Santa Felicita

La tomba di Felicita doveva trovarsi nel sopratterra del cimitero di Massimo, all’interno del quale esiteva anche il culto del martire Silano; l’oratorio eretto da papa Bonifacio I, il quale abbellì anche il sepolcro, doveva essere in comunicazione con la catacomba sottostante e con la basilichetta ipogea di Silano (vedi), oltre che con il mausoleo costruito dal papa per se’; questo pare testimoniato, oltre che da alcune particolarità strutturali, dalla notizia del Libel Pontif., seconda il quale papa Adriano I restaurò i tre edifici uno cohaerentes solo, cioé quasi un organismo architettonico unico. Nel sopratterra della catacomba esistevano probabilmente anche degli edifici abitativi, dove risiedette papa Bonifacio. Nella pianta del Bufalini (1551), nel sito del cimitero di Massimo, sono indicati alcuni ruderi con la didascalia templum Veneris, che potrebbero invece riferirsi proprio alle strutture subdiali del complesso di Santa Felicita.Descrizione: L’oggetto del culto era la tomba della martire, situata nell’ambito del complesso cimiteriale di Massimo (denominato anche, già dal VI secolo, di Santa Felicita). Papa Bonifacio costruì un oratorium iuxta corpus eius (Lib. Pont., I, pp. 227-228) che, come testimoniano le fonti itinerarie altomedievali, si trovava nel sopratterra della catacomba. E’ probabile che prima dell’intervento di Bonifacio già esistesse una qualche forma di culto presso la tomba di Felicita. Entrata in uso: tra l’anno 300 e l’anno 399 Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No

La più antica attestazione certa di un santuario dedicato alla martire Felicita sulla Salaria risale al Martirologio Geronimiano; tuttavia, esiste la trascrizione di un’epigrafe che nell’altomedioevo si trovava nella basilica (Silloge di Verdun), nella quale si accenna al martirio di Felicita (femina non timuit gladium); questo documento potrebbe attribuirsi a papa Damaso (366-384) e dunque permetterebbe di anticipare di qualche decennio la prima attestazione del santuario. L’abbandono del luogo di culto dovette verificarsi con la traslazione delle reliquie della santa nella chiesa di Santa Susanna, all’epoca di Leone III (795-816). Nella passio di Felicita e dei sette figli, si narra dei diversi tipi di martirio subiti da questi personaggi, ma non si accenna al luogo di sepoltura di Felicita. La tradizione secondo la quale Felicita sarebbe stata la madre dei martiri Silano, Alessandro, Felice, Filippo, Marziale, Vitale e Gennaro è priva di fondamento storico, ma dovette affermarsi piuttosto precocemente, essendo già nota all’epoca di Damaso che compose carmi epigrafici per alcuni di questi personaggi. Un’iscrizione damasiana o pseudo-damasiana, era collocata nella basilica di Felicita; in essa si faceva riferimento all’uccisione della martire con il gladium e al martirio dei sette figli. Nella basilichetta ipogea di Silano, posta probabilmente al di sotto della chiesa di Felicita e con essa comunicante, vi è una pittura tarda (VII/VIII sec.) raffigurante la martire con i sette figli. Papa Simmaco (498-514) reparavit basilicam Sanctae Felicitae quae in ruina imminebat.

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