Santa Maria ad Lamulas

Edificio a tre navate, divise da pilastri e concluse da absidi semicircolari; la facciata ed il campanile sulla sinistra sono il risultato di un intervento novecentesco che innteressò anche gli interni, dove furono tolti gli apparati barocchi. L’originale architettura romanica è ben conservata nell’abside e nella zona presbiteriale con capitelli scolpiti a figure zoomorfe e fitomorfe. La struttura originaria della Pieve (da cui dipendeva Montelaterone) fu parzialmente modificata nel 1268, allorché fu restaurata perché seriamente danneggiata dalle truppe senesi nel 1265. I restauri del 1268 furono effettuati da tale Paganuccio, come attesta l’iscrizione posta sul primo pilastro a destra. Nel corso del XVII secolo la chiesa assunse le forme barocche oggi completamente distrutte dal già accennato ripristino del 1935-1943. Alla fine dell’Ottocento si deve la facciata attuale, rifatta secondo gusto neoromanico: tripartita da quattro lesene, decorata con archetti pensili, un oculo e due finestre con arco a tutto sesto. L’edificio è in corsi di trachite a filaretto. Le tre absidi soo decorate esternamente da archetti pensili, peducci scolpiti e monofore. L’unica monofora originale, quella centrale, mostra influssi del romanico lombardo.Descrizione: Statua lignea della Vergine Maria con Gesù Bambino in braccio, entrambi avvolti in un ricco panneggio. La scultura è stata attribuita alla scuola senese di Jacopo della Quercia e fu realizzata nella prima metà del secolo XV. Entrata in uso: tra l’anno 1425 e l’anno 1450 Immagine: Statua
Raccolta di ex voto: No

Il santuario è interno alla Pieve di Santa Maria ad Lamulas, attestata già nell’853 quale cellam Sancte Mariae nel territorio di giurisdizione dell’Abbazia benedettina di San salvatore a Abbadia San Salvatore. Non è chiaro quando il culto mariano abbia iniziato a svilupparsi in maniera consistente. Diemo come data di inizio il primo quarto del secolo XV basandoci sulla datazione della statua oggetto del culto. Esistono due versioni della leggenda di fondazione: 1) un pastore amiatino aveva condotto le pecore al pascolo nella zona compresa tra Montelaterone e Castel Del Piano ma fu sorpreso da un violento temporale. Perciò andò a rifugiarsi sotto gli alberi del bosco. Mentre era lì un fulmine colpì una querce: quando il fumo scomparve il pastore vide che il fulmine aveva modellato nella querce una statua della Madonna con il Bambino. Egli volle dunque perfezionarla e iniziò a lavorarla con il coltello; 2) un pastore che non aveva niente da fare iniziò a scolpire un ramo di un albero cercando di raffigurare la Madonna con il Bambino. Tuttavia, poiché non era soddisfatto del lavoro, gettò la scultura appena abbozzata nel fuoco. Udì allora gridare Non mi bruciare!. Il pastore capì che era l’immagine della Vergine a parlargli, perciò recuperà la statua e andò a chiamare il parroco. Dal bosco passavano mulattieri, boscaioli e carbonai che si stupivano di vedere una Madonna bruciacchiata nel fuoco, perciò avvertirono gli abitanti di Montelaterone, Arcidosso e Castel del Piano che subito accorsero. Ancora oggi numerosi fedeli che raccontano queste leggende di fondazione, mostrano il retro della statua (dorata e policromata) che presenta qualche traccia nera, come se fosse stata a contatto con il fuoco. Secondo i sostenitori della prima versione si tratterebbe di un segno della folgore, secondo gli altri sarebbe memoria del fuoco in cui era stata gettata dal pastore. La statua della Vergine negli anni 1808, 1907, 1960 è stata esposta nella Cattedrale di Siena durante l’ottavario della Domenica in Albis. Questa scheda è stata compilata da Gabriele Fattorini e Isabella Gagliardi. Il diritto di giuspatronato decadde con la soppressione dell’Abbazia di San Salvatore nel 1782.

58031 Arcidosso GR, Italy
  • contatto telefonico:
  • ubicazione:Link Google maps