San Crescenzione

Il santuario di Crescenzione si trovava in una regione settentrionale del primo piano della catacomba di Priscilla (in prossimità di uno dei nuclei più antichi del cimitero, il cosiddetto ipogeo degli Acilii), caratterizzata da gallerie non molto estese, proprio al di sotto della basilica subdiale di Silvestro, dove erano venerati altri martiri (vedi Felice e Filippo…); la regione di Crescenzione, inoltre, era in comunicazione con questo edificio del sopratterra mediante una scala (S 5), costruita in una fase piuttosto tarda. Questa situazione topografica è confermata anche dalla Notitia Ecclesiarum che, dopo la visita alle tombe di Felice e Filippo, invitava a scendere in spelunca per trovare il sepolcro di Crescenzione. Il fulcro del santuario, costituito appunto dalla tomba del martire, doveva trovarsi nel cubicolo CII, all’interno del quale è stato individuato -fra i tanti- il graffito devozionale che menziona esplicitamente Crescenzione (Tolotti, Il cimitero, p. 291).Descrizione: L’oggetto del culto era la tomba del martire, situata all’interno della catacomba di Priscilla. Questa è stata identificata nell’ambito di una regione sotterranea (regione C nella pianta del Tolotti), dove è stata rinvenuta l’iscrizione sopra riportata (cfr. scheda 5); l’ubicazione della tomba venerara, poi, può essere ulteriormente precisatat grazie alla presenza di numerosi graffiti devozionali, in particolare all’interno di un cubicolo (C II); tra questi, un graffito menziona esplicitamente il martire, al quale il fedele rivolgeva una preghiera: SALBA ME DOMNE CRESCENTIONE (il graffito fu scoperto da Giovanni Battista de Rossi nel 1888). Sulla base di questi elementi, il Tolotti propone di identificare la tomba del martire proprio nell’arcosolio della parete nord di questo cubicolo CII (Tolotti, Il cimitero, p.291). Entrata in uso: tra l’anno 300 e l’anno 400 Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No

La più antica testimonianza di un culto per il martire Crescenzione nella catacomba di Priscilla proviene da un’iscrizione funeraria di due coniugi, Leoparda e Feliccissimo, nella quale si legge AT CRISCENT[—] / INTROIT[—]; questo documento dimostra l’esistenza già nell’ambito del IV secolo, epoca nella quale va collocata per l’appunto l’epigrafe, della tomba venerata del santo in una regione della catacomba. Nella vita di papa Marcellino contenuta nel Liber Pontificalis, la cui redazione va posta nella prima metà del VI secolo, si legge che il pontefice volle essere sepolto in un cubicolo presso la tomba di Crescenzione (L.P., I, p. 162). La più tarda fase di vita del santuario dovette concludersi con il trasferimento delle reliquie del martire nella chiesa di Santa Prassede, ad opera di Pasquale I (817-824). Nella passio Marcelli (Acta Sanctorum, Ianuarii, Parisiis 1863, p. 372), componimento privo di attendibilità storica, si dice che Crescenzione fu bruciato vivo dopo essere stato flagellato; il suo corpo fu gettato ante Clivum Ursi, in platea ante templum Palatii, e in seguito raccolto, di notte, da un presbitero Giovanni che lo seppellì nel cimitero di Priscilla, il 24 novembre. Come si è già detto, numerosi graffiti devozionali interessano le pareti dei cubicoli CI, CII e degli ambienti circostanti. Oltre a quelli ricordati, si segnala (nella stessa nicchia dove è il graffito con il nome di Crescenzione)un graffito menzionante i LIMINA SANCTORVM, cioé le tombe dei santi, essendo questa regione cimiteriale assai ricca di memorie martiriali (Tolotti, Il cimitero, pp.283-304); un’altra iscrizione reca l’invocazione ad una DOMNA PRISCILLA BEATA. Presso la tomba di Crescenzione, come ricorda il Liber Pontificalis, fu sepolto papa Marcellino (296-304); secondo la ricostruzione del Tolotti, il sacello del pontefice potrebbe identificarsi con una tomba del cubicolo CI, effettivamente vicina a quella del martire (Tolotti, Il cimitero, pp. 283-304).

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