialbato. Forse ci fu un tentativo di furto di queste reliquie, a giudicare da un foro praticato nel parapetto dell’arcosolio. Successivamente, questo foro fu tamponato mediante la sistemazione di un altare a blocco, foderato con porfido e pavonazzetto. addossato al parapetto dell’arcosolio; in questa fase, si stese un nuovo strato di intonaco sulle pareti, sul quale furono incisi numerosi graffiti devozionali; fra questi, uno è di particolare importanza perché nomina esplicitamente il martire: S(an)C(tu)S PANFILU. Nella catacomba si creò anche un percorso devozionale con sbarramenti e passaggi obbligati per rendere agevole la visita al santuario.Descrizione: L’oggetto del culto era la tomba del martire; probabilmente non si trattava di una deposizione primaria ma di reliquie importate; l’arcosolio che le ospitava si trova sul fondo di un cubicolo piuttosto tardo della catacomba; i formulari di alcune iscrizioni e l’onomastica dei personaggi menzionati lasciano supporre che il cubicolo fosse occupato da personaggi di origine africana. Le spoglie di Panfilo furono portate probabilmente nel V secolo, dopo le devastazioni vandaliche in Africa, e ospitate all’interno del cubicolo. Il suo culto divenne forte solo in una fase più tarda, intorno alla metà del VI secolo, come mostrano alcuni elementi strutturali. Entrata in uso: tra l’anno 450 e l’anno 600 Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: No

Gli Itinerari del VII secolo ricordano la tomba di Panfilo in cryptis sub terra, sulla via Salaria. Probabilmente si tratta di un martire non romano, ma di origine africana (un Panfilo africano è ricordato, infatti, nel Martirologio Geronimiano), le cui reliquie furono importate a Roma forse dopo le devastazioni vandaliche, intorno alla metà del V secolo. Le reliquie di Panfilo furono poi traslate a San Silvestro in Capite da Paolo I; si ha notizia del trasporto di reliquie a Fulda da parte di un diacono Deusdona nell’anno 835. Secondo la Notitia Ecclesiarum e l’Itinerario di Malmesbury, nella catacomba erano venerati anche i martiri Candido e Cirino; di questi personaggi e delle loro sepolture non abbiamo ulteriori notizie, ad eccezione di una dubbia menzione contenuta nel Martirologio Geronimiano in un latercolo dell’11 luglio (Amore, I martiri, pp. 19-20).

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