Ubicazione originaria del Santuario: Gli ex voto erano conservati presso il santuario, infatti, erano collocati attorno all’altare, insieme a dei registri di contenuto sconosciuto. Note sulla raccolta: Molti ex voto andarono perduti. La maggior parte andarono smarriti nel 1867 in seguito alle soppressione decise in seguito all’unità d’Italia e al relativo allontanamento dei frati dal santuario fino al 1871. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Oggetti di oreficeria, Altro Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: Si parla degli ex voto nello studio di Massimo Basilici, il quale ha visionato numerose monografie relative al santuario, risalenti al secolo scorso. Dallo studio del Sonsini si apprende che nel 1906 un gruppo di 18 emigrati in America, fece dono di un lamparario a diciotto candele, oggi andato smarrito.(cfr. M. Basilici, Santa Maria dei Bisognosi, pp. 51-58)
Alcuni dei miracoli sono riportati da Massimo Basilici nell’opera intitolata: Santa Maria Dei Bisognosi. L’autore ha avuto notizia di questi miracoli in seguito ad alcune ricerche fatte attraverso biblioteche e archivi, sia pubblici che privati, come l’archivio della famiglia Colonna.(Cfr. Basilici M., Santa Maria dei Bisognosi, pp.67-70)
XVIII (costruzione intero bene)<br><br>La chiesa risale presumibilmente alla seconda met del XVIII secoloLa tradizione vuole che la nascita della prima chiesa sia avvenuta in seguito alla traslazione della sacra immagine di Maria fino alla sommit del monte di Carsoli: infatti una prima cella, secondo la leggenda, doveva aver assunto l’importanza di un vero e proprio santuario gi nei primi anni del secolo VII. Il santo simulacro rimase sulla vetta del monte fino al 14 gennaio 1869. In detto anno dalle autorit militari, per annientare il brigantaggio, si ordin la chiusura di tutte le abitazioni di campagna nelle quali i briganti potessero rifugiarsi, e fra queste anche il santuario dei Bisognosi. In seguito col permesso del vicario dei Marsi la statua della Madonna fu solennemente trasferita a Pereto nella chiesa di S. Giorgio martire. Durante il tragitto, mentre si avvicinava la venerata immagine, si fecero spari prolungati di mortai, fino a che, arrivata nella suddetta chiesa, fu collocata nell’altare maggiore e celebrata una solenne messa. Il crocifisso, donato da Bonifacio IV, fu collocato nella chiesa della vicina Rocca di Botte. Solo quando, nel 1871, la cura del santuario fu riaffidata ai Minori francescani, la statua e il crocifisso furono ricollocati al loro luogo di origine. La leggenda di fondazione del santuario risale al VII secolo, quando un’icone della Vergine fu traslata dalla Spagna in Italia da un certo Fausto. Questi, avendo smarrito in un naufragio presso le coste italiane il suo unico figlio Procopio, implor, per ritrovarlo, l’aiuto della Madonna, la quale apparendogli in sogno, lo consol dicendogli che l’avrebbe aiutato se avesse trasferito la sua immagine sul monte di Carsoli. Fausto si imbarc per l’Italia e, risalendo l’Adriatico, arriv a Francavilla. Caricata la sacra effigie su una mula giunse sul monte di Carsoli. Qui la mula si ferm e, scaricata l’effigie, mor all’istante, nel medesimo tempo Fausto ritrova il figlio perso. In questo luogo fu edificato il primo santuario. Bonifacio IV consacr per la prima volta il santuario nel 610. In seguito ci furono altre consacrazioni, tra cui quella del cardinale Carlo Colonna del 1717, che concesse la corona sia al Bambino che alla Madonna, e quella di Pietro Massimi, canonico della basilica di S. Pietro del 1724. Nel 1781 venne consacrata la nuova fabbrica come ricorda apposita memoria. Le indulgenze di cui il Santuario dotato sono state concesse da Benedetto XIII e da Pio IV. Quest’ultima, con breve del 21 giugno 1779, era riservata a coloro che, non potendosi recare nei giorni 10-11-12 giugno alla visita del santuario, potranno lucrare la stessa indulgenza in un giorno qualsiasi dell’anno (cfr. Basilici M., Santa Maria dei Bisognosi, p.83). La prima giurisdizione documentata risale al 1057. Da un documento di Stefano IX, diretto all’allora vescovo dei Marsi Pandolfo, si evince che la giurisdizione e l’amministrazione del santuario erano di pertinenza vescovile. Tale privilegio fu confermato da Pasquale II nel 1115. (Cfr. Ughelli F., Italia Sacra, coll.889-890 e coll.892-893) Questa concessione era ancora in vigore nel secolo XIV, infatti nel censuale conservato presso l’archivio vescovile di Avezzano (fondo A/2 folio 14v) annotato che la chiesa di Santa Maria in Pereto ancora soggetta alla giurisdizione del vescovo dei Marsi. Per intercessione dei paesi di Pereto e Rocca di Botte e per consenso della famiglia Colonna, che deteneva il patronato sulla chiesa, la custodia del santuario fu affidata ai minori osservanti. In tale occasione la suddetta famiglia si adoper per restaurare sia la chiesa sia i locali che dovevano servire come abitazione dei religiosi. Le piccole celle esistenti, che la tradizione vuole costruite dai compagni di Fausto i quali vi abitarono come eremiti, erano piccole e molto rovinate. I religiosi furono allontanati il 24 febbraio 1867 per ritornarvi nel 1871 (cfr.Basilici M., Santa Maria dei Bisognosi, pp. 40-45). Il santuario era custodito da un sacerdote secolare che curava il culto e l’amministrazione dei sacramenti. Aumentato il numero dei fedeli, un solo sacerdote non bast pi quindi si decise di affidare la cura del santuario ai minori osservanti. Il santuario fu eretto ad abbazia e affidato ai commendatari che venivano nominati dalla casa Colonna, la quale perse tale diritto nel 1781. Il Basilici, nel suo studio, afferma che alla famiglia Colonna subentr quella dei Barberini, senza per dare precise date di riferimento. Oggi il patronato esercitato dalla diocesi (cfr Basilici M,. Santa Maria dei Bisognosi, pp. 39-45 e p.62).
Santa Maria dei Bisognosi, 67064 Pereto AQ, Italy