Santa Felicita
Raccolta di ex voto: No
La più antica attestazione certa di un santuario dedicato alla martire Felicita sulla Salaria risale al Martirologio Geronimiano; tuttavia, esiste la trascrizione di un’epigrafe che nell’altomedioevo si trovava nella basilica (Silloge di Verdun), nella quale si accenna al martirio di Felicita (femina non timuit gladium); questo documento potrebbe attribuirsi a papa Damaso (366-384) e dunque permetterebbe di anticipare di qualche decennio la prima attestazione del santuario. L’abbandono del luogo di culto dovette verificarsi con la traslazione delle reliquie della santa nella chiesa di Santa Susanna, all’epoca di Leone III (795-816). Nella passio di Felicita e dei sette figli, si narra dei diversi tipi di martirio subiti da questi personaggi, ma non si accenna al luogo di sepoltura di Felicita. La tradizione secondo la quale Felicita sarebbe stata la madre dei martiri Silano, Alessandro, Felice, Filippo, Marziale, Vitale e Gennaro è priva di fondamento storico, ma dovette affermarsi piuttosto precocemente, essendo già nota all’epoca di Damaso che compose carmi epigrafici per alcuni di questi personaggi. Un’iscrizione damasiana o pseudo-damasiana, era collocata nella basilica di Felicita; in essa si faceva riferimento all’uccisione della martire con il gladium e al martirio dei sette figli. Nella basilichetta ipogea di Silano, posta probabilmente al di sotto della chiesa di Felicita e con essa comunicante, vi è una pittura tarda (VII/VIII sec.) raffigurante la martire con i sette figli. Papa Simmaco (498-514) reparavit basilicam Sanctae Felicitae quae in ruina imminebat.
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