San Liberato

La chiesa di santa Maria del Carmine, edificata negli ultimi anni del Cinquecento, ha subito nel corso del tempo diverse trasformazioni: anticamente a croce latina, aveva una grande navata centrale, intersecata a destra da una piccola navata laterale, divisa da arcate; dalla navata centrale si accedeva a sinistra alla cappella dell’Addolorata e da lì si proseguiva verso la cappella della Madonna del Rosario (dedicata oggi alla Madonna del Carmelo), posta di fronte alla piccola cappella-santuario, nel braccio destro della navata. Tra il 1959 e il 1967 si decise di ampliare la chiesa abbattendo il muro di sinistra della navata centrale, rendendola in questo modo a tre navate, e trasformando anche la navata di destra. In particolare, dietro la parete laterale della cappella di San Liberato si ricavò l’attuale e più grande cappella del santo martire. Il sacro corpo fu trasportato di notte, in presenza delle suore e del parroco, nella nuova cappella.Entrata in uso: nell’anno 1687 Reliquia: Ossa
Tipologia degli ex voto: Oggetti vari

Il santuario ha origine nel 1687 quando, nella cinquecentesca chiesa di Calvisi, dedicata a Santa Maria del Carmine, furono ospitate le reliquie del santo. Di San Liberato si parla in martirologi recenti e da quello del Mauricolus si evincono le maggiori notizie sulla sua vita. Nato a Cartagine, aveva moglie e due figli ed era un eccellente medico che visse in Africa al tempo delle persecuzioni del V secolo contro il cristianesimo a opera dei Vandali di Genserico prima e del figlio Unnerico. Fu proprio nel 484 che Liberato dovette subire la persecuzione di Unnerico. Fu imprigionato, torturato e condannato a morte per non aver rinnegato la fede in Cristo. Si pensa che il corpo del santo sia stato portato in Italia nel IX secolo e l’unica notizia storica sulle reliquie di San Liberato è desunta dal protocollo del notaio Francesco Paterno datato 1687, dal quale risulta che nel 1676 le reliquie in questione furono donate dal vescovo De Lazzara alla chiesa di Calvisi. E’ evidente che questa ricognizione delle reliquie presuppone una autentica, della quale doveva risultare il nome del santo, la descrizione anatomica delle ossa, il coemeterium o la chiesa da cui provenivano, la data di prelevamento e di donazione e il nome di colui che ne aveva fatto donno al vescovo. Quest’autentica manca. Le reliquie furono prese indubbiamente a Roma, in qualche catacomba, e non è facile arrivare all’identificazione con quelle di San Liberato. Certo è che, nel 1687, le spoglie del santo martire africano giunsero nella chiesa parrocchiale di San Liberato del Carmine a Calvisi, dove nacque subito un’intensa devozione popolare in suo onore.

81010 Calvisi CE, Italy
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