Santa Maria alle Calle

Edificio molto semplice, arricchito nel 1743 da un piccolo campanile e da due altari di pietra che, all’interno, si aggiunsero all’altare principale.Descrizione: Rappresentazione della Vergine Maria a mezzo busto con Gesù Bambino in braccio. L’oggetto è stato attribuito a Giovanni di Francesco Toscani -artista fiorentino della generazione tardogotica- e molto probabilmente risale al XIV secolo. L’immagine fu rubata nel 1959, recuperata nel 1960 e quindi sistemata nella Pieve di Santa Maria Assunta e sostituita, nell’oratorio, da una copia. Entrata in uso: tra l’anno 1400 e l’anno 1450 Immagine: Dipinto
Raccolta di ex voto: No

L’origine del santuario non è documentata chiaramente: sembra tuttavia che sia stato costruito a metà XV secolo su un precedente tabernacolo (iscrizione posta sotto l’altare). Il tabernacolo era viario, eretto sulla mulattiera, detta calla o calle che attraverso i boschi conduceva al valico della Consuma. La leggenda di fondazione, la cui redazione più antica risale al 1654 e fu compiuta dal locale erudito Scipione Mannucci, data gli avvenimenti miracolosi al XIV-XV secolo. Secondo la leggenda l’immagine era stata portata alle Calle da un pellegrino di ritorno da un pellegrinaggio a Roma. Giunto alle Calle egli, spossato per le fatiche del viaggio, si addormentò con l’immagine pregando la Vergine per il suo paese d’origine, posto nelle vicinanze delle Calle, dove aveva intenzione di sistemare il dipinto. Il giorno seguente il pellegrino tornò effettivamente a casa e sistemò provvisoriamente l’icona in una delle sue stanze. Il giorno seguente l’immagine era scomparsa: il pellegrino la cerò e la trovò alle Calle. Così fu decisa l’erezione di un tabernacolo dove sistemare l’icona miracolosa. Iscrizione nel santuario che ricorda la visita del Granduca Pietro Leopoldo del 23 giugno 1773. Nel 1979 il santuario fu devastato da un gruppo di vandali. E’ stato restaurato e riaperto al culto nel 1981. Questa scheda è stata compilata da Isabella Gagliardi. Nel 1641, grazie alle cospicue offerte dei fedeli fu costituito un beneficio semplice, su decreto del vescovo fiesolano Lorenzo della Robbia, per sostentare il acerdote addetto al servizio divino, cui, dal 1792, furono predisposte le stanze necessarie perché potesse abitare sul luogo. La costruzione delle stanze fu opera di un pellegrino che si presentò al sacerdote con il nome di Michele Kalbermater, originario di Basilea. Egli rimase spontaneamente presso l’oratorio per prendersene cura dal punto di vista materiale: alle sue fatiche si debbono i due altari lapidei presenti all’interno della chiesa, i due confessionali, il piccolo campanile e anche l’installazione dell’organo. Soltanto sul letto di morte, nel 1770, l’uomo svelè la sua identità al Pievano di Montemignaio che gli dispenssava gli ultimi conforti: si trattava del conte di Villanuova Solaria, in Piemonte, di nome Ignazio Benedetto Solari, che aveva abbandonato la famiglia (a ciò consenziente) per indossare l’abito penitenziale del pellegrino. Dopo numerosi viaggi era giunto in Casentino e aveva deciso di fermardi all’oratorio delle Calle. Solari inaugurò la presenza di romiti nel santuario, l’ultimo dei quali fu Gaetano Gallini Sandroni,l detto il predicatore del Palazzo del Pero morto nel 1956. Il piccolo romitorio annesso al santuario era intitolato a San Giuseppe.

52010 Montemignaio, Province of Arezzo, Italy
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