Santa Maria del Sasso

A partire dal 1444 i semplici edifici degli inizi furono trasformati radicalmente finché il santuario divenne un esempio di perfetto stile rinascimentale. A seguito di ulteriori miracoli e prodigi (visioni di globi luminosi da parte di una pia donna, del podestà di Bibbiena Ilarione di Conte Compagni e del monaco che aveva in cura il santuario, di angeli apparsi a numerosi testimoni, di grazie e miracoli di vario tipo), la neocostituita opera di Santa Maria (1441)interpellò Bicci di Lorenzo perché affrescasse la Vergine con il Bambino. Inoltre costruì un ospedale per i pellegrini e la casa per il rettore. Con l’arrivo dei frati predicatori osservanti la chiesa divenne una fabbrica medicea, cui parteciparono oltre a Lorenzo dei Medici i più importanti rappresentanti della nobiltà fiorentina. Anche la casa del rettore fu trasformata e diventò un convento . La chiesa superiore è a croce latina con navata unica e, all’incrocio tra la navata principale ed il transetto è posta una cupola impostata su un tamburo esagonale coperto da un tetto a falde. Esternamente sulla facciata si apre un occhio tondo sopra il portale. Ai piedi del sasso è stata edificata una chiesa inferiore, coperta con volta a crociera, dove è venerata la Madonna del buio.Descrizione: Fino al 1440 i pellegrini pregavano sul masso dove era apparsa la Madonna, dal 1440 su committenza della comunità di Bibbiena fu affrescata da Bicci di Lorenzo e rappresenta la Madonna seduta, avvolta da un manto e con Gesù bambino in braccio nudo. La Vergine è inghirlandata da testine alate di angeli, mentre due angeli le stanno ai lati e sorreggono un vaso. Entrata in uso: tra l’anno 1348 e l’anno 1440 Epifania: La Madonna apparve ad una bambina nel 1347 ai piedi di un grande masso, successivamente incluso nel santuario. La prima rappresentazione su cui fu convogliato il culto è un affresco. Immagine: Dipinto Luogo: Grotta Descrizione: Si tratta della statua menzionata nella scheda precedente, è da notare che fu commissionata dai padri domenicani che avevano in cura il santuario nel 1511 perché il popolo dei fedeli era solito recarsi a pregare nell’anfratto roccioso dove era apparsa la Madonna. Già nel 1512 quella statua sarebbe stata protagonista di un miracolo: trasportata nella chiesa bibbienese di Santo Spirito, sarebbe ritornata nel Santuario da sola nottetempo, dimostrando così dove voleva rimanere. Si trattò del primo di una lunga serie di miracoli e di eventi sovrannaturali che avrebbero finito per catalizzare il culto dei fedeli su quel simulacro.La statua è detta anche Madonna del buio secondo alcuni perché l’altare sul quale fu collocata era in un sito poco illuminato, secondo altri perché si annerì a seguito dell’incendio divampato nel 1905. Entrata in uso: nell’anno 1511 Epifania: Madonna Immagine: Statua Descrizione: Si tratta di una statua della Vergine posta sul masso dove sarebbe apparsa la Madonna per accontentare quei fedeli che si recavano al santuario in giorni diversi dalle solennità mariane e quindi trovavano le immagini miracolose coperte. La statua raffigura la Vergine incoronata con Gesù Bambino in braccio e proveniva dalla pittoria delle domenicane di Lucca. Si tratta di un busto della Vergine con il bambino in braccio. Entrata in uso: nell’anno 1630 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Sulle pareti del Santuario. Nel 1761 il Padre Priore Enrico Rossi fece togliere tutti gli ex voto dalla chiesa. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette o lamine con iscrizioni, Tavolette dipinte, Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Protesi vere o rappresentate Conservazione attuale: Dispersi. Fino ad alcuni decenni fa erano rimaste solo alcune grucce attaccate nella cripta della Madonna del buio. Rinvio a pubblicazioni o descrizioni a stampa: B. Giordano, Santa Maria del Sasso, Un fiore del Rinascimento in Casentino, Cortona 1984.
