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Santi Nereo e Achilleo

L’aula basilicale dedicata ai santi rappresenta la fase ultima della radicale trasformazione monumentale operata nel settore delle tombe venerate. La cronologia della basilica, una grande aula in opera listata a tre navate, lunga circa 31m e larga 18m, provvista di abside sul lato Ovest e di endonartece, è piuttosto discussa; sicuramente posteriore al 390, data che segna la sepoltura di un loculo in una galleria obliterata dalla sua costruzione, la chiesa è stata attribuita ai lavori di papa Siricio (384-399), successore di Damaso, alla fine del IV secolo ovvero, si ritiene più probabilmente, legata all’attività di papa Giovanni I (526-530), documentata nel complesso dal Liber pontificalis (refecit coemeterium beatorum martyrum Nerei et Achillei in via Ardeatina (Liber pontificalis, I, p.276), in linea con una serie di interventi macroscopici attestati soprattutto dal VI secolo nel suburbio sulle tombe dei martiri.Descrizione: tomba/corpo Tipo: Oggetto del culto non classificabile come immagine o reliquia
Raccolta di ex voto: Dato non disponibile

La prima attestazione di un santuario in onore dei martiri Nereo e Achilleo proviene dall’iscrizione commemorativa fatta incidere da papa Damaso (366-384) -(ED 8 : ICVR III, 8132); questa, in realtà è in caratteri non propriamente filocaliani, dato che ha fatto presumere che potesse essere realizzata negli ultimi anni del pontificato, dopo la morte di Furio Dionisio Filocalo-. Non si hanno precise notizie sulla traslazione delle reliquie, dopo secoli di intensa frequentazione del santuario nell’altomedioevo; si è stabilita come momento di abbandono la data dell’897, anno in cui un violento terremoto causò gravi danni alla basilica, determinandone, appunto, verosimilmente l’interruzione del flusso dei frequentatori. Iscrizione damasiana in onore dei martiri (ED 8 : ICVR III, 8132). Nel 95 d.C.Flavia Domitilla, nipote del console Flavio Clemente, è deportata a Ponza per aver confessato la fede cristiana, in base a quanto tramandato da Eusebio di Cesarea (Historia ecclesiastica III, 18,4), che riporta la testimonianza dello storico del II secolo Bruzio. Questo dato è estremamente importante come antefatto per la fondazione cristiana del complesso di Domitilla nel quale vennero sepolti i martiri Nereo e Achilleo. A questo personaggio, tra l’altro, i santi sono associati nella leggendaria passio assegnata al V-VI secolo : l’autore presenta Nereo e Achilleo come eunuchi di questa matrona, martirizzati con lei, dopo averla convertita, a Terracina; nel racconto agiografico compare anche la figura di Petronilla, figlia di Pietro (Acta Sanctorum, Mai, III, pp.4-16). Gregorio Magno (590-604) tiene la XXVIII omelia in basilica o in coemeterio Nerei et Achillei (MIGNE, Patrologia latina, 76, cc.1210-1213). Durante gli anni del pontificato di questo papa il prete Giovanni raccoglie gli olea anche sui sepolcri dei martiri Petronilla, Nereo e Achilleo (R.VALENTINI-G.ZUCCHETTI, Codice topografico della città di Roma, II, 1942, p.47).

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