Santa Maria Iconavetere

In questa chiesa vi furono due prodigi. Subito dopo il terremoto del 1731, a sant`Alfonso, apparve l`Iconavetere.Invece, nel 1837, la statua di Maria Addolorata, muovendo gli occhi al cielo e versando lacrime, innalzava preghiere al cielo segnando la fine del colera, pestilenza che aveva decimato la popolazione foggiana.La costruzione della cattedrale e del borgo di Foggia sono legati all?apparizione miracolosa ed al ritrovamento nel 1062 di una tavola raffigurante la Vergine, motivo questo che spinse il devotissimo duca Roberto il Guiscardo a bonificare il luogo dove avvenne l?evento miracoloso e, alla fine del secolo XI, a erigervi una cappella dedicata al culto mariano, il cui sedime corrispondeva all?attuale cripta della cattedrale. Nel 1172 Guglielmo il Buono, figlio di Ruggiero, Duca di Puglia, avviò la costruzione di una nuova Chiesa a croce latina a tre navate, con cripta, di stile romanico. Nel 1434 crollo il campanile medioevale (1110) posto in prossimità dell?abside che venne ricostruito nel 1646 e definitivamente demolito agli inizi del 1700 per costruire la cappella del Crocifisso simmetrica a quella dell?Iconavetere. In seguito al considerevole incremento demografico e della necessità di usufruire di spazi più ampi, fra la fine del ?600 e l?inizio del ?700 la cattedrale fu ampliata e trasformata radicalmente. Fu creata un?unica grande aula demolendo le navate laterali, sopraelevati i muri perimetrali, annullato il dislivello fra la navata ed i transetti con la costruzione di un succorpo a tre navate a prolungamento della cripta, sul quale si estese la navata superiore. La cripta fu ampliata con la creazione di due ulteriori absidi in aggiunta alle tre preesistenti e modificati gli accessi sostituendo le scale originali con due scale esterne, anticipate da atri di ingresso di forma quasi circolare, corrispondenti alle absidiole terminali dei transetti. Contemporaneamente venne prolungata anche l?abside maggiore per ospitare gli stalli canonicali, realizzandola su nuove fondazioni tutt?ora visibili che formano il passaggio coperto da via Campanile a piazza P. Felici. La facciata principale, sopraelevata sopra il cornicione orizzontale che segnava il limite di quella antica, fu dotata di una grande apertura curvilinea, in sostituzione del rosone. Il portale maggiore, rimasto alla quota originale, obbligò alla creazione di un atrio ospitante due scalee interne a tenaglia per permettere il raggiungimento del nuovo piano della navata. Anche l?apparato decorativo subì una radicale trasformazione adeguandosi al gusto barocco. Nel 1751 si modificò ancora l?ingresso alzando il portale alla quota pavimentale interna e costruendo una grande scalinata esterna. Nella seconda metà del secolo, in corrispondenza del prospetto meridionale, si costruì un nuovo campanile in stile neoclassico, su disegno dell?architetto Garofano di Pisa, nel quale fu ricavato anche un ingresso laterale all?aula. Nel 1928 fu rifatto il pavimento, nel 1932 le vetrate policrome ed infine nel 1946 mons. Farina fece costruire la canonica e la sala capitolare collocandole dietro l?abside maggiore. Negli anni 1958/1959 la Soprintendenza alle Belle Arti eliminò la scalinata esterna di accesso all?entrata principale, ripristinando l?originale atrio con le scalinate laterali per raggiungere la quota dell?aula ed una nuova scala per raggiungere la cripta. Infine negli anni Settanta questo sistema di scale fu definitivamente rimosso realizzando una sola scala centrale dal portale permette il raggiungimento della navata. Gli ultimi lavori di restauro risalgono al 1998.L`edificio fu gravemente danneggiato da un bombardamento nel 1943 e si resero necessari lavori di restauro. Oggi si presenta a navata unica, voltata a botte, coro poligonale, cappelle laterali e cupola sull`incrocio, cripta medievale e succorpo realizzato alla fine del `600.Descrizione: L`icona, collocabile fra XI e XII secolo, non è visibile: è infatti coperta da veli, da una veste in stoffa e da una riza in argento, probabilmente per mascherare un evento traumatico. Il Sacro Tavolo presenta un foro ovale, presumibilmente all`altezza del volto della Madonna. In occasione di un restauro è stato possibile esaminare l`icona: la Madonna siede frontalmente, reggendo sulle ginocchia il Bambino benedicente. Il profilo dell`aureola emerge dalla tavola, secondo modelli abruzzesi e campani. Entrata in uso: tra l`anno 1073 e l`anno 1073 Epifania: Il volto della Madonna è apparso nel Sacro Tavolo in occasione di terremoti. Apparve a S. Alfonso de`Liguori nel 1732 e nel 1745. Immagine: Dipinto, Icona Luogo: Altro
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Secondo le fonti, l’inventio dell’icona avvenne nel 1062 o nel 1073. Roberto il Guiscardo costruì una chiesa, poi ampliata nell’attuale cattedrale. P. Manerba, Memorie sulla origine della città di Fogia e sua magior chiesa colla breve notizia della invenzione ed apparizione della antichissima immagine di Maria Santissima detta Icona Vetere ed un saggio degli atti de’ Santi Guglielmo e Pellegrino tutelari della stessa città, Napoli 1798. Nel 1062 o nel 1073, un bue si genuflesse in un pantano e si accesero sull’acqua tre fiammelle, a indicare il punto dove era stata sepolta – avvolta in veli – l’icona della Madonna. I pastori trasportarono l’immagine nella Taverna del Gufo, sul luogo dove poi sorse la chiesa di S. Tommaso. A. Sbano Vitale, La Madonna dei Sette Veli (Foggia)(Leggenda paesana, in Rivista delle tradizioni popolari italiane, 1893, riporta la leggenda che solo i Francescani riuscirono a sollevare dall’acqua il Sacro Tavolo, divenuto miracolosamente leggero come una piuma. Secondo la tradizione un bue si inginocchia nel pantano dinanzi a tre fiammelle, miracolosamente accese sull’acqua. Alcuni pastori incuriositi frugano nel fango ed estraggono un tavolo avvolto in drappi. Lo trasportano nella Taverna del Gufo, poi diventata chiesa di S. Tommaso Apostolo. Il prodigioso rinvenimento richiama subito pellegrini e determina la formazione e la crescita della città di Foggia. Le sorti della città si legano alla Madonna che salva con le sue apparizioni Foggia dal terremoto (1731). 1300: il papa Bonifacio VII concesse indulgenze perpetue. 15 settembre 1807: Pio VII concesse le stesse indulgenze di S. Maria in Cosmedin (Roma).

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