Santa Maria a Pugliano

La chiesa fu completamente ricostruita, sostituendo il barocco al gotico. Nel 1547 furono innalzate due cupole maiolicate, una sull’altare maggiore ed un’altra sulla cappella dello Spirito Santo. Nel 1860 fu murata una delle quattro arcate del portico esterno.Descrizione: La statua, alta 1,46 cm, è una rappresentazione della Madonna del Latte. La Vergine, seduta su uno sgabello senza schienale, sostiene col braccio sinistro il Figlio, in piedi sul suo ginocchio sinistro, e con la destra gli porge il seno. Il Bambino si aggrappa con la mano destra alla spalla sinistra della Madre, mentre con la sinistra regge una sfera. Entrambi hanno la fronte scoperta, i capelli biondi ed ondulati e la carnagione scura; la Madonna ha le gote arrossate. La Vergine indossa una veste verde con foglie e steli floreali dorati, con una leggera scollatura che lascia il collo scoperto. Un velo, tenuto fermo da una corona, le scende dal capo sfiorando le spalle da cui cade un manto dorato che copre le ginocchia, formando varie pieghe. Ha ai piedi delle scarpe a punta di colore avorio ed oro. E’datata fra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. L’ampia curva del drappeggio sul busto, le pieghe incise sul gomito, il velo sul capo che ricade in doppia banda sono motivi iconografici propri delle madonne scolpite dagli artisti del Trecento. Entrata in uso: tra l’anno 1200 e l’anno 1299 Immagine: Statua Descrizione: Su fondo d’oro sono rappresentati la Madonna con il Bambino sulle ginocchia a mezzo busto ed in posizione frontale, secondo l’iconografia bizantina. Viene datato al IX secolo. Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Gli ex-voto pendevano alle pareti della chiesa. Tipologia degli ex voto: Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte

Le prime notizie sul santuario risalgono all’anno Mille. In un testamento del 15 novembre del 1076 una matrona romana lascia dei beni alla chiesa di Santa Maria a Pugliano. In questo periodo due antichi sarcofagi romani furono adattati ad altari per il santuario. Il primo sarcofago, del periodo degli Antonini, servì a sostenere un altare edificato da un certo Grausone, un personaggio della corte del duca di Napoli, Sergio (potebbe essere o Sergio V o VI, che governarono a Napoli per tutta la metà dell’XI secolo).Ciò assicura che nell’XI secolo la chiesa già esisteva ed era rinomata. Fino alla metà del nostro secolo alcuni storici hanno creduto che San Pietro fosse stato a Resina. la leggenda narra che il Santo qui convertì molte persone, fra le quali un tale Ampellone. Questi avrebbe costruito ai piedi del Vesuvio un oratorio dedicato alla Vergine, detta perciò Ampellone. Il santuario si sarebbe sviluppato da questo primitivo oratorio e per corruzione fonetica la Madonna di Ampellone sarebbe divenuta Santa Maria di Pugliano. In verità tale tradizione è stata smentita dagli storici moderni, che non vedono alcuna relazione fra il termine Ampellone e pugliano. Il primo termine, di origine greca, lingua a quei tempi parlata nella zona, significa delle viti. Le pendici del Vesuvio sono sempre state famose per le vigne e i vini prelibati. I contadini probabilmente innalzarono in campagna un’edicola per ringraziare la Vergine dei loro raccolti. Pugliano è invece un termine latino ed indica con tutta probabilità il luogo in cui sorge il santuario, forse un fondo che prendeva il nome dal suo possessore, come attesterebbe il suffisso -ano. Questo termine si sarebbe affermato nel XIII secolo, quando la Madonna Antica fu sostituita con la statua della Madonna delle Grazie. Fra il XII e il XIII secolo la chiesa dovette attraversare un periodo di floridezza: fu realizzata la nuova statua; la chiesa non dipese più dal monastero di S. Sebastiano; alla fine del XIII secolo Carlo II d’Angiò regalò al santuario un prezioso messale il lettere gotiche, e sempre in questo periodo i due sarcogìfagi vennero adattati ad altari. Dal Medioevo le cronache cittadine registrano una particolare affluenza di fedeli per usufruire delle indulgenze. I pontefici hanno concesso al santuario molte indulgenze, i cui originali furono depositati presso la curia arcivescovile nel 1375. Dispersi gli originali, papa Gregorio XIII con bolla del 13 gigno 1579, confermò tutte le antiche indulgenze e concesse l’indulgenza plenaria nel primo venerdì di marzo, nella festività della Vergine e della Pasqua. Nel 1959 l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Alfonso Castaldo, concesse trecento giorni di indulgenze a coloro che visitano il santuario fra il 6 e il 14 agosto, novenario dell’Assunta. Nel 1962 Giovanni XXIII concesse l’indulgenza plenaria a chi visita il santuario nel novenario dell’Assunta. Dalla visita pastorale del 1423 dell’arcivescovo di Napoli Nicola de Diano si apprende che la chiesa era servita da cinque sacerdoti. Quando avvenne il passaggio di patronato si stabilì che i beni della chiesa dovessere essere utilizzati per l’assistenza ai malati, ai bisognosi e per il mantenimento del culto. La chiesa fu alle dipendenze del monastero di S. Sebastiano fino alla metà del XII secolo.

Piazza Pugliano, 80056 Ercolano NA, Italy
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