Santi Giasone e Mauro

Il santuario si trovava nel complesso cimiteriale di Trasone, come ricorda per primo il Martirologio Geronimiano, nel latercolo del 29 novembre (dove si menziona solo Mauro). Secondo la Notitia portarum, la tomba di Mauro sarebbe stata nella chiesa dei Santi Crisanto e Daria, ma ciò è poco probabile, come ritiene anche Ferrua, Epigrammata, p. 186. In alcuni documenti altomedievali, quali l’Itinerario di Malmesbury e la Notula oleorum di Monza, i due martiri sono ricordati insieme. Nulla altro si può dire a proposito della struttura del luogo di culto di Giasone e Mauro.Descrizione: L’oggetto del culto era la tomba dei due martiri, situata secondo le fonti nel cimitero di Trasone, e non identificata. Nel carme di Damaso, la sepoltura di Mauro è definita tumulus. Entrata in uso: tra l’anno – e l’anno 384 Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: No Ubicazione originaria del Santuario: In un senso lato, potrebbe essere considerato una sorta di ex voto il carme epigrafico posto da Damaso presso la tomba di Mauro.

Il culto per il martire Mauro era già noto a papa Damaso (366-384), che pose un carme epigrafico presso la tomba del martire. All’epoca di Pasquale I (817-824) le reliquie dei due martiri furono traslate a Santa Prassede (Liber Pont., II, p. 64). Il martirio di Giasone e Mauro viene narrato nella passio di Crisanto e Daria (Acta Sanct., Oct., XI, Parigi 1870, pp. 480-482), che accorpa vari martiri della via Salaria. I due sarebbero stati fratelli, figli di Santa Ilaria (vedi) e Claudio, decapitati insieme con 62 soldati per essersi convertiti al cristianesimo durante l’interrogatorio di Crisanto e Daria, all’epoca di Numeriano. Questo racconto, al solito, può essere considerato minimamente attendibile. Damaso, nel suo epigramma per Mauro, accenna solamente al fatto che egli era un fanciullo. Il carme Damasiano, posto presso il sepolcro di Mauro, doveva mostrare ai visitatori la presenza della tomba venerata. Si può solamente ipotizzare che il santuario avesse una giurisdizione parrocchiale; come i vari cimiteri extraurbani comunitari, esso doveva probabilmente dipendere da un titulus urbano.

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