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Santa Maria di Conche

Nel 1797, in seguito alla soppressione, il santuario conobbe un certo declino che diede il via a una serie di restauri continuati fino al 1959. Oggi il complesso si compone di tre distinti fabbricati (rustico, chiesa e convento) e di due cortili, uno dei quali viene indicato come cimitero delle monache domenicane. Alla chiesa si accede attraverso una scala rustica in cotto di undici gradini, che passa attraverso una sorta di galleria. Prima di salire le scale si può notare uno speco ritenuto il rifugio di san Costanzo durante il suo eremitaggio.Descrizione: Si tratta di una reliquia di san Costanzo, il cui corpo venne ritrovato dai Domenicani nel 1481. Diffusasi la notizia del ritrovamento, gli abitanti di Nave tentarono di trafugare il corpo, per impedire che esso venisse traslato a Brescia. Tuttavia l’autorità religiosa riuscì a recuperare le reliquie, che vennero divise tra la cattedrale della città e il convento delle Domenicane, mentre alla chiesa di Conche venne destinato solo l’osso di un braccio. La festa di san Costanzo venne quindi fissata al 12 febbraio nel 1489. Entrata in uso: nell’anno 1481 Reliquia: Ossa Descrizione: Si tratta di una pala quattrocentesca conservata in una cornice settecentesca. La pala raffigura la Beata Vergine di Conche con due angeli accanto. Entrata in uso: tra l’anno 1401 e l’anno 1481 Immagine: Dipinto
Ubicazione originaria del Santuario: Gli ex voto venivano conservati sulle pareti della chiesa. Interessante è una relazione del 1561 di Faustino Caprioli che, parlando dei miracoli avvenuti nel santuario, rinunciava a elencarli e rimandava ai numerosissimi ex voto esposti. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Tavolette dipinte, Oggetti vari Conservazione attuale: Nel santuario. Numerose tavolette sono però state traslate nella chiesa parrocchiale.
Una patente del card. penitenziere Ludovico Borgia, datata 13 maggio 1510, attesta i frequenti miracoli e parla delle moltitudini dei fedeli che fanno visita al santuario.
Soppresso nel 1797, il santaurio passò per vendita a Faustino Tanussi di Nave e da questi, nel 1832, ad Antonio Medale di Lumezzane che tre anni dopo lo cedette alla fabbriceria di Nave. La leggenda vuole che, a seguito di una ferita ricevuta in battaglia, san Costanzo ebbe in sogno una visione infernale, dopo la quale decise di ritirarsi dal mondo per dedicarsi unicamente alla preghiera. Mentre cercava un luogo solitario atto allo scopo, egli vide una colomba in volo che lo guidò fino al monte Conche, dove la colomba aveva disposto alcuni trucioli quasi a segnare il perimetro di un edificio. Là Costanzo visse per circa quarant’anni, dando avvio all’erezione della chiesa e del cenobio. Memorabile fu la grazia concessa al santuario nel 1818, dopo un periodo di gravissima siccità, immortalata in una tavoletta votiva del periodo. Furono concesse indulgenze al santuario a partire dal 1465 da otto cardinali, seguite da quelle fissate da papa Paolo II nel 1467. Infine altre indulgenze furono concesse dai vescovi di Brescia. Fin dalla sua erezione per opera di san Costanzo, il santuario venne posto sotto diretto controllo del pontefice. In questa direzione si batté anche Arimanno, vescovo bresciano favorevole alla riforma. Il santuario, esente, dovette ricevere due conferme (1200: Innocenzo III; 1211: card. Gerardo d’Albano) perchè sottoposto a processo. Le monache domenicane provenienti da Brescia si occuparono della cura spirituale del santuario dal 30 giugno 1443, quando una bolla di papa Eugenio IV affidò loro il compito precedentemente svolto dagli Umiliati. Nel periodo delle Domenicane avvenne la scoperta delle reliquie di san Costanzo con l’istituzione della relativa festa; con la soppressione, avvenuta l’8 dicembre 1798, le Doenicane si allontanarono dal santuario. La cura spirituale della chiesa nel 1443 passò dagli Umiliati di San Luca alle monache di Santa Caterina. Le Agostiniane, alle quali san Costanzo aveva affidato il santuario appena edificato, curarono il luogo sino al 1236 circa, quando la cura spirituale del santuario passò agli Umiliati. Toccò ai pontefici, ai quali il fondatore san Costanzo aveva affidato il diretto controllo del santuario, nominare i celebranti fino all’anno della soppressione del santuario (1798).

25075 Nave BS, Italy
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