San Biagio degli Armeni

L’attuale architettura, un interessante esempio di barocchetto romano, pur non discostandosi nelle sue linee fondamentali da quelle della chiesa medioevale risente delle innumerevoli modifiche apportate negli ultimi quattro secoli. La facciata, realizzata da Giovanni Antonio Perfetti nel 1730, presenta un solo ordine coronato da un timpano curvilineo ed è tripartita da quattro grandi pilastri con capitelli compositi. Tra questi sta il portale d’ingresso, con timpano spezzato fiancheggiato da due oculi ovali. Sopra il portale, entro una cornice decorata, sono i resti di un affresco di Andrea Sacchi raffigurante san Biagio. L’interno della chiesa fu rinnovato nel 1832 da Filippo Navone: ha una sola navata absidata, con arco su pilastri ionici davanti al presbiterio. L’altare è situato dietro una specie di boccascena teatrale per meglio rispondere alle funzioni suggestive del rito armeno.Descrizione: La gola del santo non si trova più nella chiesa: fu trasferita sotto Eugenio IV, morto nel 1447, in S. Pietro. Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile Note sulla raccolta: Non sono presenti ex voto legati al culto di san Biagio. La cui gola, peraltro, fu trasferita in San Pietro già nella prima metà del Quattrocento. Adorna di gioielli, segno della devozione popolare, è invece la Madonna delle Grazie.

La data di fondazione è del tutto incerta, ma un’iscrizione nella navata attesta che la chiesa (appartenente ad una delle venti abbazie di Roma) fu restaurata, se non del tutto riedificata, dall’abate Domenico nel 1072, al tempo di Alessandro II. La fondazione del santuario precede dunque, verosimilmente, l’XI sec. L’epigrafe posta a ricordare la riedificazione della chiesa da parte dell’abate Domenico nel 1072 è edita da Armellini (vedi bibliografia). l’edificio fu poi concesso nel 1832 da Gregorio XVI al Venerabile Ospizio degli Armeni di Santa Maria Egiziaca. Nel 1539 il cardinale commendatario Giuliano Cesarini vi rinunciò a favore del capitolo di San Pietro, di cui era arciprete, e la chiesa divenne parrocchia fino al 1825. Per la decadenza dell’abbazia fu poi data in commenda ad Antonio Pancera, cardinale di Santa Susanna, nel 1424. Un’epigrafe ancora visibile ricorda come la chiesa fu restaurata o ricostruita nel 1072 dall’abate Domenico dell’annesso monastero. L’edificio fu poi concesso da Gregorio XVI, nel 1832 o nel 1836, al Venerabile Ospizio degli Armeni di Santa Maria Egiziaca. Verso il 1540 la chiesa fu ceduta dal cardinale commendatario Giuliano Cesarini al capitolo di San Pietro. San Biagio fu chiesa abbaziale fino al 1424. In mancanza di notizie sul primo patronato, come sui successivi, si vedano le note relave agli avvicendamenti nella cura spirituale del santuario.

Piazza di Ponte S. Angelo, 00186 Roma, Italy
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