San Francesco alle Scalelle

Più che una di grotta si tratta di un ampio riparo nella roccia, edificato nella parte antistante ad essa. Delle mura rimangono due tratti evidenti di cui, il primo si appoggia alla parete rocciosa di destra, mentre il secondo, più interno, si appoggia a quella di sinistra. Inoltre resta traccia di un muro, perpendicolare ai primi due, che chiudeva completamente il riparo e nel quale, probabilmente, si apriva l’ingresso. In questa zona, al di sotto dei resti della pavimentazione, in seguito ad un cedimento del terreno, è apparso un piccolo ambiente con volta a botte nel cui centro si apre una botola. L’interno, completamente intonacato, non permette di stabilire se si trattava di una cisterna, di una sepoltura o di una celletta eremitica. È difficile comprendere anche che funzione potesse avere una piccola appendice visibile all’esterno del santuario, a pochi metri di distanza dall’entrata, adiacente alla parete rocciosa. La copertura dei vari ambienti venne realizzata senza appoggi alla parete della grotta: gli incavi scavati nella roccia a tale scopo sono pochissimi. Altri tratti di mura sono visibili un po’ più a valle, lungo il ripido declivio: la loro funzione era certamente quella di contenere il terreno o delimitare orti.Luogo: Grotta
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

La prima notizia che si ha su San Francesco alle Scalelle la fornisce Rainaldo, vescovo di Ascoli, il quale nel 1273 esenta questo, ed altri luoghi di culto vicini, dalla giurisdizione ordinaria, trasferendola al priore di Sant’Angelo in Volturino. Il santuario, dunque, esisteva già prima di questa data. Risulta, invece, diruto nella prima metà dell’Ottocento, come testimonia il Palma (Storia della città…, 1978) che dà anche una notizia sommaria circa l’ubicazione: …diruto nel territorio di Macchia da Sole, sulla strada per Ripa di Civitella, non lungi dal così detto Castello del Re Manfrino…. Secondo la tradizione locale, un giorno San Francesco d’Assisi stava seduto fuori la grotta a leggere quando, all’improvviso, apparve il diavolo che cominciò a beffeggiarlo. Il Santo, infastidito da tale atteggiamento e desiderando avere con sé, al posto del suo bastone, un fucile col quale sparargli, si inginocchiò a pregare e subito il bastone al suo fianco si trasformò in fucile. Egli così poté sparare al diavolo che andò a cadere sotto la collina, dove – si racconta – creò una voragine profonda molte centinaia di metri: sulla roccia in prossimità dell’eremo, nel punto in cui San Francesco si inginocchiò per sparare, sono ancora ben visibili le impronte della sua mano, del ginocchio e della punta del piede. Questa leggenda è stata pubblicata da Micati: Eremi e luoghi di culto…, 1996. Nel 1741 San Francesco alle Scalelle figura nell’inventario della parrocchia di Macchia da Sole come romitorio. Nel 1273 la giurisdizione ordinaria di San Francesco alle Scalelle fu trasferita da Rinaldo, vescovo di Ascoli, al Priore Generale dell’Archicenobio di Sant’Angelo in Volturino.

64010 Valle Castellana TE, Italy
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