Santa Caterina d`Alessandria

Complesso cultuale comprendente le due chiese ed il cosiddetto balzo di Santa Caterina. Tutta la cima del monte può essere considerata come un complesso cultuale. Le due chiese risalgono al secolo XIII con poche modificazioni risalenti, in quella di Santa Maria, ai secoli XVII-XIX. Santa Caterina ha al suo interno un ciclo di affreschi quattrocenteschiDescrizione: In Santa Caterina è presente il culto per il martire Acazio di cui si conserverebbero le reliquie in un piccolo sarcofago esistente. La leggenda di questo santo risale al secolo XIII. Entrata in uso: tra l’anno ???? e l’anno 1300 Reliquia: Altra
Ubicazione originaria del Santuario: a lato dell’altare Note sulla raccolta: due soli ex voto superstiti Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte Conservazione attuale: in luogo sicuro Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: R. Zagnoni – G.P. Borghi, Per Grazia ricevuta, Porretta Terme, 1982, dove sono pubblicati a p. 129

Il santuario, di origini antichissime, in origine non aveva funzioni santuariali del tipo di quelle sviluppatesi dopo il secolo XV e soprattutto dopo la controriforma. Appartenne fino al secolo scorso al capitolo della cattedrale e nel secolo XIII, secondo una recente ipotesi, assurse in qualche modo a santuario nazionale bolognese. La leggenda di Sant’Acazio, secondo una recente interpretazione di Alfeo Giacomelli, dovrebbe essere ricondotta all’ambiente anti imperiale ed anti fredericiano della Bologna del Duecento, poiché il Santo viene visto come martirizzato da imperatori pagani che possono essere figura dell’imperatore Federico II. In questa prospettiva tutto il complesso cultuale di Montovolo dovrebbe essere interpretato come il santuario nazionale bolognese nella montagna, direttamente legato al vescovo per mezzo del suo capitolo ed al comune bolognese. La costruzione di Santa Caterina d’Alessandria infine potrebbe essere riferibile al tentativo di riprodurre su questa montagna un rappresentazione del monte Sinai, anch’esso dalla duplice cima con l’antichissimo monastero dedicato alla stessa santa; il riferimento al Sinai sarebbe confermato dalla presenza negli affreschi del Quattrocento del profeta Elia. Esiste invece la leggenda di Sant’Acazio, il cui culto è attestato in santa Caterina, risalente al secolo XIII ed all’ambiente del capitolo della cattedrale bolognese. Tradizione orale derivata da una leggenda scritta del secolo XIII conservata nell’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Altre leggende furono raccolte dal Palmieri nel 1896. La leggenda di Sant’Acazio, secondo una recente interpretazione di Alfeo Giacomelli, dovrebbe essere ricondotta all’ambiente anti imperiale ed anti fredericiano della Bologna del Duecento, poiché il Santo viene visto come martirizzato da imperatori pagani che possono essere figura dell’imperatore Federico II. In questa prospettiva tutto il complesso cultuale di Montovolo dovrebbe essere interpretato come il santuario nazionale bolognese nella montagna, direttamente legato al vescovo per mezzo del suo capitolo ed al comune bolognese. In relazione alla più volte affermata unitarietà del sistema cultuale formato dalle chiese di Santa Caterina d’Alessandria e della Madonna di Montovolo, per ciò che riguarda la bibliografia si rimanda a quanto presente nella scheda Madonna di Montovolo. dal secolo scorso la giurisdizione è passata alla parrocchia di Vimignano. La giurisdizione sembra appartenere sin dalle origini ai canonici del capitolo della cattedrale di Bologna (San Pietro). Sono documentati in epoca medievale conversi dipendenti dal capitolo che però non formano un ordine vero e proprio. dal secolo scorso la cura spirituale è passata alla parrocchia di Vimignano. Sembra dalle origini. Sono documentati in epoca medievale conversi dipendenti dal capitolo che però non formano un ordine vero e proprio. Non sono attestati patronati.

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