Raccolta di ex voto: No Conservazione attuale: Una breve iscrizione incisa su una mensoletta in marmo, riutilizzata forse nel dispositivo con il quale il sepolcro venne orntao, recita: Alfius votum solvit.
Il più antico termine cronologico si riferisce alla prima menzione del santuario, contenuta nella Depositio Martyrum del Cronografo del 354; il secondo termine cronologico si riferisce invece alla fine del pontificato di Gregorio IV (827-44), per opera del quale le reliquie del martire furono traslate nella chiesa di S. Maria in Trastevere (LP, II, p. 80). L’atto costitutivo del santuario è la sepoltura del martire Callisto in una delle gallerie della catacomba; a questo proposito la Passio, la cui compilazione risale al VI secolo, narra che il suo corpo, dopo il martirio, venne recuperato dal presbitero Asterio, che honorifice sepelivit in cymiterio Calepodii, via Aurelia. Relativamente alle vicende legate al martirio si possiede l’affresco, del quale alcuni frammenti si conservano nel santuario, che ne ricorda un episodio. Gregorio III (731-741) compie lavori nella basiliba S. Callisti pontificis et martyris (LP, I, p. 419); a tale intervento sarebbero da riferire, secondo il Nestori, le decorazioni pittoriche presenti nel santuario.
Piazza di S. Calisto, 6, 00153 Roma, Italy