L’edificio ha una pianta ad aula unica, rettangolare, con copertura a botte. Alla parete nord-ovest si appoggia una costruzione bassa, di più recente realizzazione, con tetto ad unico spiovente, dove vengono depositati le cente ed alcuni ex voto. La facciata della chiesa, con tetto a capanna, è caratterizzata dal campanile a vela, in mattoni, e da un oculo, di forma ovale, inserito nel timpano. I cantonali, disegnati da paraste a sezione circolare, sono leggermente arretrati dal filo delle pareti. Il motivo è enfatizzato dall’utilizzo dell’intonaco liscio al posto di quello rustico presente su tutte le pareti esterne, dalle cornici di sottotetto e dai capitelli delle paraste, realizzate tutte a stucco. Esigenze pratiche hanno guidato alla recente realizzazione di una pensilina in prossimità dell’ingresso, ad uno spiovente, sostenuta da travetti in legno e coperta da coppi. La navata, ad aula rettangolare, è coperta da una volta a botte con unghie, quattro per lato, nelle quali si aprono due finestre rettangolari e leggermente strombate all’interno, per ogni parete. A separare la navata dalla zona presbiteriale è il piano rialzato di quest’ultima dell’altezza di un gradino. Qui, sulla parete terminale della chiesa, è collocato l’altare maggiore che, realizzato in muratura con rivestimento in marmo, riprende i motivi decorativi tardo settecenteschi degli altari di scuola napoletana. Sulla parete, infine, in asse con l’altare e al di sopra di esso, è ricavata una nicchia con cornice in legno, intagliata e dorata, chiusa da uno sportello in legno e vetro. Al suo interno è sistemata la statua della Madonna.Descrizione: Statua lignea policroma datata alla fine del secolo XVIII, opera di ignoto autore lucano, che si ispira a modelli napoletani. Essa raffigura la Vergine in posizione frontale che regge sul braccio sinistro il Bambino nudo, il quale reca una stella nella mano destra. Il busto della Madonna è leggermente inclinato sulla destra ed il braccio destro è spinto in avanti. Entrata in uso: tra l’anno 1750 e l’anno 1799 Immagine: Statua
Ubicazione originaria del Santuario: Nel passato venivano appesi alle pareti interne del santuario. Note sulla raccolta: Oggi si è conservato soprattutto l’uso di donare oggetti di oreficeria. Nel passato molti pellegrini offrivano anche abiti nuziali e di Prima Comunione, attrezzi ortopedici, trecce di capelli, lamine metalliche raffiguranti parti del corpo umano. Se ne conserva una piccola raccolta databile all’ultimo decennio. Tipologia degli ex voto: Oggetti di oreficeria, Figurine antropomorfiche, Protesi vere o rappresentate, Oggetti vari, Fotografie, Altro Conservazione attuale: Nel locale attiguo al santuario.
Con decreto del 25 marzo 1983 il vescovo di Tricarico, mons. Carmelo Cassati, dispose che nel santuario si potessero lucrare le indulgenze dell’Anno Santo straordinario 1983-84.
Il santuario è passato in proprietà della chiesa parrocchiale di Armento in epoca imprecisata, forse già nei primi decenni del XIX secolo: nel verbale di una visita pastorale del 3 giugno 1823, la cappella viene detta infatti “sub cura cleri”.
In alcuni atti notarili della metà del XVIII secolo il santuario risulta di giuspatronato dell’università di Armento, la quale in quel tempo nominò alcune persone in qualità di deputati alla ricostruzione della cappella «con la carità dei devoti e per l’unione di detta carità in nome di detta cappella.».
85010 Armento PZ, Italy
contatto telefonico: ubicazione:Link Google maps