San Zenone

La Notitia ecclesiarum (Valentini – Zucchetti, II, 87) dopo il santuario di Tiburzio, Valeriano e Massimo e i martiri venerati nella spelunca magna, ricorda in tertia ecclesia sursum sanctus Synon martir: concordano nella localizzazione della tomba nella necropoli di Pretestato oltre al Martirologio Geronimiano, anche gli altri itinerari (VZ II, 111, 149, 199), ma solo nella biografia di Adriano I (Liber Pontificalis I, 509) ritornano elementi interessanti per una più puntuale connotazione topografica dei santuari (et ecclesiam beati Tiburtii et Valeriani atque Maximi, seu basilica sancti Zenonis una cum cymiterio sanctorum Urbani pontificis, Felicissimi et Agapiti atque Ianuarii seu Cyrini martyribus, foris porta Appia, uno coherentes loco, quae a prescis marcuerant temporibus, noviter restauravit), che appaiono strettamente collegati in un itinerario funzionalmente organizzato per il pellegrinaggio. Delle strutture, tuttavia, non permangono tracce, essendo assai scarsi i dati emersi dalle indagini nel sopratterra; si può solo supporre, proprio in base alla sequenza topografica fornita dalle fonti, una localizzazione nell’area a ovest della spelunca magna, forse nelle adiacenze della scala, dove anche il maggiore sviluppo della rete cimiteriale sotterranea può far supporre la presenza di luoghi venerati. Si ritiene di poter senza dubbio escludere l’identificazione del de Rossi con un monumento conservato nell’area, che ha tutte le caratteristiche di un nobile mausoleo.Descrizione: tomba/corpo Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Il ciclo di vita di questo santuario si colloca tra la prima attestazione di culto del martire Zenone contenuta nel Martirologio Geronimaiano (p. 20) e la probabile traslazione delle reliquie dovuta a Pasquale I (817-824) nell’oratorio di Teodora annesso alla basilica di Santa Prassede. E’ interessante la persistenza del nome del martire nella terra sancti Zenonis indicata tra le proprietà adiacenti la vicina curtis Maruli, in un documento dell’850 relativo ad una permuta fra l’abate di S. Erasmo al Celio e il primicerio Tiberio (Reg. Subl. IV, 186-188); tuttavia tale dato non fornisce elementi per una ipotesi di più precisa localizzazione.

Via di Santa Prassede, 9, 00184 Roma, Italy
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