Ubicazione originaria del Santuario: Appesi alle mura interne del santuario. Note sulla raccolta: In un inventario del 1734 vengono segnalati torce, piedi e mani di cera, vestiti di panno. Tipologia degli ex voto: Luminarie, Figurine antropomorfiche, Altro Conservazione attuale: La raccolta è andata completamente dispersa.
Come si legge in una platea del 17341, la cappella fu fondata dall’università di Balvano nel 1630 con il beneplacito del vescovo di Muro, mons. Clemente Confetto, il quale «si riserbò libre tre di cera l’anno per lo catthedratico». Verso la fine del XVI secolo una signora biancovestita apparve ad una pastorella muta: la signora le diede una lettera pregandola di consegnarla al parroco. Ricevuta per prodigio la parola, la fanciulla chiese chi nel frattempo avrebbe vigilato le sue pecore, e la signora rispose che le avrebbe guardate lei stessa. La giovinetta andò dal parroco il quale, a sentirla parlare, rimase stupito e, dopo aver letto la lettera nella quale la signora suggeriva di erigere una chiesetta lì dove pasceva il gregge della pastorella, gridò al miracolo. Nel 1677 mons. Alfonso Pacella approvò la confraternita di S. Maria di Costantinopoli con l’uso dei sacchi e designò come ministri perpetui di essa il sindaco di Balvano ed un eletto della stessa università. Come si legge da una platea del 1734, la cappella fu fondata dall’università di Balvano nel 1630 con il beneplacito del vescovo di Muro, mons. Clemente Confetto, il quale «si riserbò libre tre di cera l’anno per lo catthedratico». In una platea del 1734 si fa riferimento ad una comunità di oblati che vivevano nelle camere adiacenti al santuario. La tradizione locale, non suffragata dalle fonti documentarie, parla anche del temporaneo insediamento di una comunità di carmelitani.
85050 Balvano PZ, Italy