Sant`Alessandro ad Baccanas

Si presume basilica ad corpus.Descrizione: Corpo del martire verosimilmente venerato nel luogo stesso della sua sepoltura, come sembrerebbe attestare un’epigrafe dedicatoria che il compilatore della redazione più ampia della passio dice di aver letto: hic requiescit sanctus et venerabilis martyr Alexander cuius depositio celebratur XI kal. octobris. Entrata in uso: tra l’anno 400 e l’anno 599 Reliquia: Ossa
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

Quale più antica attestazione del santuario è stata considerata la passio Sancti Alexandri tramandata in due redazioni più o meno contemporanee databili tra il V e il VI sec.. Questo periodo è assunto come un ampio terminus ante quem per indicare l’inizio di vita del santuario. Tale datazione potrebbe essere anticipata al IV sec.. Nella redazione più ampia della passio, infatti, si ricorda la chiesa edificata sopra le sepoltura del santo e dedicata il 23 marzo 321. Inoltre, nel compendio agli Atti di Sant’Alessandro del Martirologio di Adone, si fa riferimento ad un intervento strutturale a questa chiesa da parte di papa Damaso (356-384). Infine, vanno considerati i due pilastrini d’altare rinvenuti nel 1875 al km 30 della Cassia (XX miglio), databili agli ultimi decenni del IV sec., che gli studiosi ritengono pertinenti alla basilica paleocristiana. Il 1053 è, invece, un terminus post quem per indicare l’abbandono del santuario: è di quell’anno la bolla di Leone IX che conferma ai canonici di San Pietro la ecclesia Sancti Alexandri quae est in Baccanis e il Burgus Sancti Alexandri. Quale leggenda di fondazione è stata considerata la passio che risponde all’esigenza di conoscere con dovizia di particolari le figure dei santi venerati nel luogo, ma di scarso valore storico. In particolare, la passio Sancti Alexandri è pervenuta in due redazioni più o meno contemporanee, concordamente datate al V-VI sec.. In essa le indicazioni topografiche sono così dettagliate da far supporre che il compilatore avesse una conoscenza diretta dei luoghi menzionati (cfr. Josi, in Bibliotheca Sanctorum, vol. I, coll. 789-790). Secondo alcuni studiosi doveva esistere anche una terza redazione della passio, ormai perduta, dalla quale avrebbe attinto Adone (cfr. Fiocchi Nicolai, 1988, p. 108). Vincenzo Fiocchi Nicolai ritiene che il santuario sviluppato intorno alla sepoltura del martire Alessandro sia stato polo attrattivo per l’insediamento che, secondo una prassi comune, a partire dal IX sec. si sarebbe spostato dalla mansio ad Baccanas posta al XXI miglio della via Cassia (attuale km 31), verso il XX-XIX miglio (km 30-29) della stessa via. Il sito, chiamato nel medioevo Burgus Sancti Alexandri, nella mappa di Eufrosino della Volpaia (1547) è segnalato quale abitato di Baccano, ed oggi è indicato nella tradizione locale con il significativo toponimo di Sant’Alisandra (sic!). I pilastrini d’altare databili agli ultimi decenni del IV sec., rinvenuti nell’ottocento al km 30 (XX miglio) della Cassia, rappresentano l’unico indizio materiale della basilica paleocristiana ricordata dalle fonti agiografiche. Un elemento discordante tra le fonti e il dato archeologico va individuato nella notizia riportata dalla passio nella quale si dice che Sant’Alessandro fu sepolto nella fornace presso le terme della mansio al XXI miglio; mentre il ritrovamento dei pilastrini al XX miglio fa ipotizzare in quel sito quanto meno una memoria monumentale sul luogo del martirio. Nulla osta nel poter ipotizzare al XX miglio l’ubicazione della basilica martiriale. D’altro canto, recenti scavi archeologici presso la mansio ad Baccanas non hanno portato alla luce alcuna testimonianza paleocristiana (cfr. Corsi 2000, pp. 151-152).

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