Santa Maria al Prato

Chiesa e convento. Il convento fu costruito tra 1708 e 1720, alla sua realizzazione concorsero il vescovo di Fiesole, numerosi prelati fiesolani, molte famiglie di Radda in chianti, il priore di Volpaia e il pievano di Santa Maria Novella, il priore di Radda. L’attuale complesso consiste in una costruzione raccolta intorno ad una chiesa e preceduta da un portico. Dell’edificio romanico precedente sono rimaste soltanto alcune tracce nel paramento murario esterno della chiesa. La chiesa è a croce latina e a navata unica. E’ coperta da volte a crociera intonacate.Descrizione: L’oggetto, datato presumibilmente 1471, non è l’oggetto di venerazione più antico. Si tratta di un’opera di Neri di Bicci raffigurante la Vergine Maria con il Bambino tra i santi Giovanni Battista, Niccolò, Maddalena e Antonio abate. Tuttavia, la visita pastorale di Benozzo Federighi del maggio 1445 menziona una tabula Virginis Marie competentem ornatam che , edidentemente, non è l’opera di Neri di Bicci. Entrata in uso: tra l’anno 1471 e l’anno 1474 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Sulle pareti della loggia antistante la chiesa. Note sulla raccolta: Dalla Cronaca del convento dei frati minori che custodivano il santuario, apprendiamo che nel XIX secolo la loggia era completamente riempita da tavolette, grucce ed altri oggetti per grazia ricevuta. Tipologia degli ex voto: Tavolette dipinte, Oggetti vari Conservazione attuale: Gli ex- voto sono dispersi.
Si conservano poche e disaggregate nitizie di miracoli nella documentazione archivistica.
Il periodo di vita più antico del santuario è completamente oscuro. Sappiamo soltanto che alla sua esistenza è legato il toponimo locale Santa Maria. Con ogni probabilità si trattava di un piccolo oratorio edificato su un prato nei pressi di Radda e dedicato alla Natività della Vergine e compreso tra le chiese della famiglia Ricasoli, più precisamente doveva appartenere, come testimoniano i documenti dell’Archivio Ricasoli, a Geremia di Montegrossoli, capostipite della famiglia. Nel 1434, dalla visita pastorale di Benozzo Federighi, ricaviamo che era un oratorio, aveva dignità di chiesa curata ma caret rectore. Si trattava di una chiesa suffraganea della Pieve di San Giusto in Salcio. Dagli Statuti fiorentini del 1415 apprendiamo che il Popolo di Santa Maria del Prato faceva parte della Lega del Chianti. Dopo il 1974 il convento, l’orto, la foresteria e i locali annessi furono adibiti ad uso privato. Questa scheda è stata compilata da Isabella Gagliardi. Dalla visita pastorale del 1595 apprendiamo che Santa Maria viene unita alla chiesa di San Niccolò in Radda. Le vicende della cura spirituale del luogo sono abbastanza complicate: non sappiamo quando e da chi fu fondato l’oratorio e nemmeno quando fu affidato alla cura del parroco di San Niccolò a Radda . Figura in un inventario dei Beni ecclesiastici del 1428, nel 1434 era chiesa curata ma non aveva il rettore, nel 1460 fu oggetto di controversia tra due rettori titolari del medesimo beneficio parrocchiale. Nel 1708 i Frati Minori dell’Osservanza ricevettero il santuario e vi si stabilirono fino al 1808, quando il santuario fu soppresso da Napoleone e fu dunque abbandonato fino al 1815, quando fu ripristinato con la restaurazione. Fu poi nuovamente soppresso nel 1866 dal governo italiano, diventando di proprietà demaniale. Nell 1935 il complesso costituito da chiesa e convento fu acquistato dalla Provincia Toscana delle Sacre Stimmate dei Frati Minori, e ospitò quei religiosi fino al 1974. Nel 1996 la chiesa è stata acquistata dalla Venerabile Confraternita della Misericordia di Radda in Chianti. Anche in questo caso, come del resto accadde per tutti i patronati comunitari toscani, la riforma leopoldina del 1785 lo abolì.

53017 Radda in Chianti SI, Italy
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