Sono conservate nell’archivio del convento del santuario, inoltre sulle pareti del santuario sono stati dipinti numerosi miracoli.
Il santuario nacque come semplice oratorio intorno al 1348, sulla roccia in cui era apparesa la Vergine. La fama del santuario crebbe rapidamente, diventando un luogo di riferimento per i pellegrini che si dirigevano in Casentino per visitare essenzialmente il santuario della Verna, che era collegato alla localita del sasso da un antico tracciato stradale che congiungeva il Casentino con la Romagna attraverso il passo della Serra. La devozione si accrebbe moltissimo nel corso del secolo XV. La leggenda di fondazione recita che il 23 giugno 1347 la Vergine apparve a una bambina, Caterina, ai piedi di un grande masso. Nel 1348 una colomba bianchissima si posò su quel masso e si faceva accarezzare solo dai bambini, ciò che richiamò l’attenzione di due religiosi, un monaco vallombrosano e un eremita spagnolo che si recarono sul luogo perché il fatto aveva del sovrannaturale. Intanto una bambina di nome Martina vide la Vergine, che le consegnò numerosi baccelli. Mentre Martina tornava a casa il numero dei baccelli si moltiplicò, la bambina provò a sgusciarli ma quei frutti iniziarono a versare sangue. Il fatto fu interpretato come un presagio della peste del 1348. Nel 1444 accaddero nuovi prodigi e miracoli. Affreschi che ritraggono vari miracoli. Inoltre si segnalano, dietro il tabernacolo, gli affreschi del XV secolo che ritraggono alcuni episodi di vita del santuario. Presso il Santuario dal 1950 risiede anche una comunità di suore domenicane. Questa scheda è stata compilata da Isabella Gagliardi e Stefano Meacci. Dal 1348 al 1856, indulgenze plenarie e parziali delle quali si ricordano: nel 1348 il Vescovo Boso Ubertini concesse un’indulgenza di 40 giorni a chi avesse dato offerte per la costruzione del Santuario. Nel 1566 Pio V concesse l’indulgenza plenaria ai pellegrini che avessero visitato il Santuario. Altre indulgenze furono concesse da Paolo II, Leone X, Pio II, Innocenzo XII, Benedeto XIII, Clemente XII, Benedetto XIV. Il 19 febbraio il Vescovo di Arezzo Attilio Fiascani concesse indulgenze parziali anche a chi avesse visitato le immagini di Gesù, sant’Antonio abate, santa Caterina, Il Santissimo Crocifisso, i santi Cosma e Damiano, san Giovanni Battista e la santissima Annunziata presenti nel Santuario. Inoltre Pio XII concesse al santuario il titolo di Basilica minore con tutte le indulgenze relative. Il santuario perteneva alla Pieve di Sant’Ippolito a Bibbiena. L’approvazione pontificia giunse con bolla di Paolo II il 18 marzo 1468. I frati predicatori prendevano possesso del nucleo ospedaliero annesso al santuario che nel 1495, per volontà di Girolamo Savonarola, sarebbe stato trasformato in convento della Congregazione di San Marco. Il clero della Pieve si occupò del santuario fino al 1468, anno in cui esso fu concesso ai frati predicatori osservanti della congregazione di San Marco. Il pievano che rinunciò alla cura del santuario in favore dei frati domenicani dell’Osservanza fu Lorenzo di Silvestro, il mediatore del passaggio di cura spirituale fu Lorenzo Acciaioli. Il primo religioso che ebbe in cura il luogo fu il monaco camaldolese Martino da Poppi, accompagnato da un eremita di origine spagnola che rimase con lui in loco. Si contano anche numerosi patronati minori, lo stesso Girolamo Savonarola sollecitò le nobili famiglie fiorentine a contribuire all’edificazione del Santuario. A questo proposito i Medici non badarono a spese per l’edificazione del luogo.

52011 Bibbiena, Province of Arezzo, Italy
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