San Sebastiano

Col restauro del 1737 venne demolito il braccio trasversale e la chiesa assunse la forma attuale a navata unica di forma rettangolare. In quest’epoca venne anche invertita l’orientazione della chiesa bizantina che aveva l’abside a ovest e l’ingresso ad est. Venne costruita una scarsella di forma rettangolare all’esterno (ma quadrata internamente) ad est e la facciata a capanna su cui attualmente poggia un modesto campanile a vela di esecuzione assai tarda con copertura a due falde in tegole. Quest’ultimo, ricostruito nel 1993, ospitava una piccola campana in bronzo su cui era inciso S. SEBASDIAN + 1737. Intorno alla chiesa sorgevano i muristenes, una sorta di tettoie, recentemente ricostruite, e sas barraccas (le baracche).Descrizione: La statua di san Sebastiano attualmente venerata é di fattura moderna, ma certamente deve essere esistita una statua più antica di cui non si conserva più traccia, né ricordo, che anche in passato veniva portata in processione. Entrata in uso: tra l’anno 1900 e l’anno 1950 Immagine: Statua
Raccolta di ex voto: No

In mancanza di documenti d’archivio le uniche datazioni proponibili per il santuario si desumono dagli scavi archeologici che hanno consentito di individuare il più antico nucleo del santuario di epoca bizantina, collocabile tra il VII e l’VIII secolo. Non esiste leggenda di fondazione del santuario. A Teti si narra che nel passato gli abitanti di Ovodda (paese confinante), specie i pastori, abbiano più volte tentato di impossessarsi della statua di San Sebastiano e di portarla nel loro paese, ma ogni tentativo puntualmente fallì perché non si riuscì mai a far attraversare il fiume che separa i due paesi alla statua, che in quel punto diventava pesantissima, dimostrando così di non voler lasciare il paese di Teti. Il santuario ricadeva fin dalla fondazione sotto la giurisdizione dell’Archidiocesi di Oristano. Attualmente é il parroco di Teti che ha la cura spirituale del santuario e nulla ci induce a ritenere che così non fosse anche nel passato, visto che nel paese non si conserva memoria della presenza di altri religiosi. Il patronato laico da parte dei tetiesi sulla chiesa é l’unico conosciuto ed é forse coevo alla nascita dello stesso novenario e alla edificazione dei muristenes (XVII secolo ?). Gli anziani ricordano che fino agli anni ’40 era il priore, nominato di anno in anno da quello uscente, ad organizzare la festa, e in particolare a provvedere ai banchetti offerti a sos nobenantes, i novenanti, durante la festa, talvolta sacrificando le provviste familiari, consistenti spesso nella sola mannalitza, la mucca. Ad esso si affiancò poi un comitato, anch’esso annuale, che autofinanziava la festa. Da alcuni decenni sono gli 8 rioni del paese che, a turno, organizzano la festa civile effettuando la questua nel paese, e in quei giorni curano anche la pulizia della chiesa e dei muristenes.

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