Raccolta di ex voto: Dato non disponibile
Il santuario doveva essere già attivo nel V secolo, quando la festa di S. Emerenziana è menzionata nel Martirologio Geronimiano; la tradizione relativa al gruppo agiografico del quale fa parte anche Emerenziana si ritrova anche in una iscrizione rinvenuta presso Ponte Rotto e datata dubitativamente dal de Rossi alla fine del IV o agli inizi del V secolo (cfr. de Rossi e Fasola, art. citati in bibliografia). La fase di abbandono del santuario dovette essere segnata dalla traslazione del corpo di Emerenziana nella chiesa di S. Prassede all’epoca di Pasquale I (cfr. Liber Pontificalis II, p. 64). Nella Passio di S. Agnese si dice che Emerenziana sarebbe stata lapidata presso il sepolcro di S. Agnese e il suo corpo sepolto poi dai genitori di questa in confinio agelli beatissimae virginis Agnetis (Acta SS. Gennaio, II, Parigi 1863, p. 717). Emerenziana è menzionata, insieme agli altri martiri della catacomba, in una iscrizione trovata presso la chiesa di S. Salvatore al Ponte Rotto e in un’altra incisa in una transenna marmorea trovata negli anni Cinquanta nella catacomba (cfr. per questi documenti gli studi del de Rossi e del Fasola, citati in bibliografia). E. Iosi ritiene che sia da identificare con Emerenziana la donna orante, accanto alla quale sono due personaggi in ginocchio, raffigurata sulla fronte di un arcosolio del cimitero.
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