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Santa Maria della Rotonda

L’attuale chiesa è ricavata dall’antico nymphaeum della villa domiziana sui Colli Albani, adibito a terme da Settimio Severo per i soldati della seconda Legione Partica e, poi, donato alla locale basilica da Costantino. L’interno è a pianta circolare (diametro m. 16,10) con quattro nicchie (larghezza m. 3,80) e con cupola. Del nymphaeum originale, fatto costruire da Domiziano, oltre le strutture principali, rimane un pavimento a tessere bianche.Descrizione: L’immagine rappresenta la Madonna che, con la mano sinistra, sostiene il Bambino Gesù benedicente, il quale tiene il libro delle Sacre Scritture nella mano sinistra. Si tratta di una icona greca, anteriore il 1000. La tradizione vuole che nel secolo VIII, mentre infieriva la lotta iconoclasta, alcune monache greche fuggite dall’Oriente avrebbero cercato rifugio in Albano, ottenendo dal pontefice Stefano III di poter collocare l’immagine che avevano trasportato in quella che, poi, fu detta Chiesa della Rotonda, la quale sarebbe stata consacrata la prima volta nel 768, l’anno in cui Stefano III fu assunto al pontificato. Le fonti scritte che ci informano di questa tradizione sono del principio del secolo XVIII, cioè troppo tarde per autorizzare a credere che essa fosse già viva intorno ai secoli IX e X. Entrata in uso: nell’anno 1060 Immagine: Dipinto, Icona
Raccolta di ex voto: No

Fu abbandonato, nell’aprile del 1168, in seguito al saccheggio subìto dalla città di Albano Laziale, ad opera delle truppe dell’imperatore Federico I. La leggenda racconta di pie vergini esuli dall’Oriente tempestoso che portano con sé l’icona santa della vergine sottraendola alla furia iconoclasta. (ICCD). All’inizio del secolo XVII si resero necessari lavori di ristrutturazione: fu riempito, per circa 1,20 m.,il dislivello tra il pavimento interno ed esterno; furono tolti 14 altari dalle nicchie; fu eretto un altare nella parete di destra; furono chiuse le stanze laterali all’ abside dell’altare maggiore, per ricavarne le due aule della sagrestia; fu eretta la cantoria sopra la porta d’ingresso. Nel 1673 fu ordinato dal cardinale Orsini di chiudere la grande finestra al centro della cupola, tramite una lanterna barocca (eliminata nei restauri del 1934). Nel 1801 fu rifatta la facciata con un timpano sorretto da quattro lesene, a cui decenni più tardi fu aggiunto un portico. Nel 1930 i lavori di restauro ricondussero l’edificio al suo originario aspetto smantellando la parte seicentesca: i pilastri in stucco, le lunette all’imposta della cupola, gli elementi dell’arredo barocco. Fu chiuso l’interno dell’abside medioevale con una parete per ripristinare la circonferenza della pianta. Sono previsti i lavori di restauro della copertura. L’ indulgenza fu concessa in occasione della riconsacrazione degli altari e della chiesa nel 1316. Il 6 agosto 1444, per opera del Card. Vescovo Giovanni Battista Pallotta che l’acquistò dai Monaci Girolamini, la chiesa tornò sotto la giurisdizione del Vescovo diocesano, diventando così una dipendenza del Seminario, com’è tuttora. Con la bolla del 5 giugno 1444, Eugenio IV assegnava la chiesa ai Monaci Girolamini del monastero dei SS. Alessio e Bonifacio all’Aventino. Al principio del secolo XIV le Monache agostiniane della Vergine appaiono proprietarie della Chiesa della Rotonda. Agli inizi del sec. XIII (1202), la giurisdizione spettava ad un collegio di preti secolari, guidato dall’arciprete, con facoltà di gestione del patrimonio della chiesa. Con la bolla del 5 giugno 1444, Eugenio IV assegnava la chiesa ai Monaci Girolamini del monastero dei SS. Alessio e Bonifacio all’Aventino. Il 6 agosto dello stesso anno, per opera del Card. Vescovo Giovanni Battista Pallotta che l’acquistò dai Monaci Girolamini, la chiesa tornò sotto la giurisdizione del Vescovo diocesano, diventando così una dipendenza del Seminario, com’è tuttora. Prosegue fino al 1799.

Via del Travoni, 00041 Albano Laziale RM, Italy
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