Ubicazione originaria del Santuario: Sulle pareti del Santuario. Nel 1761 il Padre Priore Enrico Rossi fece togliere tutti gli ex voto dalla chiesa. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Protesi vere o rappresentate Conservazione attuale: Dispersi. Fino ad alcuni decenni fa erano rimaste solo alcune grucce attaccate nella cripta della Madonna del buio. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: B. Giordano, Santa Maria del Sasso, Un fiore del Rinascimento in Casentino, Cortona 1984.
Sono conservate nell’archivio del convento del santuario, inoltre sulle pareti del santuario sono stati dipinti numerosi miracoli.
Il santuario nacque come semplice oratorio intorno al 1348, sulla roccia in cui era apparesa la Vergine. La fama del santuario crebbe rapidamente, diventando un luogo di riferimento per i pellegrini che si dirigevano in Casentino per visitare essenzialmente il santuario della Verna, che era collegato alla localita del sasso da un antico tracciato stradale che congiungeva il Casentino con la Romagna attraverso il passo della Serra. La devozione si accrebbe moltissimo nel corso del secolo XV. La leggenda di fondazione recita che il 23 giugno 1347 la Vergine apparve a una bambina, Caterina, ai piedi di un grande masso. Nel 1348 una colomba bianchissima si posò su quel masso e si faceva accarezzare solo dai bambini, ciò che richiamò l’attenzione di due religiosi, un monaco vallombrosano e un eremita spagnolo che si recarono sul luogo perché il fatto aveva del sovrannaturale. Intanto una bambina di nome Martina vide la Vergine, che le consegnò numerosi baccelli. Mentre Martina tornava a casa il numero dei baccelli si moltiplicò, la bambina provò a sgusciarli ma quei frutti iniziarono a versare sangue. Il fatto fu interpretato come un presagio della peste del 1348. Nel 1444 accaddero nuovi prodigi e miracoli. Affreschi che ritraggono vari miracoli. Inoltre si segnalano, dietro il tabernacolo, gli affreschi del XV secolo che ritraggono alcuni episodi di vita del santuario. Presso il Santuario dal 1950 risiede anche una comunità di suore domenicane. Questa scheda è stata compilata da Isabella Gagliardi e Stefano Meacci. Dal 1348 al 1856, indulgenze plenarie e parziali delle quali si ricordano: nel 1348 il Vescovo Boso Ubertini concesse un’indulgenza di 40 giorni a chi avesse dato offerte per la costruzione del Santuario. Nel 1566 Pio V concesse l’indulgenza plenaria ai pellegrini che avessero visitato il Santuario. Altre indulgenze furono concesse da Paolo II, Leone X, Pio II, Innocenzo XII, Benedeto XIII, Clemente XII, Benedetto XIV. Il 19 febbraio il Vescovo di Arezzo Attilio Fiascani concesse indulgenze parziali anche a chi avesse visitato le immagini di Gesù, sant’Antonio abate, santa Caterina, Il Santissimo Crocifisso, i santi Cosma e Damiano, san Giovanni Battista e la santissima Annunziata presenti nel Santuario. Inoltre Pio XII concesse al santuario il titolo di Basilica minore con tutte le indulgenze relative. Il santuario perteneva alla Pieve di Sant’Ippolito a Bibbiena. L’approvazione pontificia giunse con bolla di Paolo II il 18 marzo 1468. I frati predicatori prendevano possesso del nucleo ospedaliero annesso al santuario che nel 1495, per volontà di Girolamo Savonarola, sarebbe stato trasformato in convento della Congregazione di San Marco. Il clero della Pieve si occupò del santuario fino al 1468, anno in cui esso fu concesso ai frati predicatori osservanti della congregazione di San Marco. Il pievano che rinunciò alla cura del santuario in favore dei frati domenicani dell’Osservanza fu Lorenzo di Silvestro, il mediatore del passaggio di cura spirituale fu Lorenzo Acciaioli. Il primo religioso che ebbe in cura il luogo fu il monaco camaldolese Martino da Poppi, accompagnato da un eremita di origine spagnola che rimase con lui in loco. Si contano anche numerosi patronati minori, lo stesso Girolamo Savonarola sollecitò le nobili famiglie fiorentine a contribuire all’edificazione del Santuario. A questo proposito i Medici non badarono a spese per l’edificazione del luogo.
52011 Bibbiena, Province of Arezzo, Italy